domenica 8 dicembre 2013

Oltre la "dieta" del benessere (III° parte): l'importanza di (ritornare a) mangiare "selvatico"

Mangiare erbe selvatiche significa mangiare specie non allevate, capaci di crescere e svilupparsi da sole, perciò molto ricche di sostanze nutritive e fibre.
Soprattutto in primavera, i prati sono una grande distesa colorata, fondamentale per gli insetti e per il corso della natura, ma che può essere molto utile anche per noi.
Fiori e foglie di numerose specie sono commestibili, crudi o cotti, e possono cambiare in positivo le insalate, rendendole più saporite, colorate e preziose.

E' però necessario, prima di passare a vedere le principali specie commestibili, dare qualche raccomandazione:
  • Non raccogliere erbe sui bordi delle strade o in parchi frequentati da cani o altri animali; inoltre evitare le strade trafficate o zone dove ci sono fonti d’inquinamento, o dove ci sono campi dove sono stati usati pesticidi o vecchi raccolti che nel suolo potrebbero ancora avere tracce di pesticidi che possano danneggiare le piante e comprometterne la sicurezza.
  • Non raccogliere niente che non si conosce.
  • Cogliere nel modo corretto senza danneggiare le radici in modo che possano poi riprodursi. 
  • Non lasciare l'erba raccolta in sacchi di plastica e non tenetela ammucchiata: a casa distribuire l'erba che non viene consumata subito su fogli di giornale o pannelli di legno, meglio ancora lasciarla seccare al sole. In ogni caso smuoverla frequentemente.
  • Non raccogliere piante malate o ammuffite.


La cicoria selvatica


La cicoria comune (Cichorium intybus), detta anche cicoria amara o radicchio selvatico, raggiunge un'altezza massima di 1,5 m (minimo 20 cm).Le foglie nascono in autunno, durano durante l'inverno, ma si seccano subito alla fioritura successiva, per questo è facile trovare piante con rami a soli fiori. Il colore delle foglie è verde scuro, sulle nervature possono essere soffuse di rosso. 
Della cicoria comune si mangiano le foglie (crude e cotte), i giovani germogli in insalata. 


Il tarassaco comune


Il tarassaco comune (Taraxacum officinale) è comunemente conosciuto come dente di leone o soffione. È una pianta erbacea e perenne, di altezza compresa tra 3 e 9 cm. La fioritura avviene in primavera ma si può prolungare fino all'autunno. 
Del tarassaco si mangiano le foglie, tenere (se trovate delle piante già ben sviluppate con foglie più grosse e dure potete cuocerle) e costituiscono la base di ogni misticanza cruda; si possono anche mangiare i capolini prima che sboccino o addirittura metterli sotto sale o sott'aceto come i capperi.


L'ortica


L'ortica (Urtica) è una pianta erbacea, con altezza tra 10 e 300 cm, annuale, con peli urticanti sul fusto e sulle foglie. E' diffusa ovunque, in boschi e prati, soprattutto su suoli umidi. 
L’ortica ha molteplici usi in cucina, può essere impiegata infatti come verdura cotta, nelle minestre, nei risotti e persino cruda nelle insalate miste. Il periodo ideale per la raccolta è la primavera ma in pratica si può raccogliere da febbraio-marzo quando compaiono i primi germogli fino ad ottobre-novembre quando il freddo la fa morire. Si raccoglie tutta la pianta tagliandola a 10 cm da terra. Quando ormai è fiorita si possono raccogliere le singole foglie. I giovani germogli o le foglie sono impiegati, dopo cottura, per preparare frittate, sformati e risotti; è ottima anche bollita e condita con olio e limone.  


Il topinanbur


Altra pianta comunissima nei fossati e nei terreni pietrosi è il topinambur (Helianthus tuberosus). Il fusto di questo può arrivare fino ad un massimo di 3 metri di altezza, e la varietà è facilmente riconoscibile dai tipici fiori gialli. 
Il topinambur presenta un tubero commestibile dal sapore molto gradevole che può essere consumato sia crudo nelle insalate che cotto, come contorno o aggiunto ai minestroni. I tuberi del Topinambur hanno il pregio di poter essere utilizzati liberamente dai diabetici in quanto non contengono glucosio. 


Le altre specie commestibili

Altre specie molto diffuse e commestibili sono la malva (si mangiano e fiori e le giovani foglie), la borragine (Borago officinalis) (fiori e foglie), il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) (tutta la panta), il crescione (Lepidium sativum) (foglie e germogli), l'alliaria (Alliaria officinalis) (foglie), l'achillea (foglie) e la bardana (radice).

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