lunedì 25 febbraio 2013

Il combustibile fossile della transizione: il metano


Tra i combustibili fossili, il metano sembra attualmente essere quello che vedrà un crescente utilizzo nel prossimo futuro, grazie alla sua relativa abbondanza e grazie al fatto di essere relativamente "pulito "

La sua molecola è costituita da 4 atomi di idrogeno e uno di carbonio (CH4): bruciando, è l'idrocarburo che libera la minor quantità di carbonio per questo è meno dannoso per l'ambiente.
Produce emissioni di CO2 inferiori del 25% rispetto alla benzina, del 16% rispetto al Gpl, del 30% rispetto al diesel e del 70% rispetto al carbone. La sua capacità di formare ozono è inferiore del 80% rispetto alla benzina e del 50% rispetto a gasolio e Gpl. 
Inoltre, le emissioni della combustione non contengono residui carboniosi, benzene e polveri ultrasottili PM10, a differenza di benzine e gasolio. Tra tutti i combustibili fossili, il metano è sicuramente il più "ecologico". 
Si prevede che il suo utilizzo sia destinato ad aumentare grandemente nel prossimo futuro.
Le riserve di gas naturale di origine "geologica" sono stimate sufficienti per 59 anni e sono in massima parte concentrate nelle regioni del Golfo Persico.
Quantità decisamente minori vengono attualmente ricavate dai prodotti di scarto della produzione zoo-agricola, con l'utilizzo di digestori anaerobi che permettono di produrre metano dai liquami animali. Altre piccole quantità si possono ricavare dal metano autoprodotto nelle miniere di carbone dismesse, che sfruttano il gas prodotto naturalmente e nel contempo ne impediscono la dispersione nell'ambiente.

Gli idrati di metano potrebbero essere la fonte di energia del futuro
Un metro cubo di idrati di metano può contenere da 160 a 180 m3 di metano gassoso. Si calcola che sui fondali marini e nelle zone di permafrost siano presenti più di 100.000 milioni di miliardi di metri cubi di metano, intrappolati sotto forma di idrati. Alcune stime valutano in 5 x 1013 m3 le "riserve" contenute nel permafrost dell'Alaska e della Siberia e in 5-25 x 1015 m3 quelle contenute nei fondali oceanici. 
La quantità sfruttabile potrebbe quindi essere di almeno due ordini di grandezza superiore rispetto alla quantità di metano presente sul pianeta e fornirebbe circa il doppio dell'energia ricavabile da tutti i depositi di combustibili fossili oggi conosciuti.

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