martedì 27 agosto 2013

La permacultura (di Bill Mollison e David Holmgren)


La permacultura è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali.

Il metodo della permacultura è stato sviluppato a partire dagli anni settanta da Bill Mollison e David Holmgren attingendo da varie aree quali architetturabiologiaselvicolturaagricoltura e zootecnia.
Il termine "permacultura" deriva dall'inglese permaculture, una contrazione sia di permanent agriculture sia di permanent culture dal momento che, secondo il coniatore del termine Bill Mollison: "una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un'etica dell'uso della terra".
A partire dal 1974 in Australia Bill Mollison e David Holmgren cominciarono a sviluppare un quadro di riferimento per un sistema agricolo sostenibile, incentrandolo su una policoltura a base di specie arboree perenni, arbusti, specie erbacee, funghi e sistemi radicali. Oltre a questo il metodo si poneva come obiettivo il progettare insediamenti umani in modo da ridurre il lavoro necessario per mantenerli, la produzione di scarti e l'inquinamento e contemporaneamente preservare o incrementare naturalmente la fertilità dei terreni e la biodiversità del sistema.
Il lavoro culminò nel 1978 con la pubblicazione di Permaculture One. Nel 1979 Mollison pubblicò Permaculture Two, con il quale ampliava ulteriormente il metodo comprendendo la progettazione di intere comunità.

La permacultura oggi
Il metodo della permacultura si è diffuso in tutto il mondo a partire dagli ottanta.
Ad oggi esiste più di una dozzina di libri e manuali che trattano di permacultura sulla base dell lavoro originale di Mollison e Holmgren. Nonostante questo, non ci sono mai state sostanziali aggiunte o variazioni al metodo sviluppato alla fine degli anni '70.
Nel 2002 si stima che siano state formate alla progettazione in permacultura oltre 100000 persone in tutto il mondo. La formazione prevede generalmente un corso intensivo teorico/pratico di due settimane dove, oltre ai fondamenti comuni del metodo, vengono insegnate le tecniche più adatte agli ecosistemi locali.
Nonostante questo la permacultura fatica ancora ad avere una diffusione di massa. Holmgren afferma che i motivi sono principalmente da ricercarsi nel prevalere di una cultura scientifica del riduzionismo, e quindi un approccio cauto se non ostile a metodi di natura più olistica, nel dominio di una cultura del consumismo creata da una visione puramente economica della salute e del progresso e la paura da parte delle autorità politiche globali e locali di perdere la loro influenza e potere se la popolazione seguisse pratiche volte all'autosufficienza e all'autonomia locale.
La permacultura è stata la base su cui nei prima anni del 2000 Rob Hopkins ha basato il concetto di città di transizione.

sabato 24 agosto 2013

Le valute locali e lo SCEC

Le valute locali sono strumenti di scambio, utilizzati su base volontaria, con cui è possibile scambiare beni e servizi. 
Le valute locali sono pensate per facilitare le transazioni e non per il risparmio o l'investimento. 
Dagli anni '90 il mondo sta vivendo lo sviluppo, a livello mondiale, di migliaia di differenti monete locali. Tra mezzi di scambio dominati da monete nazionali e sovra-nazionali stanno moltiplicandosi le monete progettate per usi locali e regionali.
La valuta locale può essere utilizzata in modo alternativo o complementare alla moneta ufficiale, avente corso forzoso per legge. Ogni valuta ha un rapporto di cambio con la moneta ufficiale, solitamente la parità.
In genere, la moneta locale è caratterizzata da un'emissione centralizzata a valore indotto, a debito zero: la quantità di moneta locale emessa è divisa in parti uguali fra gli appartenenti alla comunità che ne riconoscono il valore.


Lo SCEC


Il 5 aprile 2008 sul Vesuvio nasce l'associazione Arcipelago Scec, che riunisce sotto un'unica regia tutti gli esperimenti di Buoni Locali italiani: Ecoroma (Roma), Scec (Napoli), Kro (Calabria), Thyrus (Terni) e Tau (Toscana). 
I Buoni locali SCEC non sono una valuta complementare. Si tratta di buoni per ottenere una riduzione di prezzo che gli associati decidono di farsi reciprocamente attraverso un atto volontario, da cui ci si può svincolare in qualsiasi momento. La percentuale di accettazione del buono di Solidarietà viene lasciata alla libera scelta dell'associato che offre prodotti o servizi; un'accettazione che va solitamente dal 10 al 30%. Pur essendo mutuato dalla pratica della GDO lo SCEC, la Solidarietà ChE Cammina, viene messo a disposizione della comunità e usato esclusivamente insieme agli euro e ha l'obiettivo di ancorare al territorio la ricchezza e farla reinvestire nel circuito, favorendo le produzioni locali. Il coordinamento nazionale, formato dai rappresentanti regionali votati dai soci attivisti, si è dato un regolamento di distribuzione che garantisce equità, trasparenza, equilibrio nella emissione regionale /nazionale di SCEC. Arcipelago lavora anche alla ricostruzione delle comunità sociali attraverso la Solidarietà reciproca e il mutuo aiuto riscoprendo i valori delle nostre radici contadine. Dal luglio 2010 l'Agenzia dell'entrate ha risposto positivamente all'interpello promosso da Arcipelago e ha sancito la legittimità fiscale dello SCEC.