lunedì 3 aprile 2017

Orto permaculturale da zero senza zappa? Possibile (III° parte): la manutenzione e i macerati

La "manutenzione" dell'orto è in realtà la parte meno stressante e più piacevole.
Dapprima, dopo la semina, occorrerà semplicemente bagnare ogni tanto i bancali ed estirpare le infestanti ai lati dei bancali stessi.
Dopo la crescita delle piante seminate occorrerà invece procedere con la legatura, se necessaria, è cioè nel caso di legumi e solenacee, oppure con la sarchiatura o il rincalzo, per varietà come sedano, finocchio, invidie.
Circa l'irrigazione è importante effettuarla al mattino presto o al tramonto, per favorire il miglior assorbimento del terreno e ridurre l'evaporazione.
Fondamentale, per un orto sano e vigoroso, oltre alle consociazioni e alla fertilità del terreno, è l'uso dei macerati.
Quelli che uso personalmente sono il macerato di ortica e il macerato di equiseto.
Entrambi hanno materie prime facilmente reperibili, presenti in zone umide, scarpate, nelle bordure dei campi, etc.


Il macerato di ortica


Il macerato di ortica può essere utilizzato sia come antiparassitario, che come fertilizzante, grazie all’elevata quantità di sali minerali, azoto, ferro e vitamine. 
Esso stimola lo sviluppo delle piante
La sua funzione dipende dalle dosi: più puro per la funzione antiparassitaria, più diluito per quella fertilizzante.
Nella preparazione del macerato è la pianta intera ad essere utilizzata, sia fresca che essiccata, eccetto le radici. 
Nel caso in cui si prepari con ortica fresca, questa va raccolta prima della fioritura.
La proporzione per il macerato con la pianta fresca è 10 chili di ortica per 10 litri di acqua, anche piovana.
Una volta riempito di acqua e ortiche, il macerato va fatto riposare e mischiato ogni due giorni: il contenitore resterà aperto, ma è necessario applicare un panno per evitare l’attacco di insetti. 
I tempi di macerazione variano a seconda delle temperature: generalmente, dopo due o tre settimane circa il macerato è pronto. Un elemento da tenere d’occhio per regolarsi sono le bolle della fermentazione: quando spariscono, è il macerato è maturo. 
Se si prolunga la macerazione, il composto accentuerà la sua azione fertilizzante.
Per bloccare la fermentazione, bisogna aggiungere al macerato un po’ di aceto: il 2-4% rispetto al totale. Una volta pronto si può usare il macerato per un anno e mezzo, chiuso e ben conservato: nel caso in cui ci siano residui di pianta, prima di utilizzarlo è comunque necessario filtrarlo.


Il macerato di equiseto


L'equiseto è una pianta spontanea che cresce nei terreni umidi o sulle rive dei fossi ed è molto diffusa, in gran parte dell'Italia. 
L’equiseto rinforza le piante contro le malattie crittogamiche perché contiene tantissimo silice che va a rinforzare i tessuti delle piante orticole e aiuta a renderle meno sensibili a muffe e funghi (peronospora, marciume radicale, mal bianco;..).
Dell’equiseto si utilizza tutta la pianta senza le radici, nella quantità di 1 kg (pianta fresca) o 150 g (pianta secca) per ogni 10 litri di acqua.
Il macerato di equiseto si realizza lasciando fermentare in un contenitore acqua e la piante stessa.
Le piante possono essere immerse intere oppure spezzettate, secondo la dimensione del vostro secchio. Se immerse intere è meglio togliere la radice.
Occorre rimescolare di tanto in tanto e dopo circa 7 giorni le erbe introdotte si macerano, fermentando leggermente.
A questo punto il macerato è pronto: le foglie risultano sciolte, si intravedono appena le nervature e il colore è ancora verde.
Si filtra e si diluisce con altra acqua fino a 40 volte, ovvero 1 litro di macerato si diluisce in 40 litri di acqua.


L'utilizzo dei macerati

Entrambi i macerati possono essere utilizzati direttamente sulla foglia, sul colletto delle piante o sul terreno.
L'uso anti parassitario deve essere effettuato con una diluizione elevata del macerato in acqua.
Una diluizione minore sarà necessaria per l'uso al colletto, e ancora minore per l'uso come fertilizzante.

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