Dal 1993 (data di istituzione da parte delle Nazioni Unite) il 22 marzo si festeggia la giornata mondiale dell'acqua.
L'acqua è riconosciuta bene fondamentale dell'umanità dal 2010. anche se sempre più spesso è oggetto di transazioni economiche che mettono in pericolo la sopravvivenza di intere comunità.
Circa la metà della popolazione mondiale non ha accesso diretto all'acqua potabile, a causa dell'inquinamento e della contaminazione delle risorse idriche delle abitazioni e dei pozzi.
Inoltre circa 2,5 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici, con elevato rischio di contaminazione con deiezioni umane delle falde acquatiche; una situazione che dal 1990 al 2010 è rimasta pressoché invariata soprattutto nell’Africa sub-sahariana e in Asia meridionale.
Delle 800 milioni di persone che vivono in povertà idrica, il 40% si trovano in Africa sub-sahariana.
Nei paesi africani e asiatici la popolazione è poi spesso costretta a lunghi viaggi, la quasi totalità dei quali a piedi, per procurarsi l'acqua. E il lavoro è spesso svolto da donne e bambini, tra difficoltà di ogni tipo.
Le risorse idriche e le falde, come indicato dal Wolrdwatch Institute e dalle principali fondazioni di monitoraggio, sono sempre più esposte ai problemi legati all'(ab)uso industriale e alla contaminazione da parte di queste, all'inquinamento causato da fertilizzanti e antiparassitari e degli allevamenti intensivi.
Il bene fondamentale per la vita umana diventa spesso l'elemento conteso tra progresso e sopravvivenza. E i problemi nascono quando la voglia e la scelta del progresso hanno la meglio.
In India e in cina le corporations, in accordo con il governo, spesso sottraggono le risorse idriche alla popolazione, lasciando ai locali i resti inquinati dei loro lavori.
Le monocolture intensive non sono certo da meno come impatto; queste usano notevoli quantità di acqua e causano le infiltrazioni nelle falde dei fertilizzanti e degli antiparassitari.
Infine gli allevamenti intensivi, soprattutto degli animali di grossa taglia. Negli allevamenti c'è un dispendio molto elevato di acqua e le deiezioni, spesso gettate e ammassate in campi vicini, sono responsabili dell'inquinamento delle falde.
E accanto a questi problemi, spesso ignorati, c'è quello delle bottiglie di plastica dei paesi occidentali e "industrializzati".
Le cifre dicono dell’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio, che determinano l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2.
La base del problema è il vero e proprio business dietro la bottiglia d’acqua, alimentato dalla pubblicità, dai governi e dalla promessa di elementi specifici presenti solo in certe fonti.
Problema non secondario è anche il trasporto. Spesso le bottiglie fanno viaggi di centinaia o migliaia di chilometri, con l'aumento dell'impatto sull'ambiente, causato dal consumo di carburanti e dalla successiva immissione nell'atmosfera di agenti inquinanti.
Problemi e paradossi che, chi più chi meno, riguardano tutti.
La giornata dell'acqua è e deve essere spunto di riflessione su questo bene di cui spesso (relativo agli occidentali) abusiamo e di cui sottovalutiamo l'importanza.
E' e deve essere la lotta agli sprechi e all'inquinamento per chi l'acqua ce l'ha e dimentica che per tutti non è così, e lotta per chi l'acqua non ce l'ha e sogna di averla (contro le corporations, i governi che fanno finta di niente, i piani di sviluppo del fondo monetario industriale e della banca mondiale che di sviluppo hanno ben poco).
Nessun commento:
Posta un commento