L’estrazione e la lavorazione dei metalli assorbe una grande quantità di energia e bisogna considerare che buona parte di questa proviene dall’impiego di petrolio e carbone (di cui sono noti i problemi legati alla combustione).
Non bisogna poi dimenticare l’immane quantità di scarti che le miniere producono e del smaltimento.
Tra i metalli più estratti, l'oro ha un posto di rilievo.
L’oro viene estratto in ogni continente (solo in Antartide è vietato) da circa 400 miniere e le raffinerie sorgono normalmente nei loro pressi (la più grande al mondo è la Rand Refinery, in Sud Africa).
In natura l’oro “nativo” si trova normalmente in filoni legato al quarzo.
Il grosso problema è che per estrarlo veniva, e purtroppo in tanti paesi viene ancora usato, il mercurio e il cianuro.
Il mercurio ha la proprietà di legarsi all’oro e questo effetto viene sfruttato per recuperare il metallo giallo con il processo chiamato di amalgamazione.
Il problema del suo utilizzo è che una volta emesso nell’aria, questo elemento impiega decenni e anche secoli a ritornare in forma fissa. Questa caratteristica, unita alla sua abbondanza (le concentrazioni rilevate a 100 metri di profondità negli oceani sono raddoppiate dal secolo scorso e i principali predatori marini dell’oceano Artico lo contengono dodici volte di più che nell’epoca pre-industriale), lo hanno fatto posizionare dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra le prime dieci sostanze più pericolose per la salute pubblica.
Le emissioni sono schizzate in alto nelle ultime decadi, causa soprattutto dell’attività d’estrazione dei metalli preziosi svolta in Africa e nell’America Latina e della rapida industrializzazione dell’Asia.
La cianurazione (o lisciviazione) consiste invece nel trattare il minerale con una soluzione di cianuro che provoca il discioglimento delle particelle d’oro. Addirittura se non fosse stato per questo tipo di trattamento le miniere d’oro del Sud Africa sarebbero state tutte chiuse alla fine del 1800.
Il problema del cianuro è che si tratta di un minerale particolarmente tossico (una soluzione al 2% è letale per l‘uomo) e che si hanno grossi problemi nel gestirne gli scarti. Purtroppo per moltissimi anni non si è fatto altro che versarli nei corsi d’acqua (cosa che si continua a fare nei paesi poveri) con i risultati che si possono ben immaginare, mentre ora si tenta di stoccarli, ma con il costante pericolo di infiltrazioni nel sottosuolo.
L'oro e l'Antioquia (Colombia)
Nel periodo compreso fra gennaio e maggio del 2012 la produzione di oro in Colombia è cresciuta del 33%, ovvero cinque tonnellate in più rispetto alla produzione nello stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo i dati del ministero dell’Energia colombiano soltanto nel dipartimento di Antioquia ci sono 30.000 minatori che ogni anno producono dalle 10 alle 20 tonnellate di oro.
E proprio in quest’area montagnosa a nordovest della Colombia viene usato il processo di estrazione a base di mercurio (120 grammi ogni 60 chili di oro). Ovvero un lago argentato che non viene né catturato né smaltito.
Le Nazioni Unite stanno chiedendo una graduale eliminazione del mercurio nel processo di estrazione a favore delle centrifughe, un metodo più sicuro e che permette di estrarre quantità maggiori. “Con le centrifughe – spiega Monica Roeser, a capo del progetto Global Mercury Project per le Nazioni Unite in Colombia – i piccoli minatori possono produrre il doppio dell’oro rispetto all’estrazione col mercurio, senza danneggiare l’ambiente e la loro salute”.
La storia si ripete ormai da decenni, ma il ministero dell’Ambiente sta mettendo a punto soltanto adesso una nuova normativa per vietare il mercurio nelle miniere d’oro.
L'oro e il Zamfara (Nigeria)
Nel 2010 in Nigeria a causa del piombo (della ricerca dell'oro) sono almeno 400 i bambini morti nel nord del Paese. L’avvelenamento di massa è stato osservato nello Stato di Zamfara.
L'aumento di decessi e di malattie si sono moltiplicati a causa della ricerca dell’oro fatta con metodi “artigianali” dagli abitanti dei villaggi, che scavano nelle miniere abbandonate contaminate dal piombo usato per estrarre il metallo prezioso. Il terreno, inoltre, sarebbe contaminato da grandi quantità di rame e mercurio.
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