mercoledì 29 gennaio 2014

Oltre la medicina convenzionale (II°parte): l'Igiene Naturale o Igienismo


L’Igiene Naturale o Igienismo non è un semplice sistema alimentare ma un vero e proprio stile di vita, in grado di restituire o favorire l’equilibrio e la salute.
Secondo l’igienismo ogni fenomeno è regolato da leggi salde, coerenti, immutabili dall’uomo in ciò che hanno di essenziale.
I processi della vita non sfuggono a queste leggi naturali che, se rispettate, rinnoveranno continuamente l’Energia Vitale e, se disattese, causeranno prima o poi malattie e sofferenza. Per l’uomo quindi salute e benessere sono dei fini raggiungibili soltanto se si atterrà ad un modello di vita in armonia con le sue esigenze biologiche, psichiche e spirituali.
La malattia è fondamentalmente imputabile ad una deviazione da questo modello: solo il ripristino di abitudini e comportamenti adeguati riporteranno la salute.
L’Igienismo respinge l’atteggiamento fatalistico nei confronti della malattia. Quando si sta male è segno che è stata violata qualche legge naturale. La malattia ha un significato, tende ad un fine, ha un suo posto che l’inquadra nell’insieme dei processi vitali. I sintomi, i segni morbosi, e l’insieme dei processi patologici non sono espressione di un cedimento del corpo, della rottura dell’ equilibrio vitale, sono bensì processi eccezionali ma finalistici attraverso i quali l’organismo reagisce alla “intossicazione” progressiva determinate da incongrue abitudini di vita per ristabilire la normalità.
La malattia è una manifestazione della capacità di autoguarigione ed autoriparazione del corpo. Capacità che nessuno può guidare o controllare meglio di quanto faccia l”intelligenza somatica”. Tutto questo può essere sintetizzato con la frase all’apparenza paradossale: “Il corpo guarisce grazie alla malattia”.
Per l’Igienismo ogni intervento terapeutico è quasi sempre superfluo o dannoso.
Infatti tende ad interferire nei delicati e complessi processi spontanei di autoriparazione e rigenerazione, e tanto più gravemente quanto più è forte la sua azione, come nel caso della terapia allopatica che usa farmaci in dosi elevate.
Ogni igienista cerca pertanto di prevenire la malattia curando l’alimentazione, la respirazione, l’esercizio fisico, l’equilibrio mentale, avendo cura dell’ambiente in cui vive, dei ritmi vitali, e di ogni altra esigenza. Se si ammala sa che, nonostante la buona volontà, deve aver trascurato qualcosa oppure che ha agito come agente patogeno uno squilibrio ambientale che non è in relazione con il suo comportamento: in ogni caso deve individuare e rimuovere l’errore o sottrarsi, per quanto possibile, allo squilibrio ambientale affinché la malattia non si ripeta e non si cronicizzi.


La storia dell'Igienismo

Il movimento d'Igiene Naturale nacque nel 1822 negli Stati Uniti. 
Tra i fondatori si ricordano il medico Isaac Jennings (1788-1874), il predicatore presbiteriano Sylvester Graham (1794-1851) e il medico Russell Thacher Trall (1812-1877), considerato il principale teorizzatore di questa disciplina.
Anche alcuni medici e studiosi dell'Ottocento, tra i quali Rudolf Virchow, Claude Bernard, e Pettenkofer, proposero alcune teorie igieniste neganti la teoria batterica.


L'Igienismo in Italia

In Italia l’Igiene Naturale è stato introdotto e diffuso da Michele Manca, che nel 1972 fondò a Genova l’Associazione Igienista Italiana. e una casa editrice (Michele Manca Editore) per diffondere la letteratura igienista. 
Tra i primi igienisti attivi in Italia ricordiamo: Dorina Grassi, Flaviano Pizzi, Claudia Rosso, Milli Tomasoni, Emanuele Di Mauro, Luigi Daina, Ettore Matteotti,  Ancilla Rizzotti, Gloria Gazzeri, Alfio Libralato, Sebastiano Magnano, Lidia Gasparini, Angelo Trimarchi, Giuseppe Cocca, Vincenzo Falabella, Carmelo Scaffidi. 
Sebastiano Magnano, medico e psicoterapeuta, ha fondato nel 1983  l’Associazione Scuola 
della Salute per diffondere  e rendere praticabile il digiuno e i metodi depurativi a tutti gli associati: il digiuno e i regimi depurativi sono per gli igienisti i metodi ideali per la guarigione e per mantenere la salute.
Un notevole contributo alla diffusione dell’Igiene Naturale fu dato dalla Casa Editrice Igiene Naturale di Campobasso, fondata dall’igienista Angelo Trimarchi nel 1986, che ha pubblicato molti libri di Shelton e di altri igienisti.

domenica 19 gennaio 2014

Oltre la medicina convenzionale (I° parte): il precursore dell'igienismo Manuel Lazaeta Acharan e la dottrina dell'equilibrio termico


Una malattia grave o comunque seria può essere curata (e prevenuta) con alimentazione e stile di vita? L’acqua, la terra e gli elementi naturali rappresentano o no una medicina? 
Per Manuel Lezaeta Acharan si.
Già, perchè sul dizionario linguistico la medicina risulta essere quel complesso di norme igieniche volte a prevenire la malattia, come lo sono tutti i mezzi considerati utili per riacquistare e mantenere la salute.
Lo stile di vita è indice della salute dell’individuo. Se si applicano le giuste regole della natura e della morale, per molte malattie possiamo provvedere da soli o comunque sostituirci al primo medico, sempre che siamo disposti all’impegno richiesto dall’intervento, dall’applicazione della regola o della disciplina.
Alla malattia occorre saper dare noi stessi una risposta del perché, occorre conoscere le cause, sapere cosa è successo, perché è accaduto. L’uomo non è solo corpo, ma è anche mente e spirito. La malattia nasce e si sviluppa in noi.  
Il pensiero lezaetiano ha come base la febbre gastrointestinale, la conseguente alterazione termica delle mucose gastrointestinali e l’irrorazione del sangue a livello cutaneo.
I disordini alimentari sono di ostacolo alla digestione e quindi non favoriscono una buona nutrizione. “L’uomo si nutre con quello che digerisce, non con quello che mangia”. Qualsiasi sia il nome o la manifestazione, tutte le malattie presentano una febbre gastro-intestinale che l’organismo dell’infermo accusa attraverso un eccessivo afflusso di sangue a carico delle mucose interne e una insufficiente irrorazione nel circolo periferico e ciò è quanto 
si origina per reazione nervosa e circolatoria quando l’apparato digerente viene sottoposto ad un lavoro maggiore del normale.
Queste due alterazioni, la febbre gastro-intestinale e l’insufficiente irrorazione a livello cutaneo, si riconoscono facilmente osservando l’iride degli occhi, difficilmente in altri modi sono quantificabili. 
“Il sangue si elabora nell’apparato digerente e si purifica nei polmoni, attraverso la pelle e i reni”. La disgregazione del cibo avviene mediante un processo fermentativo sostenuto da un normale lavoro microrganico e affinché tutto questo sia possibile occorre far ricorso al cibo vegetale, ai “cibi che si mangiano crudi allo stato naturale come la frutta, le sementi degli alberi (noci, mandorle, ecc.), tutti i tipi di verdura, ortaggi e radici”.
Una sana fermentazione si realizza con una presenza microrganica che si sviluppa armoniosamente in un ambiente sano; senza il microbo la vita vegetale e animale sarebbe impossibile. I microbi sono degli “alleati della vita organica, perché si nutrono delle sostanze pregiudiziali all’organismo, favorendone in tal modo la rimozione e l’eliminazione, il che equivale ad aiutare l’opera sanatrice nel sangue e nei tessuti del corpo”. Ma nel caso della cattiva digestione, nella putrefazione della sostanza si sviluppa il battere che corrompe l’ambiente interno e in questi casi, con il susseguirsi o il mantenersi delle alterazioni, l’organismo perde i suoi equilibri compromettendo la salute. Va da sé che  quando ci si trova in condizioni favorevoli allo sviluppo del germe patogeno difficilmente si potrà resistere alla sua aggressione. Diversamente, nelle condizioni di equilibrio termico o di omeostasi, si agevolano le eliminazioni che sono processi indispensabili per mantenere o riportarsi in salute.
La disintossicazione dell’organismo si ottiene mediante una buona attività della pelle, della via polmonare e intestinale e dal corretto funzionamento della funzione renale, dalla quale dipende in gran parte la salute generale del corpo. 
Secondo Lazaeta “La vita urbana è una intossicazione continua. Si vive introducendo veleni con l’aria corrotta che si respira, con l’alimentazione a base di cibi cadaverici, cotti o crudi, con cibi preparati nelle fabbriche ed infine con il vestiario eccessivo che costruito con fibre sintetiche e per di più troppo aderenti al corpo, impedisce agli organi il loro movimento e le loro funzioni. Questi sono i fattori basilari che mantengono il corpo in costante squilibrio termico, poiché invece di alimentare e nutrire, originano fermentazioni tossiche, paralizzando le eliminazioni intestinali, renali, polmonari e cutanee”.
I mezzi proposti per veicolare all’esterno del corpo le sostanze tossiche sono soprattutto i cataplasmi di fango e le applicazioni d’acqua.


La dottrina dell'equilibrio termico

Il nostro corpo ha due rivestiture: la prima è l'esterna, ci isola dall'ambiente che ci circonda e si chiama "pelle", la seconda è l'interna, copre le cavità del nostro organismo e si denomina "mucosa". La salute ossia, la normalità funzionale del corpo, dipende dall'equilibrio termico fra pelle e mucosa
L'uomo è un animale a sangue caldo, il cui calore allo stato di salute, è di 37 gradi centigradi.
La circolazione sanguigna, risultato dell'attività nervosa, determina nel corpo la temperatura che sarà normale se il sangue circola uniformemente. L'alterazione circolatoria del fluido vitale, prodotta da uno squilibrio termico, origina e mantiene nell'organismo congestioni e anemie. 
La temperatura sarà maggiore nella zona congestionata e minore in quella regione del corpo in cui la circolazione sanguigna è deficiente, perché la pletora di questa è il risultato di una maggiore attività nervosa, e la deficiente attività di questa energia determina invece la scarsa irrigazione di sangue.
Come rivela l'iride degli occhi, più accentuata è la congestione nelle viscere del corpo, più deficiente è la circolazione del sangue nella pelle, estremità e cervello. Questo è lo squilibrio termico che caratterizza lo stato di alterazione variabile della salute umana, qualsiasi siano i sintomi e le sue manifestazioni. 
Nella sua attività normale, l'organismo umano mantiene sempre una temperatura uniforme: 37 gradi centigradi, tanto sulla pelle quanto nelle mucose intestinali. Questa normalità termica è la conseguenza di una uniforme irrigazione sanguinea nei tessuti che vengono riscaldati dal calore dello stesso sangue. 
Questo equilibrio termico, permettendo il normale funzionamento della macchina umana, è fonte di salute.
Tutte le infermità costituiscono sempre uno squilibrio termico in grado variabile per l'aumento della temperatura interna del corpo, per congestione delle viscere con diminuzione del calore della pelle e delle estremità per deficiente irrigazione sanguinea. Questo squilibrio della temperatura, origina disturbi variabili alle funzioni organiche perché gli organi congestionati lavorano male per la sovrabbondanza del sangue, e così pure gli organi anemici alterano il loro lavoro, per scarsa irrigazione sanguinea. 
Essendo la malattia una manifestazione del disordine funzionale dell'organismo per squilibrio termico, è sempre caratterizzata dalla febbre, non può quindi esistere un infermo senza febbre. Quando questa è constatabile per mezzo del termometro applicato sotto l'ascella è perché si trova rifugiata nell'interno del corpo.
Nelle affezioni acute, la febbre, la cui origine è sempre nell'interno del ventre, si propaga a tutto l'organismo, manifestando reazioni salutari delle difese naturali, che procurano la purificazione organica. 
La febbre interna che non viene alla superficie del corpo, è caratteristica in tutti gli infermi cronici; essa rivela l'insufficiente difesa dell'organismo ed è causa di denutrizione ed intossicazione perché favorisce le putrefazioni intestinali. 
Con la febbre alla superficie del corpo si manifesta la reazione salvatrice; invece con la febbre interna, che raffredda la pelle e le estremità del corpo, si denuncia la deficiente attività organica, vale a dire l'indebolimento dell'energia vitale del soggetto.
L’uomo è l’unico essere del creato che vive squilibrando le temperature del corpo. 
La febbre interna, che consuma la vita delle genti, ha origine in queste due cause: congestione dell'apparato digerente a causa dei continui sforzi giornalieri che esigono gli alimenti inadeguati per essere digeriti; indebolimento della pelle per mancanza del conflitto con gli agenti atmosferici dovuto all'inconveniente vestiario.
Più debole è la temperatura della pelle, maggiore è il calore nelle mucose nell'interno del ventre. L'indebolimento della pelle ricarica il lavoro delle mucose, ed è in queste che si dirigono le sostanze malsane non asportate dai pori per la deficiente irrigazione sanguinea della superficie del corpo. Forzate le mucose a realizzare un lavoro straordinario, per reazione nervosa e circolatoria si irritano e congestionano progressivamente producendo la febbre. 
Con quanto esposto, si spiega facilmente il perché dei raffreddori, dei catarri, delle polmoniti e di tutte le infiammazioni interne in generale. Il raffreddore è precisamente un acuto squilibrio termico, caratterizzato da freddo esterno e febbre delle viscere. Il processo congestivo ed infiammatorio si accentua di preferenza negli organi più deboli per predisposizione personale e per mal regime di vita. 
La febbre interna che, come abbiamo detto si origina per lo sforzo digerente che esige l'elaborazione degli alimenti inadeguati, si fa cronica per i comuni abusi che si commettono nell'alimentazione e per l'effeminamento della pelle. 
Salvo una privilegiata costituzione organica, se costantemente per varie volte al giorno forziamo il lavoro dell'apparato digerente con alimenti indigesti, congestioneremo in forma permanente, più o meno grave, le mucose, pareti dello stomaco e gli intestini. I tessuti di questi organi si fanno spugnosi in grado variabile ritenendo maggiore quantità di sangue del normale, come rivela l'esame dell'iride degli occhi dell'infermo.
Questo stato congestivo degli organi della digestione, eleva in loro la temperatura normale, poiché il sangue porta calore e la sua maggiore affluenza si traduce in aumento della temperatura interna con la diminuzione del calore della pelle e delle estremità del corpo. 


Biografia di Manuel Lezaeta Acharan

Manuel Lezaeta Acharan, nacque a Santiago del Cile il 17 Giugno 1881.
Dopo varie vicissitudini, fra le quali anche una grave malattia contratta in gioventù quando ancora frequentava la facoltà di medicina all'Università del Cile di Santiago, conseguentemente guarita con l'igienistica naturale di Padre Taddeo dopo aver vanamente provato tutte le cure e sussidi medici praticatigli dai suoi stessi professori di Università che non riuscirono a guarirlo, intravede la luce di quella che doveva essere la verità della medicina.
Fedele al giuramento fatto a Padre Taddeo che, se avesse ottenuto la totale Guarigione avrebbe rinunciato agli studi della medicina ufficiale ed avrebbe seguito le sue orme, si dedicò allo studio ed alla ricerca per approfondire il sapere di quello che fu il suo maestro.
Per nove anni stette al fianco di Padre Taddeo facendo tesoro di quanto potè insegnargli; nel frattempo si iscrisse alla facoltà di legge diventando avvocato, professione che mai esercitò in quanto il suo ideale divenne la medicina naturale dedicando tutte le sue forze per poter enunciare la dinamica delle "miracolose" guarigioni che si ottenevano con le pratiche naturali.
Dopo la partenza di Padre Taddeo per la Colombia, Manuel Lezaeta già ricco di esperienze ed insegnamenti studiò i libri dei precursori dell'igienismo e di quanto su di essi fosse stato scritto.
Capì che, benchè in ogni pensiero prevalesse uno specifico orientamento terapeutico sulla dinamica curativa, in ultima analisi tutti evidenziavano il fine unico: la decongestione e la eliminazione delle tossine del residuo organico per evitare la formazione di quel terreno che dà la possibilità dello sviluppo e della proliferazione dell'insorgenza batterica.
Con questa deduzione concluse la sua ricerca che si concretizzò con la formulazione del dottrinale concetto dell'equilibrio termico fra le temperature interna ed esterna del corpo il quale è il fulcro del moderno igienismo presentato nel suo ultimo e bel libro dal titolo La medicina naturale alla portata di tutti.
Il suo ulteriore apporto alle pratiche idrotermoterapiche viene dato con l'introduzione del lavaggio del sangue a vapore ed al sole e, con il primo studio sulla dietetica curativa ossia, sull'utilizzazione dell'alimento non congestionante.
Come il suo maestro, Manuel Lezaeta Acharan, dedicò la sua esistenza aiutando tutti coloro che a lui ricorsero chiedendo aiuto poiché, dopo aver provato tutti i sussidi medici, non avevano acquistato la salute.
Se Padre Taddeo in certo qual modo fu rispettato e tollerato dalla classe medica, Manuel Lezaeta Acharan fu perseguitato, denunciato di abuso di professione medica e processato 
però, come i suoi predecessori, Priessnitz, Kneipp, Khune anche lui alla fine ebbe soddisfazione dalla giurisprudenza cilena che sentenziò quanto segue: "Non è abuso della professione medica insegnare e consigliare l'utilizzo di elementi naturali quali il cibo, l'aria, l'acqua, la luce, il sole e la terra poiché non vi è nessuna legge che lo possa tacciare: nessuna pratica naturista costituisce abuso di professione medica poiché queste scelte costituiscono una precisa scelta di vita".
Come detto malgrado tutti i processi che dovette subire Manuel Lezaeta Acharan seguì imperterrito la sua titanica opera di divulgazione ed insegnamento aiutando quanti chiedevano il suo aiuto. Diede vita anche all'Associazione dei Cultori della Vita Naturale nella cui sede tuttora si pratica la divulgazione dei concetti della Medicina naturale affinchè ogni persona impari ad autogestire la propria salute e quella dei suoi cari.
Stanco, ma anche confortato nel saper di aver adempito alla promessa fatta al suo Maestro Padre Taddeo e, di aver a sua volta ammaestrato una schiera di allievi che avrebbe proseguito con la sua opera e mantenuto vivo l'ideale per il conseguimento della salute delle future generazioni, morì il 24 settembre del 1959.

lunedì 13 gennaio 2014

Green feed: il carburante verde


Green feed è l'acronimo del carburante verde, il carburante prodotto dall'unione dell'idrogeno con l'anidride carbonica.
Una miscela "strana", ideata da ricercatori dell'Università israeliana Ben Gurion. Il composto finale (secondo il capo progetto Moti Herskowitz) sarebbe un combustibile non inquinanteutilizzabile per auto e aerei. Un carburante quindi molto più sostenibile dei biocarburanti, che tolgono terre alle colture alimentari.
Per ottenere il green feed, il gas nato dall'unione di idrogeno e anidride carbonica viene inserito in un reattore. Ne esce una sostanza sintetica, simile al petrolio grezzo, che può essere trasformata in benzina con tecnologie già consolidate. Il composto risulterebbe efficiente quanto la benzina tradizionale, ma a impatto zero, cioè senza rilascio di co2.
Il problema rimane l'estrazione dell'idrogeno dall'acqua, nodo cruciale della questione e del possibile sfruttamento su larga scala dell'idrogeno. Va ricordato che l'idrogeno, una volta isolato è facilmente accumulabile e trasportabile, ed è un ottimo combustibile. I modi usati fino ad ora per estrarlo dall'acqua si sono però rivelati troppo cari o comunque dispendiosi dal punto di vista energetico (per farlo viene quasi sempre usato il petrolio, con la lievitazione dei costi e l'inquinamento annessi).
Se però si dovesse superare la questione, il green feed sarebbe utilizzabile proprio come l'attuale benzina in tutti i motori tradizionali. Non sarebbe perciò necessaria una rivoluzione del parco auto mondiale. E non bisognerebbe creare un un nuovo sistema di rifornimento, indispensabile per esempio per lo sviluppo dell'auto elettrica. Si potrebbero infatti utilizzare le infrastrutture attualmente usate. Si potrebbe perciò fare il pieno della propria auto nella solita stazione di servizio, proprio come ora, però senza contribuire all'aumento dell'inquinamento e dello smog.

domenica 5 gennaio 2014

Cure disintossicanti (III° parte): la cura delle mele e la dieta di tre giorni di sole mele


La mela (malus domestica) è un frutto particolarmente ricco di acidi organici, composti che favoriscono l’eliminazione delle tossine e mantengono il giusto equilibrio acido-base nel sangue. 
Il suo elevato contenuto di pectine ha un effetto regolarizzante sull’appetito e la digestione, mentre il potassio, anch’esso presente in dosi notevoli nel frutto, favorisce la diuresi. In più, la consistenza croccante e succosa, insieme ad alcuni composti presenti nella polpa, assicurano un massaggio delle gengive e contribuiscono a mantenere sani i denti
Inoltre è facilmente digeribile, tanto che in genere è il primo cibo, dopo il latte, che si offre per lo svezzamento.
Nella parte più esterna della polpa c’è la concentrazione più elevata di vitamina C e la buccia stessa contiene preziose sostanze antiossidanti. È quindi preferibile consumare i frutti tal quali. Eliminare la buccia aiuta ad allontanare eventuali residui di fitofarmaci, che, però, entrano in parte anche nella polpa. Conviene quindi scegliere prodotti derivati da agricoltura biologica.
La mela è ricca di sali minerali e vitamine. Contiene acqua, zuccheri facilmente assimilabili (glucosio, fruttosio, saccarosio e pentosano), pectina e varie vitamine, quali A, B1, B2, B5, C (soprattutto), H e PP, ferro, fosforo, calcio e proteine.
La mela attiva il metabolismo, rigenera gli organi, protegge il sistema nervoso e la pelle, ostacola le infezioni. È rinfrescante, aiuta a liberare i bronchi e il naso dalla congestione del muco, allevia la febbre. Purifica il sangue: grazie a questo frutto eliminiamo le tossine, attenuiamo i reumatismi, la gotta, l’artrosi, le intossicazioni di reni e fegato.
La mela è un buon alimento per i diabetici. Una buona mela prima di coricarsi concilia un sonno dolce e ristoratore. La mela ha la tendenza a normalizzare l’ipertensione. 


La cura di mele

La cura di mele consiste nel mangiare più mele durante al giorno, soprattutto a colazione e tra pranzo e cena, fino a 5 o 6. 
La cura permette:
  • una grande pulizia e un profondo lavoro di deacidificazione;
  • un sonno ritrovato, una forma fisica migliore e una miglior salute psicologica ed emotiva;
  • il ripristino del normale terreno a livello di sistema immunitario e di apparato digerente;
  • l’eliminazione del peso in eccesso;
  • una regolazione della glicemia;
  • un aiuto nella lotta contro i tumori e una prevenzione cardiovascolare;
  • una riduzione dell’ipertensione e un miglioramento dell’ipotensione;
  • una pelle più bella e un generale ringiovanimento;Si consiglia di ripetere la cura dopo 5 anni.


La dieta di tre giorni sole mele

La dieta è semplice: 3 giorni solo di mele, molta acqua e riposo.
Anche quando l’organismo è in condizioni di debolezza, è molto utile ripulirlo. Questo infatti toglie di mezzo le tendenze a stati nevrotici (infiammazioni di nervi) nelle giunture del corpo. Durante la dieta privilegiare il riposo ed evitare lavori fisicamente duri e stress.
Dopo la dieta non fare a meno delle mele; anzi, è utile mangiarne il piu’ possibile, anche 5 o 6 al giorno. 

sabato 4 gennaio 2014

Cure disintossicanti (II° parte) la cura dell'aglio


L’ aglio (Allium sativum) è un prezioso mix di vitamine, aminoacidi, enzimi, proteine, minerali e soprattutto sostanze anti tumorali: da recenti studi di settore sembrerebbe che l’assunzione regolare di aglio sia un ottimo “ravvivante” metabolico e sia preventiva nei confronti dei tumori causati dalle nitrosamine, sostanze che si sviluppano nella flora intestinale quando alta è l’assunzione di cibi ricchi di conservanti (come la carne in scatola e gli insaccati). Le sue proprietà disintossicanti sul tratto digerente e l’intestino, inoltre, aiutano ad attenuare putrefazioni e gonfiori. 
Tra le sue infinite qualità si possono ricordare le seguenti: 
  • stimolante digestivo carminativo
  • antisettico potente
  • microbicida intestinale
  • balsamico
  • diuretico;
  • ipotensivo cardiovascolare antiarteriosclerotico
  • antinicotinico
  • ipoglicemizzante
  • vermifugo.
Il potere protettivo dell'aglio fu utile durante i secoli della Morte Nera, la peste, che mieteva senza guardare la classe sociale di appartenenza.
Protegge dai demoni, inoltre, così come dagli influssi negativi di vario genere: forse per questa sua capacità sarà ampiamente usato per allontanare i vampiri.
Nella medicina popolare, l'aglio viene anche utilizzato per realizzare i propri desideri sessuali, concedendo all'uomo quella virilità che gli farà perdonare un alito non altrettanto appropriato.
Un'intensa assunzione di aglio ha i suoi benefici, intesi in una profonda "purificazione" degli organi e del sangue. Purificazione che di consente all'organismo di eliminare tossine ed agenti patogeni e di ripristinare un miglior terreno organico che conduce alla salute piuttosto che alla malattia.


La cura dell'aglio

La cura dell'aglio è un'antica ricetta cinese, ritrovata nel 1971 da una commissione Unesco nelle rovine di un convento tibetano. La ricetta è stata tradotta in ogni lingua del mondo per avvicinarla alla medicina dei nostri giorni.
La cura è indicata per tutto l’organismo in genere: tiene elastiche le vene e le libera dal colesterolo, previene l’infarto, l’ictus cerebrale e il cancro, mantiene il cuore in salute, migliora la vista ed elimina il mal di testa Questa antica ricetta è un potente rigeneratore dell’organismo: cura ogni problema dell’apparato gastro-intestinale, l’ipertensione arteriosa, i disturbi bronco-polmonari, libera il sangue dai grassi, migliora il metabolismo basale, diminuisce il peso corporeo, rende più lucida la mente e potenzia la sessualità.

La preparazione consiste nel sbucciare, lavare e schiacciare 350 g di aglio rigorosamente biologico, metterlo in un recipiente di vetro in 300 g di alcool puro a 95 gradi, chiudere ermeticamente e lasciare riposare per 10 giorni in una stanza fresca o frigorifero. Passato questo tempo, l’undicesimo giorno si filtra (in una garza o altro) il composto spremendo bene l’aglio con un mortaio e pestello di legno. Oppure, come ho fatto io, con un mattarello. 
Non usate coltelli o altri utensili metallici perchè ossidano il preparato. Ancora a riposo per 3 giorni e poi si può cominciare la cura.

Il tutto si prende con 50 ml (¼ di bicchiere) di acqua a temperatura ambiente a gocce secondo la seguente posologia:
1° giorno: 1 goccia a colazione, 2 a pranzo, 3 a cena.
2° giorno: 4 gocce a colazione, 5 a pranzo, 6 a cena.
Si continua così ad aumentare di una goccia la dose ogni assunzione fino ad arrivare a 33 gocce a colazione, 34 a pranzo, 35 a cena.
A questo punto si riparte da 35 gocce e si decresce la dose, sempre di una goccia alla volta.
: 35 gocce a colazione, 34 a pranzo, 33 a cena fino ad arrivare al 10° giorno con 3 gocce a colazione, 2 a pranzo, 1 a cena.
Dopo di che si continua prendendo 25 gocce 1 volta al giorno finché si è finito tutto il preparato.
Si consiglia di ripetere la cura dopo 5 anni.

venerdì 3 gennaio 2014

Cure disintossicanti (I° parte): la cura del limone


Il limone è un frutto conosciuto ed apprezzato per le sue numerose proprietà salutari
Il limone è un naturale antiacido gastrico. Il suo gusto è dato da acidi organici che non restano allo stato acido nelle cellule. Anzi, l'uso favorisce la produzione di carbonato di potassa (o carbonato di potassio), utile nella cura delle gastriti. 
Ha un alto contenuto in vitamina C, addirittura superiore rispetto alle arance. Contiene inoltre vitamine B1, B2, sali minerali (potassio), oligoelementi e flavonoidi in buone quantità. 


Il succo di limone e le sue proprietà

Il succo costituisce circa il 40-50% della massa del limone d'origine, ha colore giallo-verde, sapore agro, contiene 5-7% di acido citrico, acidi organici liberi e combinati, 2-3% di zuccheri, sostanze azotate e vitamine (specialmente la vitamina C o acido ascorbico). 
Il succo può essere usato a crudo come condimento di cibi e bevande, come disintossicante e diuretico nelle diete. 
Nel succo di limone si trova l’acido citrico (che è un normale componente degli organismi viventi, in quanto partecipa ai processi metabolici di tutte le cellule del corpo); questi aiuta ad abbassare il tasso di zuccheri nel sangue, soprattutto negli iperglicemici. 
Le proprietà che si attribuiscono al succo di limone sono:
  • antiscorbutica: è la proprietà più importante del limone ed è dovuta alla vitamina C, anche se esistono piante che presentano concentrazioni addirittura maggiori di tale vitamina, come la rosa canina (500-800 mg per 100g) e il ribes rosso (fino a 400 mg); l'effetto antiscorbutico del limone è molto marcato, grazie all'equilibrata composizione di sali minerali e di acidi organici (lo scorbuto è la malattia causata dalla carenza di vitamina C (acido ascorbico), che si trova unicamente negli alimenti vegetali freschi).
  • tonificante: per il suo contenuto di vitamine, sali minerali e acidi, il limone stimola l'attività degli organi digerenti e rivitalizza tutto l'organismo (in caso di indigestione, un rimedio popolare consiglia di somministrare il succo di limone in mezzo bicchiere d'acqua, con l'aggiunta di un cucchiaino da dessert di bicarbonato di sodio). 
  • alcalinizzante e depurativa: il limone ha un effetto alcalinizzante su tutto l'organismo  fa bene soprattutto a chi segue una dieta ricca di carne e di proteine che produce residui acidi in eccesso, come l'acido urico. Quando il pH (grado di acidità o di alcalinità) tende verso l'alcalinità nel sangue e nell'urina, i sedimenti urici dei reni e delle articolazioni vengono sciolti e eliminati con facilità: per questo il succo di limone è particolarmente raccomandato a chi soffre di calcoli renali, di gotta o di artrite e a chi desidera depurare il sangue e migliorare la propria salute. 
  • solvente dei calcoli renali: i citrati ( sali di acido citrico) contenuti nel succo di limone, e specialmente il citrato di potassio, impediscono la formazione dei calcoli renali e ne facilitano lo scioglimento.
  • capillari protettrice e venotica: il limone, grazie al suo alto contenuto di glucosidi come l'esperidina e la diosmina e di flavonoidi, la cui azione risulta essere simile a quella della vitamina P, rafforza i vasi capillari e migliora la circolazione venosa; apporta inoltre notevole giovamento se utilizzato in caso di gonfiore alle gambe, di edemi, di varici, di emorroidi, di trombosi e di embolia ed è infine particolarmente consigliato agli ipertesi. 
  • antisettica: tamponando narici e tonsille con un batuffolo di cotone imbevuto di succo di limone aumentano le difese contro i bacilli della difterite nei portatori di questa malattia. Il succo di limone è molto efficace contro le tonsilliti (angine tonsillari) e le faringiti; è anche un potente antisettico per ogni tipo di ferite e di ulcere cutanee. 
  • cosmetica: il succo di limone ammorbidisce e idrata la pelle, rafforza le unghie che tendono a sfaldarsi, rende lucidi i capelli e fa diminuire la forfora. 

La cura del limone

La cura ha una durata massima di 30 giorni, compresi 6 giorni di mantenimento con la dose minima. La cura deve essere seguita, attenendosi rigorosamente al calendario e alle dosi indicate: le dosi non vanno aumentate
Durante la cura sarebbe bene non mangiare altri alimenti molto ricchi di vitamina C come kiwi o arance, né caramelle o pasticche o altri integratori contenenti vitamina C. 
I limoni, freschi e ben maturi, devono essere spremuti e bevuti subito. 
La cura può essere ripetuta dopo minimo cinque-sei mesi, meglio ancora un anno, soprattutto dopo la seconda volta. 
La cura consiste nel bere ogni mattina, rigorosamente a digiuno, una spremuta di limone purocioè non diluita in acqua. Occorre aspettare almeno 30 minuti prima di fare colazione o assumere altre bevande o cibi. Ogni giorno va aumentata progressivamente la dose di un limone fino alla metà della cura. Raggiunta la dose massima, si comincerà a diminuire la dose giornaliera progressivamente di un limone al giorno.  
Di seguito vengono riportate due diversi tipi di cure: una prima più leggera e una seconda più impegnativa.
Il consiglio è di incominciare con la prima e monitorare la risposta del proprio corpo. Una volta abituato il proprio organismo si potrà procedere con la seconda.

Terapia leggera
Calendario da 1 fino a 7 limoni al giorno per 21 giorni 
(compresi 6 giorni di mantenimento) 
1° giorno: il succo di 1 limone 
2° giorno: il succo di 2 limoni 
3° giorno: il succo di 3 limoni 
4° giorno: il succo di 4 limoni 
5° giorno: il succo di 5 limoni 
6° giorno: il succo di 6 limoni 
7° giorno: il succo di 7 limoni 
8° giorno: il succo di 7 limoni 
9° giorno: il succo di 6 limoni 
10° giorno: il succo di 5 limoni 
11° giorno: il succo di 4 limoni 
12° giorno: il succo di 3 limoni 
13° giorno: il succo di 2 limoni 
14° giorno: il succo di 1 limone 

Mantenimento (6 giorni) 
16° giorno: il succo di 1/2 limone 
17° giorno: il succo di 1/2 limone 
18° giorno: il succo di 1/2 limone 
19° giorno: il succo di 1/2 limone 
20° giorno: il succo di 1/2 limone 
21° giorno: il succo di 1/2 limone 

Terapia completa - Calendario da 1 fino a 12 limoni ogni giorno per 30 giorni 
(compresi 6 giorni di mantenimento) 
1° giorno: il succo di 1 limone 
2° giorno: il succo di 2 limoni 
3° giorno: il succo di 3 limoni 
4° giorno: il succo di 4 limoni 
5° giorno: il succo di 5 limoni 
6° giorno: il succo di 6 limoni 
7° giorno: il succo di 7 limoni 
8° giorno: il succo di 8 limoni 
9° giorno: il succo di 9 limoni 
10° giorno: il succo di 10 limoni 
11° giorno: il succo di 11 limoni 
12° giorno: il succo di 12 limoni 
13° giorno: il succo di 12 limoni 
14° giorno: il succo di 11 limoni 
15° giorno: il succo di 10 limoni 
16° giorno: il succo di 9 limoni 
17° giorno: il succo di 8 limoni 
18° giorno: il succo di 7 limoni 
19° giorno: il succo di 6 limoni 
20° giorno: il succo di 5 limoni 
21° giorno: il succo di 4 limoni 
22° giorno: il succo di 3 limoni 
23° giorno: il succo di 2 limoni 
24° giorno: il succo di 1 limone 

Mantenimento (6 giorni) 
25° giorno: il succo di 1 limone 
26° giorno: il succo di 1 limone 
27° giorno: il succo di 1 limone 
28° giorno: il succo di 1 limone 
29° giorno: il succo di 1 limone