sabato 23 febbraio 2013

chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna agli insegnanti, chi non sa insegnare agli insegnati fa politica




La società del Mercato, della monetarizzazione di tutto (anche del superfluo, dell'inutilità, dello svago e del divertimento) è contro tutto ciò che limita il giro di denaro
Le attività che non creano giro di soldi sono da considerarsi "sovversive", e il massimo deve essere fatto per limitarle e (questo è il sogno) sopprimerle.
In quest'ottica tutto (o quasi) è bene sia delegato a un terzo. Questo avrà un compenso, che girerà a un altro per un'altra attività, e così via, alimentando e favorendo la circolazione del dio soldo e l'espansione dell'economia.
Il gioco è costruito attorno alla professionalizzazione, sinonimo di incapacità (o impossibilità) di svolgere la stessa attività da parte di un comune mortale, ignorante o volontariamente esclusosi dal gioco.
Il paradosso è il dover sempre essere "costretti" a chiamare questo terzo: un elettricista per cambiare una lampadina, un imbianchino per pitturare un muro, un idraulico per sostituire una guarnizione di un rubinetto, un meccanico per cambiare una ruota, un giardiniere per piantare una piantina, un piastrellista per cambiare una piastrella, e gli esempi potrebbero essere infiniti.

Partiamo da un presupposto: il Mercato ci vuole così
Ci vuole dipendenti da lui, costretti a pagare per tutto, e ci da l'illusione di essere al centro dei giochi (poichè se abbiamo il contante noi dettiamo apparentemente legge), quando la realtà ci vede vittime.
Ci vuole fragili, ignoranti, pigri e restii a imparare nuove cose, nonchè sperimentare e apprendere.

Tra le cose più belle e emozionanti della vita c'è l'imparare, l'apprendere. Sbagliando, certo, ma riprovando, esercitandosi con audacia fino a riuscirci. 
Il tutto leggendo, ampliando le nostre conoscenze, studiando.
La passione, la voglia di fare e di riuscirci permettono di non abbattersi e superare gli ostacoli iniziali e dell'apprendimento.
Ed è così che si può imparare a fare di tutto: cucire, cucinare, riparare qualsiasi cosa, sistemare il giardino, fare l'orto, costruire un muro, costruire la propria casa (persino gli impianti). Non ci sono limiti allo studio e all'applicazione.
La vera questione è il crederci. Credere che sia utile sapere. Essere convinti che il fai da te sia fondamentale e non un'inutilità.
Perchè fare da se significa fare per tre (i proverbi insegnano!), significa sbattere la testa, mettersi in moto, capire e risolvere. Fare da se significa apprendere nuove cose e saper in futuro rispondere a certi problemi sprecando meno tempo e meno denaro, significa provare soddisfazione, investire le proprie energie per fare cose utili, emanciparsi, elevarsi allo stato mistico dell'"essere capaci".
Fare da se significa fare meglio, evitare sprechi di tempo e soldi, e poter investire questi in altro.
D'altronde, chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna agli insegnanti, chi non sa insegnare agli insegnati fa politica.

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