martedì 27 gennaio 2015

La new economy (II° parte): la borsa e il mimetismo del gregge


La lievitazione spropositata dei valori azionari crea una spirale senza via d'uscita, fino al crollo delle borse. Si può dire che nelle fasi espansive i mercati finanziari rivelano una dinamica del tutto autoreferenziale o riflessiva, nel senso che il valore dei titoli non ha più nulla a che fare con il valore economico soggiacente a questi stessi titoli. 
Si investe secondo la logica dell’imitazione di ciò che fanno gli altri e non secondo ciò in cui si crede o di cui si conosce il valore reale. In altre parole prevale la razionalità mimetica del gregge (faccio così perché tutti fanno cosi), a maggior ragione quando i mass media fanno di tutto per amplificare il rumore attorno ai titoli borsistici, alle megafusioni, al lancio delle nuove imprese dell’e-economy (le startup).
A ben guardare, il processo che porta milioni di piccoli e grandi investitori a fissare l’attenzione sui titoli azionari è identico al processo che nell’economia di mercato porta all’istituzione del denaro. In entrambi i casi si parte da una situazione in cui i singoli soggetti economici, ossia i detentori di qualche valore d’uso da scambiare contro altri beni utili, cercano di ottenere dalla vendita di ciò che posseggono un bene che sia il più rappresentativo possibile della ricchezza. 
In una situazione di cronica incertezza rispetto al futuro, la ricchezza che ognuno cerca di realizzare oggi è quella che domani gli permetterà di acquistare un qualsiasi altro bene. Si tratta quindi di una ricchezza che deve avere la peculiarità di essere unanimemente riconosciuta come tale. Infatti, la mia nozione di ricchezza (per esempio la casa, l’automobile, un quantitativo di oro) non è sufficiente per far fronte all’incertezza economica futura, perché se un domani avessi urgente bisogno di pagare il medico, questo mio bene particolare (casa, auto, oro) potrebbe non avere più lo stesso valore di mercato. 

Cercare la ricchezza, è cercare ciò che è desiderato da tutti, è cercare il desiderabile assoluto.
Ciò che fa di un bene la ricchezza universale si chiama liquidità, nel senso che la sua utilità proviene essenzialmente dal suo essere riconosciuta da tutti i membri di una determinata società. 
Non è la sostanza di cui è fatta la ricchezza che la definisce come tale, bensì il fatto che in un determinato periodo storico quel bene particolare è da tutti considerato un bene universale, un bene liquido perché facilmente convertibile in qualsiasi altro bene. Per far subito un esempio, i BOT statunitensi sono considerati altamente liquidi perché convertibili in denaro non appena se ne ha bisogno. Non è così per tutti gli altri titoli, e per quanto riguarda la moneta il suo grado di liquidità dipende dalla fiducia riposta dai cittadini nel suo essere moneta a corso legale.
In assenza del denaro e, in particolare, in assenza di un concetto di ricchezza che abbia la stessa validità per tutti, ognuno di noi utilizza l’altro come modello da imitare. La ricchezza dell’altro diventa per me “la” ricchezza da ricercare, e questo proprio a causa della incapacità di fare del mio concetto di ricchezza un concetto universale.
In altre parole, ogni soggetto è contrassegnato da un “manco d’essere”, un deficit di informazione rispetto alla società in cui vive, che lo porta ad imitare il comportamento altrui. 
In un’economia di mercato rapporti di imitazione sono comunque rapporti di rivalità, nella misura in cui imitare l’Altro significa desiderare ciò che l’Altro desidera o possiede, così che alla fine tutti concentrano l’attenzione sul medesimo bene. 
È precisamente questo processo conflittuale di imitazione/appropriazione che è all’origine dell’istituzione della moneta nella sua qualità di mediatore degli scambi. Senza la moneta istituzione i rapporti tra soggetti sarebbero rapporti di violenza reciproca.
Se la moneta permette di mediare i rapporti di scambio in virtù del suo essere unanimemente accettata, lo stesso può dirsi per i titoli quotati in Borsa. 
La liquidità dei titoli borsistici nasce dalla necessità di rendere rapidamente scambiabili i titoli nei quali la gente ha investito i propri risparmi. Se i titoli non fossero liquidi, vale a dire negoziabili, la propensione ad investire verrebbe fortemente inibita (in caso di bisogno urgente di liquidità, chi ha risparmi investiti in Borsa e non può vendere i titoli in cui li ha immobilizzati, va incontro a sicuro fallimento). 

«Si tratta di trasformare – scrive Orléan – ciò che non è altro che una scommessa personale su dividendi futuri in una ricchezza immediata hic et nunc. 
A tal fine, bisogna trasformare le valutazioni individuali e soggettive in un prezzo accettato da tutti. Detto altrimenti, la liquidità impone che sia prodotta una valutazione di riferimento che dica a tutti i finanzieri il prezzo al quale il titolo può essere scambiato. 
La struttura sociale che permette l’ottenimento di un tale risultato è il mercato: il mercato finanziario organizza il confronto tra le opinioni personali degli investitori in modo da produrre un giudizio collettivo che abbia lo statuto di una valutazione di riferimento. 
Il corso che emerge in questa maniera ha la natura di un consenso che cristallizza l’accordo della comunità finanziaria. 
Annunciato pubblicamente, ha valore di norma: è il prezzo al quale il mercato accetta di vendere e d’acquistare il titolo considerato, in un determinato momento, ed così che il titolo è reso liquido. 
Il mercato finanziario, per il fatto di istituire l’opinione collettiva come norma di riferimento, produce una valutazione del titolo riconosciuta unanimemente dalla comunità finanziaria».

Tratto dall'articolo "Il denaro che parla" di Christian Marazzi 
(da «Inoltre», a. V, n. 6, inverno 2002, pp. 9-19)

sabato 24 gennaio 2015

La new economy (I° parte): finanza e banche centrali, l'economia cambia


L'attuale modello economico postfordista (new economy) è basato sul connubio tra nuove tecnologie e finanza, tra settori tecnologici e imprenditoriali emergenti e mercati borsistici. 
Le due facce della new economy, quella tecnologica e quella finanziaria, hanno un decorso storico parallelo che si interseca compiutamente a metà degli anni ‘90 dando avvio alla famosa “euforia irrazionale” dei mercati borsistici e alla successiva esplosione della bolla speculativa che ha inizio nel marzo del 2000 ed è tuttora in corso. 
Si tratta da più punti di vista di storie parallele. 
La diffusione progressiva delle tecnologie informatiche, fino alla nascita della web-economy, va di pari passo con i nuovi modelli di organizzazione aziendale che nel corso degli anni Ottanta polverizzano la vecchia fabbrica fordista con le tecniche della produzione just-in-time, della flessibilizzazione della forzalavoro, dell’esternalizzazione di segmenti di produzione (outsourcing). 
Su questo versante i cambiamenti profondi dei modi di lavorare sono sia il frutto di un attacco frontale da parte del ceto imprenditoriale alla classe operaia fordista e alla sua forza politico-sindacale, sia la conseguenza di una rivoluzione sociale e culturale che vede le tecnologie informatiche e la loro organizzazione reticolare come una vera e propria occasione per sperimentare forme di democrazia assoluta. 
Questo passaggio dalla società fordista all’economia postfordista va infatti visto nella sua ambivalenza e ambiguità, perché da una parte l’uscita dal fordismo comporta l’inizio della precarizzazione delle condizioni di vita e di lavoro, ma nel medesimo tempo è vissuto come possibilità reale di superamento della società industriale novecentesca in cui lo Stato sociale viene visto più come luogo di auto riproduzione del sistema dei partiti che come dispositivo di redistribuzione della ricchezza, in cui le grandi imprese sono considerate potenze esterne alla società e alle forme di cooperazione sociale sperimentate negli anni delle lotte operaie e studentesche. 
Il successo delle nuove tecnologie non sarebbe spiegabile senza questa domanda di democrazia assoluta emergente dalle lotte degli anni ‘70, e lo stesso successo della critica neoliberista allo Stato sociale non si spiegherebbe senza tener conto della crisi della democrazia rappresentativa e della domanda di partecipazione diretta alla ripartizione della ricchezza sociale. 

Sul versante monetario, la new economy è il risultato della svolta nella politica delle banche centrali
La decisione della Federal Reserve (ottobre del 1979) di aumentare i tassi di interesse dal 9% al 20% per attaccare l’inflazione interna agli USA (espressione monetaria dell’esplosione dei salari e degli effetti dello shock petrolifero del 1974) e la svalutazione internazionale del dollaro (riflesso della perdita del controllo US sull’offerta globale di denaro e sui flussi di credito internazionale), rappresenta il passaggio da un’economia dominata dai debitori all’economia dominata dai creditori/investitori. 
A proposito delle dinamiche che portarono alla svolta monetarista del ‘79 Giovanni Arrighi scrive: «Le politiche monetarie statunitensi degli anni Settanta stavano cercando di indurre il capitale a continuare a sostenere l’espansione materiale dell’economia-mondo capitalistica imperniata sugli Stati Uniti, sebbene tale espansione fosse divenuta la causa principale dell’aumento dei costi, dei rischi e dell’incertezza per il capitale delle grandi imprese in generale e per quello statunitense in particolare. 
Com’era prevedibile solo una parte della liquidità creata dalle autorità monetarie statunitensi venne utilizzata per la creazione di nuovi impianti commerciali e produttivi: la maggior parte fu trasformata in petrodollari ed eurodollari che, dopo essersi riprodotti più volte attraverso i meccanismi interbancari privati di creazione di moneta, riemersero prontamente nell’economia mondiale come rivali dei dollari emessi dal governo americano». 
La svolta monetarista del 1979, alla quale seguiranno una dopo l’altra le misure di liberalizzazione dei movimenti dei capitali, la privatizzazione delle risorse pubbliche e la finanziarizzazione su scala mondiale, sigla la memorabile alleanza tra il potere dello Stato e quello del capitale
Da quel momento in poi le politiche monetarie espansive degli Stati Uniti, che avevano caratterizzato l’intera epoca della guerra fredda e la crescita economica fordista, lasciano il posto a politiche restrittive volte a estirpare l’inflazione. 
L’aumento dei tassi di interesse avrà conseguenze durature sui debiti del settore pubblico e del settore privato, costringendo il capitale a dipendere sempre più dai mercati borsistici per il proprio finanziamento e forzando gli Stati nazionali a comprimere la spesa sociale con il contenimento del debito pubblico. 
Non a caso è del 1981 la creazione negli Stati Uniti del primo schema pensionistico a contribuzione definita (il 401(k)). 
A differenza dei precedenti schemi pensionistici a prestazione definita in cui le rendite vengono fissate contrattualmente come percentuale degli ultimi salari percepiti, nello schema pensionistico a contribuzione definita la rendita dipende dai rendimenti dei titoli in cui i risparmi dei lavoratori sono stati investiti. 
«Tradizionalmente – scrive Robert Shiller – i sindacati hanno considerato i piani a prestazione definita le migliori forme di garanzia di benessere una volta in pensione, ma la riduzione degli iscritti ha comportato un minor sostegno a questo tipo di schemi». 
La perdita d’importanza del settore manifatturiero, a lungo roccaforte dei sindacati e dei piani pensionistici su base retributiva, permette la progressiva diffusione di schemi pensionistici integrativi basati sul principio della capitalizzazione dei risparmi privati. 
Nasce così la società del rischio in cui il destino dei lavoratori viene legato saldamente a quello del capitale. 
Era dagli anni Cinquanta che la Borsa aveva ripetutamente tentato, ma con scarso successo, di solleticare l’interesse del grande pubblico per il mercato azionario, ma nessuna informazione diffusa dalla Borsa per avvicinare il pubblico al mondo borsistico avrebbe mai potuto competere con gli effetti dell’apprendimento pratico dovuto alla creazione dei piani a 
contribuzione definita (la cosiddetta pensione integrativa o II pilastro). 
Benché l’obiettivo dei fondi pensione sia quello di incoraggiare la visione di lungo termine degli investitori per prepararli al pensionamento, gli schemi pensionistici a contribuzione definita sono concepiti in modo da favorire i titoli azionari a scapito dei titoli obbligazionari (a rendimento fisso) o dei beni immobili. 
Questo è reso possibile dal fatto che le persone tendono a distribuire in modo sbilanciato i propri risparmi, senza prendere in considerazione il contenuto delle opzioni prescelte. 
In questo modo, il valore di interesse e di curiosità per le azioni ha la meglio su qualsiasi razionalità individuale di decisione d’investimento, su qualsiasi attenzione a ciò che concretamente sta dietro i titoli quotati in Borsa. 
Nel corso degli anni ‘80, negli Stati uniti una delle ragioni del successo dei fondi comuni d’in-vestimento – l’altro strumento di raccolta massiccia del risparmio collettivo che ha contribuito all’esplosione della new economy – si deve al loro uso all’interno dei piani pensionistici. 
Familiarizzandosi con l’investimento in azioni per scopi pensionistici si finisce con l’investire nei fondi comuni anche i risparmi esterni ai piani pensionistici. 
Altrettanto importante per la crescita dei fondi comuni è stata la pubblicità che ne è stata fatta attraverso show televisivi,  riviste, quotidiani. 
Tra i primi anni Ottanta e la fine degli anni Novanta i fondi aperti aumentano parallelamente alla riduzione dei tassi di interesse bancari e del rendimento dei Buoni del tesoro (i BOT) e al bombardamento pubblicitario dei mass media sugli investitori più inesperti e sprovveduti.
Con i fondi pensione e i fondi comuni si dà avvio al drenaggio del risparmio collettivo, prima americano e poi mondiale, e al sempre più diffuso investimento diretto (anche via Internet) di milioni di piccoli risparmiatori in preda alla febbre del guadagno facile
Si chiama appunto finanziarizzazione il dirottamento diretto e/o indiretto del risparmio delle economie domestiche sui titoli azionari. 
Sull'onda dello spostamento del finanziamento dell’economia dal settore bancario a quello borsistico, la finanziarizzazione contribuisce in modo decisivo al decollo della new economy della seconda metà degli anni ‘90. 
Da una parte, le ristrutturazioni dei modi di produrre e l’investimento in nuove tecnologie informatiche riducono il rischio di inflazione mentre aumentano la produttività del lavoro, dall’altra parte la disinflazione, ossia la riduzione graduale dei tassi di inflazione, trascina verso il basso i tassi di interesse, riducendo in tal modo la remunerazione bancaria dei risparmi. 
Per attirare gli investitori sui mercati borsistici le imprese offrono rendimenti sempre più elevati con operazioni di fusione e acquisizione di altre imprese, acquistando le loro stesse azioni o, come si è visto con gli scandali della Enron, della WorldCom e di molte altre grandi imprese, truccando la contabilità per far apparire i profitti più elevati, per poi intascare somme enormi con le famose stock options, le opzioni di prelievo sulle azioni della propria impresa con le quali manager e dipendenti ricevono la parte variabile dello stipendio.

Tratto dall'articolo "Il denaro che parla" di Christian Marazzi 

(da «Inoltre», a. V, n. 6, inverno 2002, pp. 9-19)

venerdì 16 gennaio 2015

Il denaro secondo Georg Simmel: il Dio dei nostri tempi


La moderna teoria economica considera il denaro una merce che, come tutte le merci, è sottoposta alle leggi della domanda e dell'offerta. 
Così, semplificando, se il mercato vuole dollari, facendone crescere la domanda rispetto alle disponibilità correnti, il valore del dollaro sale. E così per l'euro e per le altre monete.
La stessa cosa vale per i vari titoli e azioni, i quali non sono altro che dei sottoprodotti strutturali del denaro, generati dall'economia e dalla finanza. in modo particolare a partire dalla rivoluzione industriale.
Ma quanto c'è di veramente oggettivo in queste alternanze e variazioni e quanto invece è riconducibile a puri effetti psicologici nel processo di apprezzamento del valore, indipendentemente se questo processo si svolga su basi individuali o collettive?

Secondo il sociologo Georg Simmel:"né l'alloggio, né l'abbigliamento, né i metalli preziosi possono essere considerati valori di per sé, ma lo divengono solo nel processo psicologico della loro stima. Il denaro non è che un termine di misura di valori, e che solo in quanto tale può costituire per questi un mezzo di scambio. Perciò, per stimare dei valori, il denaro stesso deve essere in ogni caso un valore e, per questo motivo, non può scadere a criterio di misura solamente fittizio, a mera moneta segno indipendente dal rapporto con un bene reale".
Il denaro, perciò, dovrebbe servire come criterio di misura, poiché non esiste alcun valore oggettivo in senso assoluto. Ogni oggetto ha un valore che gli viene attribuito.
Procedendo oltre, per Simmel: "non esiste il benché minimo motivo per cui un qualunque simbolo del denaro non debba svolgere le stesse funzioni dell'argento o dell'oro come strumento di misura del valore e mezzo di scambio, qualora la coscienza del valore si sia completamente trasferita in esso. Ciò sarebbe reso più possibile da quel processo psicologico dell'innalzamento dei mezzi alla dignità di fine ultimo che in altri campi ha luogo ripetutamente. Nella stessa misura in cui tanti fini hanno bisogno del denaro, questo diventa, in quanto necessario, talmente importante per la nostra coscienza, che il suo valore sembra oltrepassare quello di un semplice mezzo".

Ed è così che il carattere seducente del denaro, convertibile e cambiabile in ogni istante in qualsiasi cosa, entri in conflitto con le conseguenze benefiche di questa sua impersonalità.
"L'assenza di qualità del denaro porta infatti con sé l'assenza di qualità dell'uomo, inteso come colui che dà e che riceve denaro".
Le regole del gioco economico lo impongono: ciò che si cede per denaro giunge al massimo offerente, indipendentemente da che cosa e da chi egli sia.
"Quando si compra qualcosa col denaro, mi è indifferente da chi compro ciò che desidero e che vale il prezzo richiesto, mentre se acquisto qualcosa al prezzo di un servizio o dell'impegno personale, in un rapporto sia esteriore che interiore, allora esamino attentamente colui con cui ho a che fare, perché a una persona qualsiasi non voglio dare di me nient'altro che denaro. Il denaro è l'oggettivo assoluto in cui ha termine tutto ciò che è personale".
E' così che una proiezione sentimentale ingiustificata, con l'aggiunta dell'incremento del traffico monetario, porti ai concetti di denaro "macchiato di sangue" o "gravato da una maledizione".
L'indifferenza del denaro, mai così forte come nella nostra epoca, è ciò che genera l'indifferenza nei confronti degli oggetti.
"Il fattore decisivo che immediatamente condiziona l'acquirente e dà senso all'acquisto, non è la merce nella sua peculiarità, ma la definizione del suo prezzo: lo specifico "quale" arretra sempre più a favore del "quantum" che è la sola cosa che interessa. La comprensibile conseguenza di tutto ciò è che si comprano sempre più cose solo perché costano poco senza curarsi della loro qualità. La stessa essenza psicologica del denaro determina tuttavia anche il fenomeno opposto. Molte cose vengono stimate e ricercate proprio perché sono molto costose; per lo più tutto il pregio di un oggetto dipende dal semplice fatto che possa essere ottenuto solo ad un particolare prezzo. Questo determina spesso un circolo vizioso nella definizione del valore: se l'offerente fa calare il prezzo cala anche la valutazione della merce e ciò abbassa ulteriormente il prezzo".

Anche nel passato la particolare natura indeterminata del denaro ha influenzato categorie di persone cui, a motivo del loro stato civile, erano preclusi a priori obiettivi di evoluzione personale come, ad esempio, i liberti romani, gli ugonotti francesi e gli ebrei di tutto il mondo. Tutte queste categorie di persone si sono dedicate in modo particolare al guadagno di denaro.
Ciò perché il denaro è territorio neutrale, che meno di ogni altro può essere precluso in modo efficace. Infatti, proprio per il suo carattere indeterminato, il denaro può affluire verso le più disparate categorie di persone attraverso numerosi canali, nonostante continuino a restare a queste categorie inaccessibili quei canali diretti verso altri sbocchi evolutivi.
In termini psicologici, il sentimento di pace e sicurezza che il possesso di denaro garantisce, corrisponde, da molti punti di vista, a ciò che l'uomo devoto trova nel proprio Dio. Il denaro diventa in questo modo il Dio del nostro tempo.
"Proprio come Dio nella forma della fede, il denaro è, nella forma concreta, la massima astrazione cui si sia levata la ragion pratica".




Georg Simmel (Berlino, 1 marzo 1858 – Strasburgo, 28 settembre 1918) è stato un filosofo e sociologo tedesco. Ha analizzato gli eventi storici e sociali sia per come vengono originati dalla vita delle persone, sia per come le figure sociali vengano costruite dall'interazione tra individui. 
Oggi è considerato uno dei padri "fondatori" della sociologia con Emile Durkheim e Max Weber nonostante non abbia fondato una "scuola", né molti si siano dichiarati simmeliani.

martedì 6 gennaio 2015

Le verità sul traffico mondiale della droga


"Potrà essere una rivelazione per molte persone il fatto che il commercio globale della droga sia controllato e gestito dalle agenzie di spionaggio. In questo traffico mondiale di droga, l’intelligence britannica regna sovrana.
Come sanno bene le persone informate su questo argomento, MI5 e MI6 controllano molte delle altre agenzie di spionaggio al mondo (CIA, MOSSAD, ecc..) in un’ampia rete di intrighi e corruzione che ha la sua base di potere globale nel “miglio quadrato” della City di Londra. 
Il mio nome è James Casbolt ed ho lavorato per il MI6 in “operazioni occulte” di traffico di cocaina con l’IRA ed il MOSSAD a Londra e Brighton fra il 1995 e il 1999. Anche mio padre Peter Casbolt era nel MI6 e lavorò con la CIA e la Mafia a Roma, trafficando cocaina in Gran Bretagna. Dalla mia esperienza ho ricavato la consapevolezza che le distinzioni di tutti questi gruppi sono sfumate a tal punto che alla fine eravamo un unico gruppo internazionale che lavorava assieme per gli stessi obiettivi.
Eravamo marionette le cui corde erano tirate da burattinai globali con sede nella City di Londra. La maggior parte dei livelli delle agenzie di spionaggio non sono leali verso i cittadini del paese in cui risiedono e si vedono come “al di sopra della nazione”. visita nocensura.com E’ stato dimostrato oltre ogni ombra di dubbio che la CIA ha importato la maggior parte della droga in America negli ultimi cinquanta anni (andate a vedere il sito web “From the Wilderness” dell’ex-ufficiale della LAPD Michael Rupert come prova). La CIA opera agli ordini dello spionaggio britannico ed è stata creata proprio da questo nel 1947. La CIA ancor oggi è leale ai banchieri internazionali con base nella City di Londra ed alle famiglie aristocratiche dell’elite globale come Rothschild e Windsor (Saxa-Coburg-Gotha).
Da quando è stato attivo, il MI6 ha sempre introdotto droga in Gran Bretagna. Non è che introducano ‘della’ droga in Gran Bretagna, io stimerei che il MI6 vi introduca circa il novanta per cento della droga complessiva. Lo fanno tramite il controllo di molti gruppi terroristici e criminali organizzati, e gruppi come l’IRA sono pieni di agenti MI6. Il MI6 importa eroina dal Medio Oriente, cocaina dal Sudamerica e cannabis dal Marocco, come da altri luoghi. 


La creazione dell'LSD

L’intelligence britannica ha inoltre progettato e creato l’LSD negli anni ‘50 in luoghi come il Tavistock Institute di Londra. 
Negli anni ‘60 il MI5, il MI6 e la CIA usavano l’LSD come arma contro i manifestanti arrabbiati per trasformarli in ‘figli dei fiori’ troppo sballati per organizzare una rivoluzione.
Il Dott. Timothy Leary, il guru dell’LSD degli anni Sessanta era un burattino nelle mani della CIA. 
I fondi monetari e la droga per la ricerca di Leary provenivano dalla CIA e Leary afferma che Cord Meyer, l’agente CIA incaricato di finanziare la contro-cultura dell’LSD degli anni Sessanta “mi ha aiutato a capire più chiaramente il mio ruolo culturale politico”. 
Nel 1998, mi furono inviate dal MI5 3000 dosi di LSD su carta assorbente con l’immagine della bandiera europea stampata sopra. L’uomo del MI5 che li spedì disse a mio padre che era una “firma” del governo e che questo LSD era chiamato “Europa”. 


Un grandissimo giro di soldi..e di vite

Il traffico mondiale della droga controllato dallo spionaggio britannico vale almeno 500 miliardi di sterline all’anno. E’ più del commercio mondiale del petrolio e le economie di Gran Bretagna ed America dipendono totalmente dal denaro della droga.
Il boss della mafia John Gotti espose questa situazione in tribunale quando gli venne chiesto se fosse coinvolto nel traffico di droga. Rispose “No, noi non possiamo competere con il governo”.
Credo che sia stata soltanto una mezza verità perché la mafia e la CIA ai livelli più elevati sono lo stesso gruppo. In Gran Bretagna, i soldi della droga del MI6 sono riciclati attraverso la Banca d’Inghilterra, la Banca Barclays e altre aziende di note famiglie. I soldi della droga passano da conto a conto fino a disperdere le loro origini in un’enorme rete di transazioni. I soldi della droga escono “più puliti”, ma non totalmente puliti.
A questo punto, le famiglie che gestiscono il business corrotto dei diamanti, come gli Oppenheimer, usano questi soldi per acquistare diamanti. Questi sono poi venduti, ed i soldi della droga diventano puliti. 
Il MI6 e la CIA sono inoltre responsabili della diffusione endemica della cocaina crack in Gran Bretagna e America. 
Nel 1978, il MI6 e la CIA erano in Sudamerica a studiare gli effetti sui nativi che fumano la colla della cocaina ‘basuco’. Questa droga ha lo stesso effetto della cocaina crack. Hanno visto che il potenziale di resistenza e assuefazione era di gran lunga superiore alla cocaina ordinaria e crearono la cocaina crack dalla formula del basuco. Il MI6 e la CIA da allora hanno sommerso la Gran Bretagna e l’America di crack. 
Due anni dopo, nel 1980, la Gran Bretagna e l’America iniziavano a vedere i primi segni della diffusione della cocaina crack sulle strade.
Il 23 agosto 1987, in una comunità rurale a sud di Little Rock in America, due ragazzi minorenni di nome Kevin Ives e Don Henry sono stati assassinati e fatti a pezzi dopo essere stati testimoni di una consegna di cocaina da parte della CIA, all’interno di un’operazione di traffico di droga con base in un piccolo aeroporto a Mena, Arkansas. 
Bill Clinton era allora governatore dell’Arkansas. Bill Clinton a quell’epoca era coinvolto con la CIA e per l’aeroporto di Mena, Arkansas, ogni mese transitava cocaina per un valore di 100 milioni di dollari. 
A riprova controllate i libri ‘Compromise’ e ‘Dope inc’. 
Sui traffici internazionali di droga MI6 di mio padre, qualunque cosa cadesse dalla parte posteriore del camion, per così dire, lui la teneva e la vendeva in Gran Bretagna. Finchè mio padre incontrava i motoscafi dal Marocco nella Costa del Sol e poi trasportava i carichi di canapa tramite camion MI6, IRA in Gran Bretagna ogni mese, lo spionaggio britannico era felice.
Finchè mio padre gestiva spedizioni di cocaina da Roma ogni mese, MI5 e MI6 erano felici. Se mio padre ne teneva una puntina per venderla nessuno si preoccupava perché c’era abbastanza droga e soldi per arrivare ad un giro di 500 miliardi di sterline all’anno di commercio mondiale di droga. Quelli che in effetti pagavano erano le persone assuefatte.
E stavano pagando con la loro sofferenza. Ma il destino (karma) ti raggiunge sempre e sia io che mio padre siamo diventati eroinomani negli ultimi anni e mio padre è morto drogato e povero in prigione in circostanze molto strane. Oggi, sono pulito e libero dalla droga e voglio contribuire ad arrestare questa sofferenza di cui non si parla causata da questo commercio mondiale di droga.


Un piano studiato a tavolino

Le agenzie di spionaggio hanno sempre usato droghe che causano assuefazione come armi contro le masse per portare avanti il loro programma di lunga durata per un unico governo mondiale, un’unica forza di polizia mondiale per la quale è stata designata la NATO ed una popolazione con micro-chip impiantati, conosciuto come il Nuovo Ordine Mondiale. 
Mentre la popolazione guarda “Coronation street” in una trance indotta da droga o alcool, il Nuovo Ordine Mondiale si sta insinuando alle loro spalle. 
Per esporre correttamente il funzionamento di questo commercio mondiale della droga gestito dallo spionaggio dobbiamo presentare i giocatori chiave di questo settore:
  •  Tibor Rosenbaum, un agente MOSSAD e capo del Banque du Credit International con sede a Ginevra. Questa banca era il precursore della nota Banca di Credito e Commercio Internazionale (BCCI) che è una delle principali banche per il lavaggio di denaro derivante dalla droga dello spionaggio. La rivista “Life” ha presentato la banca di Rosenbaum come una riciclatrice dei soldi della criminalità organizzata che fa capo alla famiglia americana di Meyer Lanksky e Tibor Rosenbaum ha fondato e sostenuto ‘Permindex’, l’unità di assassini MI6 coinvolta nell’assassinio di John F. Kennedy.  
  • Robert Vesco, sponsorizzato dal ramo svizzero dei Rothschild e parte della connessione americana al cartello della droga di Medellin in Colombia.
  • sir Francis de Guingand, ex capo dello spionaggio britannico, ora vive in Sudafrica (ed ogni capo di MI5 e MI6 prima e dopo lui è stato coinvolto nel mondo della droga).
  • Henry Keswick, presidente di Jardine Matheson che è una delle più grandi operazioni di traffico di droga al mondo. Suo fratello John Keswick è presidente della Banca d’Inghilterra.
  • sir Martin Wakefield Jacomb, direttore della Banca d’Inghilterra dal 1987 al 1995, vicepresidente nel 1985 della Barclays Bank, direttore del giornale Telegraph nel 1986 (questa è la ragione per cui questa manica di vermi non finisce sui mass media. La gente che perpetra questi crimini controlla la maggior parte dei mass media. In America, l’ex direttore della CIA William Casey è capo del consiglio di amministrazione della rete ABC. Molti insiders si riferiscono alla ABC come alla “rete della CIA”)
  • George Bush Senior, ex Presidente ed ex capo della CIA e principale barone della droga americano, che ha affrontato più guerre sulla droga di ogni altro presidente. Che in realtà è solo un metodo per eliminare la concorrenza. Si potrebbe scrivere un libro intero sulla partecipazione di George Bush al commercio mondiale di droga, ma è ben trattato nel libro ‘Dark alliance’ del giornalista investigativo Gary Webb. Gary Webb fu trovato ucciso con due ferite d’arma da fuoco nella parte posteriore della testa. Il caso è stato dichiarato un ‘suicidio’."


Queste erano le dichiarazioni di James Calbot

domenica 4 gennaio 2015

I Rothscild, i veri padroni del mondo (IV° parte): l'impero oggi


Un piccolo salto nel passato

Prima della battaglia di Waterloo finanziarono entrambi gli schieramenti, come da prassi, e riuscirono a sapere qualche giorno prima, tramite una rete di corrieri ben organizzata, che il Duca di Wellington vinse su Napoleone, questo permise loro di guadagnare in modo sporco tantissime sterline dato che fecero credere agli inglesi che la guerra era stata persa e l’invasione da parte dei francesi era ormai inevitabile ed imminente. Questa fu una delle tante operazioni che rese famoso Nathan Rothschild.
La conquista degli Stati che componevano la Penisola italiana e, in particolare, del ricco Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia non fu solo dettata dall’esigenza di rientrare dall’esposizione nei confronti di una delle loro “Banque” che aveva già investito parecchio nelle avventure belliche piemontesi.
Nella spedizione dei Mille il ruolo della massoneria inglese, capeggiato da loro, fu determinante con un finanziamento di tre milioni di franchi ed il monitoraggio costante dell’impresa.
L’ Israele che si conosce ora (la Regione West Bank compresa) è stata voluta da codestiquali hanno finanziato la campagna elettorale di Hitler attraverso i finanziamenti del nonno di Bush (Prescott Bush degli Skull & Bones) tramite la Union Bank.
Hanno speso tanti soldi per “condurre” milioni di persone in poco tempo da un continente ad un altro.


I Rothscild ora

Il Premio Rothschild (“Rothschild Prize”) è tra i più ambiti tra le Università in Israele.
Posseggono il The Economist e Liberation.
Sono direttamente collegati alla Monsanto, posseggono la British Petroleum, ora tristemente famosa, ed a tantissime altre Multinazionali.
Sono i Guardiatesori del Vaticano, la più importante carica che il Vaticano “dona” dato che costoro controllano il tesoro del Vaticano dal 1823. 
Hanno fondato il supermercato Esselunga tramite un loro uomo dal nome Rockefeller.
La moglie di uno di loro, Arielle, è il vice-presidente della organizzazione Francese umanitaria CARE e rappresenta il suo paese al consiglio di amministrazione di CARE International; uno dei maggiori gruppi internazionali che si occupa di volontariato.
Sono direttamente collegati al colosso della comunicazione Facebook, essendo nel consiglio di amministrazione.
Quello che si nasconde dietro la disgregazione della Jugoslavia e i conflitti all’interno dei Balcani è una sottile tela di personaggi collegati alle più potenti lobbies bancarie che hanno a capo questa famiglia.
Sono i maggiori advisor ed a loro tantissimi Gruppi chiedono consulenza prima di avviare trattative finanziarie. Comune di Roma, Juventus, Alitalia, Intesa Sanpaolo, Abn Amro, Marazzi, Unilever, Mps, Telecom, Bpi, West Ham, Murdoch, Banca Popolare di Milano, Tiscali, Ubi Banca, Luxottica, Ente Cinema del ministero del Tesoro, British Telecom, Banca Italease, Paramount, Eni, Time Warner, Banca Carige, Credit Agricole e Mediaset sono solo alcuni dei tantissimi clienti ai quali fanno “consulenza”. 
Per fare un esempio: hanno gestito la privatizzazione di Cinecittà.
Bank of China lavora fianco a fianco con il ramo francese dato che è entrata nel capitale della Compagnie Financière Rothschild con una partecipazione del 20%. Heer appartiene ad una ricca famiglia di banchieri svizzeri e sostiene che i suoi dirigenti della Banca (la suddetta famiglia) lo avrebbero costretto ad effettuare le operazioni più ignobili.
Tra i tanti investimenti che coinvolsero la famiglia viene spesso evocato il prestito che ha permesso al governo britannico di costruire il canale di Suez.
I Rothschild controllano Yahoo attraverso la Barclays dato che i 5 azionisti maggiori di Yahoo Inc. 
Nell’ordine sono: Capital Research & Management CO (Los Angeles), Legg Mason Inc (Baltimora), Barclays Global Investors UK Holdings LTD (Londra), Vanguard Group Inc (Valley Forge) e Barclays Global Investors NA /CA/ (San Francisco).
Nel 2006 sapevano già con largo anticipo della crisi economica imminente e singolare è il fatto che stabilirono il prezzo per la cessione di Airbus con un valore di circa il 20% in meno.
Sono proprietari della famosa galleria londinese Colnaghi.
Il vino più costoso del mondo, lo Chateau Lafite, porta il nome Rothschild, così come altri vini pregiati: Champagne Brut, Bordeuax Mouton, e tanti altri.
Nel cda di una loro Banca omonima ci sono i proprietari di Telecom Italia, Citigroup, Heineken, Shell, Repsol, Coca Cola, Nielsen, Royal Philips Electronics, New York Times, De Beers, British Museum, BBC, Royal Bank of Scotland, British Telecom, Governatori di Banche e tantissimo altro.
In una delle loro Ville a Francoforte, nel sontuoso salone Delan M., ogni mattina e pomeriggio i rappresentanti delle cinque Bullion houses della City si riuniscono per decidere il prezzo dell' oro.
La Fondation Adolphe de Rothschild è considerata tra la più prestigiose ed autorevoli in campo medico e viene seguita da molte autorità.
Per oltre un secolo ha offerto ai pazienti squadre mediche e chirurgiche nel campo delle malattie della testa e del collo: Oculistica, ORL, Neurologia, Neurochirurgia e Neuroradiologia Interventistica. La Fondazione è un ospedale privato che collabora con l’ospedale pubblico. 
Ha le migliori apparecchiature secondo la medicina ufficiale, sono considerate efficienti e forniscono al contempo servizi considerati di qualità ai suoi pazienti.
Sono i proprietari della British American Tobacco o BAT, la terza più grande azienda mondiale produttrice di sigarette.
Franco Mattioli nel 1999, socio dello stilista Gianfranco Ferrè, ha venduto il 49 per cento detenuto nella casa di moda italiana alla merchant bank Rothschild.
Possiedono le reti televisive, i Rothschild hanno il controllo di tutte e tre le grandi reti statunitensi che sono: NBC, CBS e ABC.
Nel 1995 lo scienziato per l'energia atomica, il dottor L. Kitty, sostenne che i Rothschild controllano l'80% delle forniture di uranio di tutto il Mondo accusando loro di avere il monopolio nucleare globale.
Hanno scalato la grande banca russa Rosbank. 
Il Washington Post fu diretto dal 1972 al 1989, e di nuovo nel 2002, da sir Evelyn De Rothschild.
La famosa “Ferrovia del Nord”, costruita durante l'Impero Austro-Ungarico per collegare Vienna con le miniere di sale di Bochnia vicino a Cracovia, fù finanziata da Salomon Mayer von Rothschild. Tra le tantissime altre ferrovie costruite in quel periodo e finanziate dai Rothschild ce ne furono anche moltissime italiane.
Sono stati i propritari della “Abraham & Straus” fino al 1994, anno di chiusura del marchio; era una catena di negozi che nel 1900 raggiunse la quota di 4.650 dipendenti. Il primo negozio lo apri nel 1881 Abraham Abraham. Successivamente entrò Isidor Straus il quale nel 1912, insieme con la moglie Ida, peri nel naufragio del Titanic.
Utne Reader è una rivista americana che esce ogni due mesi. La rivista fu fondata nel 1984 da Nina Rothschild. Nina Rothschild Utne è l'ex amministratore delegato e attuale Editor at Large della Utne Reader.
La Rothschild divenne la più prestigiosa carrozzeria di Francia ed aprì, nel 1906, una sede anche a Torino in via Madama Cristina 147: la Carrozzeria Italiana Rothschild società anonima, con capitale di un milione e mezzo di franchi. Questa affiliazione italiana, qualche anno più tardi, fu acquisita dalla Fiat e divenne la Sezione Carrozzerie Fiat.
La British Petroleum, della quale l' azionista di controllo è Nathan Philip Rothschild, possedeva il 20% del mercato mondiale dei pannelli fotovoltaici nel 2004. Vuole creare una rete distributiva di idrogeno nella California.
LA7 era controllata direttamente dai Rothschild attraverso Telecom la quale è controllata da una cordata italo-spagnola composta da Mediobanca, Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo e Telefónica (Telco [patto di controllo]), ha il controllo del 23% circa di Telecom Italia. AD era Franco Bernabè (Rothschild Europe).
Nel 2002 LCF Rothschild ha conquistato la sesta posizione a livello mondiale nella classifica a tre anni relativa alla performance dell’insieme dei fondi gestiti da ciascuna società di gestione stilata da Morningstar, che ha comparato per la prima volta ben 14.000 fondi di tutto il mondo. Il Gruppo LCF Rothschild é oggi presente a Parigi, Londra, Ginevra, Lugano, Lussemburgo, Madrid, Barcellona, Lisbona, Monaco, Montreal, Tel Aviv e Milano.


Rothscild tra politica e finanza

L'ex Presidente della Federazione Sionista, Asher Mallah, è il pro cugino di Sarkozy direttamente collegato a questa famiglia.
L' ex presidente francese Pompidou lavorava alla loro Banca prima di iniziare la sua carriera politica e l' attuale presidente della Compagnie financière Edmond, Bernard Esambert, è stato consigliere di Pompidou all' Eliseo come Edouard Balladur, ministro dell' Economia e numero due del governo Chirac. L'ex Primo ministro Georges Pompidou era un agente dei Rothschild.
Henry Kissinger, il probabile mandante dell'assassinio di Aldo Moro (secondo la vedova di Moro stesso), assieme ai Bush frequenta e ha frequentato spesso le ville americane del ramo d' oltreoceano di questa famiglia tant'è che uno dei suoi ultimi festeggiamenti per il suo compleanno è stato organizzato dai Rothschild stessi.
Paul Myners, un impiegato di una delle loro Banche, è il Segretario per i servizi finanziari inglesi e ricopre anche la carica di Primo Ministro del National Economic Council, nel 2007 ha dato £ 12.700 per la campagna di leadership di Gordon Brown.
Dietro Schwarzenegger c'è, oltre a Warren Buffet che è il secondo uomo più ricco d'America, lord Jacob, il capo della omonima famiglia bancaria. Famosa rimane l'intervista a Terminator all'interno della quale esprimeva pensieri fascisti che potevano tenere testa a quelli di Mussolini.
Mario d' Urso è banchiere di razza e amico dei signori dell' industria (era uno dei commensali più frequenti e apprezzati dell' Avvocato Gianni Agnelli) e della finanza (è adorato da Jacob Rothschild) e della politica (grazie ai suoi ottimi rapporti con i Kennedy). Mario d' Urso ha organizzato nella propria villa il compleanno a Fausto Bertinotti e quest ultimo lo ha ringraziato pubblicamente.
Carlo De Benedetti, ebreo, una delle persone più potenti in Italia, è nel Consiglio d'Amministrazione della Banca Rothschild francese.
L'attuale Amministratore delegato di Telecom è Franco Bernabè, l'ex VicePresidente di Rothschild Europe ed attualmente in Rothschild Spa. Quest' ultimo è stato amministratore delegato di Eni, dal 1992 al 1998 ha privatizzato la Società. Bernabè ha inoltre ricoperto vari incarichi pubblici: nel 1999 è stato nominato dal Primo Ministro come rappresentante speciale del governo italiano per la ricostruzione del Kossovo; tra il 2001 e il 2003 è stato Presidente della Biennale di Venezia e dal 2004 è Presidente del MART di Trento e Rovereto, il principale museo italiano di arte moderna.
Angelo Rovati era Senior Advisor in Rothschild Italia, è un ex cestista, dirigente sportivo e politico italiano. È stato uno dei consiglieri di Romano Prodi. Divenne consigliere della presidenza del Consiglio nel maggio 2006, durante il Governo Prodi II.
Il principale organizzatore del tour europeo che lanciò Fini ed il suo Movimento fù Sir Derek Thomas. L' ex ambasciatore inglese a Roma sovraintende agli affari italiani della Banca Rothschild.
Stefano Rossi che in una nota intervista parla di paesi virtuosi e dell'imminente crisi della Grecia e della Spagna, è Amministratore Delegato Edmond de Rothschild e comincia la sua carriera a Londra nel 1988. Nel 1989 torna in Italia per entrare in Citibank. Nel 1991 approda in S.G. Warburg e in seguito, con l’acquisizione della Società da parte di SBC e della successiva unione con UBS, viene promosso nel 1996 a Head of Sales di UBS. Nominato nel 2001 Responsabile del mercato azionario e Managing Director di UBS SIM, Rossi mantiene la carica di CEO della SIM italiana di UBS fino al giugno 2007. 
Carlo Caracciolo è un nobile e socio di Rothschild nel quotidiano Liberation. Carlo Caracciolo fondò “La Repubblica”. Eric Alain Rothschild aveva preso in moglie Maria Beatrice Caracciolo. Gianni e Umberto Agnelli hanno sposato le due figlie di Caracciolo e da allora sono stati soprannominati "affettuosamente" i Re d'Italia. 


Le informazioni sono tratte dal link http://www.nocensura.com/2012/02/dossier-la-famiglia-piu-potente-del.html