Già in epoca tardo-rinascimentale gli Stati (regni di Spagna, Francia, Inghilterra), per le loro spese di guerra, opere pubbliche etc, emettevano troppo denaro, troppi biglietti di stato, in rapporto alle riserve auree che possedevano e ai loro introiti; perciò essi fecero ripetutamente bancarotta, ossia insolvenza (parziale o totale, temporanea o definitiva, sul capitale, sugli interessi o su entrambi) nei confronti dei loro creditori (banchieri toscani,
genovesi, poi anche tedeschi e olandesi).
Successe allora, dalla fine del XVII secolo in poi, una vera rivoluzione del sistema di potere e della struttura dello Stato, la quale configura lo Stato come oggi noi lo troviamo.
Successe, in sostanza, che le aristocrazie regnanti nei vari Paesi europei si allearono con i banchieri creditori di questi Paesi, fondarono banche private in società con loro e trasferirono in queste banche il potere sovrano di
emettere denaro - potere che prima veniva esercitato dallo Stato, dal Re.
Lo trasferirono a queste banche in via quasi sempre esclusiva - ossia queste banche divennero monopoliste dell'emissione del denaro e del suo prestito, ciascuna nel suo Stato. La prima a sorgere, sotto la pressione del crescente indebitamento dello Stato per le guerre in corso, fu la Bank of England, nel 1694, sotto Guglielmo IH di Orange; essa acquisì le prerogative suddette nel corso di pochi lustri dalla sua fondazione.
L'importanza di questa trasformazione è unica nella storia dell'umanità. Essa è la più grande e, soprattutto, la più stabile di tutte le rivoluzioni. La rivoluzione francese è poca cosa, al confronto con essa. Persino l'URSS aveva una banca centrale gestita privatamente da un finanziere ebreo americano.
Basti pensare che, prima di questa trasformazione, il sovrano che spende soldi per costruirsi una reggia sfarzosa o per fare una guerra con cui allargare i propri dominii, indebita lo Stato, ossia se stesso, verso le banche; mentre, dopo di essa, è il sovrano stesso, assieme ai suoi soci finanzieri, a fungere da banchiere verso lo Stato, attraverso la sua Banca Centrale, e a prestare soldi allo Stato (al popolo) per fare le medesime cose nell'interesse del sovrano e dei suoi soci.
Quindi, grazie a questa rivoluzione, il sovrano, quando fa una guerra per aumentare la propria potenza (e quella della classe dirigente che lo sostiene), non solo fa la guerra senza più indebitare se stesso, ma grazie a essa va a credito di capitale e interesse verso lo Stato e i cittadini per le spese di guerra.
Ossia, può fare i propri interessi a spese del popolo, e per giunta guadagnandoci sopra. Guadagna indipendentemente da chi vinca la guerra.
Si produce una triangolazione tra oligarchia, Stato e nazione: l'oligarchia, per arricchirsi e consolidare il proprio potere, indebita lo Stato verso di sé onde prelevare al popolo col pretesto del debito pubblico.
La spesa pubblica (dalla guerra all'assistenzialismo) e il debito pubblico che da essa origina, diventano un inesauribile affare per il sovrano e i suoi soci. Anche perché il debito pubblico dà il pretesto allo Stato per imporre alte tasse, quindi crea per i governanti opportunità di arricchirsi maneggiando molto denaro dei cittadini, distribuire molto denaro per comperare consensi e clientele, nonché alzare i tassi d'interesse e mandare in rovina per debiti molte imprese e rilevare così per poco le loro aziende e proprietà.
Questo business è l'essenza stessa della politica come praticata da allora a oggi perlomeno in Occidente. Ovviamente, nessuno ne parla.
In questo modo la classe governante dei vari Paesi si distacca dalla nazione e dissocia i propri interessi e le proprie fortune da quelli della nazione stessa, rendendoli indipendenti e perlopiù contrapposti.
I suoi interessi vanno a collocarsi e a muoversi su un piano sovranazionale, al di sopra dei confini territoriali e dei popoli che governa e degli Stati attraverso cui li governa. Gli Stati si riducono a strumenti attraverso i quali essa fa i propri interessi.
L'oligarchia finanziaria di un dato Paese, assumendo e scambiando partecipazioni azionarie nelle banche di altri Paesi, può trovarsi in situazioni in cui il suo interesse economico è addirittura contrario a quello della nazione che governa, e convergente con quello di una nazione "nemica" - proprio come l'interesse economico dell'amministratore delegato della società x, che è concorrente della società y, se egli ha (in proprio o attraverso la moglie) una forte partecipazione nella società y, può essere di mandare in rovina la società x per aumentare i profitti e il valore della società y, o trasferire la produzione e la clientela dalla società x alla società y se il personale della società x si fa troppo esigente e contestatore.
Ciò spiega come la famiglia di un capo di Governo di una "Democrazia Occidentale" che, col pretesto di inesistenti arsenali di distruzione di massa, lancia guerre contro "i terroristi", può essere alleata in affari con famiglie arabe di cui diversi membri finanziano il terrorismo con i profitti del petrolio.
E spiega gli strani affari intercorsi tra capitalismo americano e Germania hitleriana anche durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fonte: Euroschiavi, Marco Dalla Luna e Antonio Miclavez
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