L’Earth Overshoot Day, un’idea sviluppata da partener Global Footprint Network (un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di ricerca sulla sostenibilità ambientale con collaboratori sparsi tra Stati Uniti, Australia, Europa e Giappone) e da un gruppo di esperti del new economics foundation del Regno Unito, è il momento dell’anno in cui iniziamo a vivere oltre le nostre possibilità.
In realtà è una stima approssimativa del trend del tempo e delle risorse, è come uno studio della misura del gap tra domanda di risorse ecologiche e servizi rispetto a quanto il pianeta possa metterci a disposizione.
Il giorno del “superamento” si ottiene confrontando le risorse terrestri con il consumo che ne viene fatto, utilizzando quest’equazione: (capacità biologica mondiale/consumo ecologico mondiale, moltiplicato per 365). La data che si ricava potrebbe, infatti, variare di qualche giorno in base ad alcune revisioni di calcolo.
Nel 2013 la data dell'Earth Overshoot Day è il 20 Agosto. Questo significa che da quel giorno in poi stiamo vivendo oltre il limite. Da questa data aumentando il nostro debito ecologico prelevando stock di risorse ed accumulando anidride carbonica in atmosfera.
Col passare degli anni la data dell'Earth Overshoot Day è sempre più precoce e ormai punta verso la metà dell'anno.
Secondo il Global footprinter network, per soddisfare la domanda e il consumo di risorse la Cina dovrebbe avere a disposizione uno spazio pari a due volte e mezzo quello attuale.
Non è però l’unica “colpevole”.
Altri Paesi industrializzati non sono da meno: noi italiani consumiamo risorse ecologiche pari a 4 volte le capacità del territorio su cui viviamo; la Svizzera 4 volte e mezzo; il Qatar 6 volte; il Giappone 7. Oltre l’80% della popolazione mondiale vive in nazioni che utilizzano più di quanto i loro ecosistemi possano produrre in modo rinnovabile. La situazione è insostenibile.
In termini planetari, il costo dell’eccesso di spesa ecologica sta diventando più evidente di giorno in giorno. Il cambiamento climatico, cioè il risultato dell’emissione di gas climalteranti sempre più veloce della capacità di assorbire di foreste ed oceani, né è il risultato più evidente e probabilmente il più preoccupante. Ma ne esistono altri: la riduzione delle foreste, la perdita delle specie viventi, il collasso della pesca, i prezzi sempre più alti delle materie prime, i disordini civili, solo per citarne alcuni. La crisi ambientale ed economica che stiamo vivendo è il sintomo di una imminente catastrofe.