giovedì 31 gennaio 2013

Intervista a Massimo Fini



La dittatura dello spread. Si può definire figlia di un “disegno”?


È una dinamica normale che dipende, però, da una situazione totalmente anormale. C’è un modello di sviluppo occidentale – ma che ormai ha coinvolto anche la Russia, l’India e la Cina – che è arrivato al suo limite perché si basa sulla crescita esponenziale che esiste in matematica e non in natura. Lo vedo come una macchina molto potente che è partita a metà del XVIII secolo, che adesso si trova davanti a un muro ma pretende di proseguire e dà di gas. È la mitologia della crescita quando crescere non si può più.


Il fatto che in Italia sia stato commissariato un governo legittimo, eletto, è un fatto normale?

Legittimamente eletto dal popolo! Voi credete ancora alla democrazia? Mi meraviglio. La democrazia è un sistema tarocco dove noi ogni cinque anni andiamo a legittimare coloro che poi “non” ci governano. Non vedo complotti, vedo una situazione molto peggiore perché se si pensa a un complotto lo si può anche sventare. Ma questa è la logica della globalizzazione che non comincia adesso ma con la Rivoluzione industriale. È chiaro che nessun Paese è più padrone di se stesso.


Il governo tecnico ha sdoganato ciò che prima si denunciava solo nei circuiti indipendenti: i “poteri” che suppliscono alla democrazia?

Era un argomento tabù ma la realtà era quella. Chi domina nel sistema è il denaro e in primo luogo le banche. Diciamo che è venuto più alla luce del sole ma c’era assolutamente anche prima. Siamo vittime del sistema che abbiamo creato, anche quelli che credono di guidare la cosa sono in realtà solo le mosche cocchiere. Siamo vittime di un meccanismo perverso, paranoico del “produci, consuma, crepa”. Questo è il nocciolo di fondo: che poi governi Obama o Monti siamo tutti nella stessa barca. Una barca che affonda.


La sovranità nazionale non ha più senso?


La questione non è la perdita di sovranità, perché questa è avvenuta molto tempo prima. Naturalmente per tutto un periodo certe questioni sono state mascherate, perché i paesi occidentali hanno rapinato i paesi del Terzo mondo e quindi sembrava che aumentasse la ricchezza di questi paesi. In realtà aumentava a danno degli altri. Oggi c’è una competizione spietata tra Stati e adesso ce ne accorgiamo anche noi: ma non ho nessuna pena per la sorte del popolo italiano e degli altri occidentali. Se la sono cercata, non si sono opposti, non hanno capito che cos’è in fondo la globalizzazione.


C’è chi propone una nuova “Bretton Woods” come rimedio.



L’autarchia fascista, l’autarchia degli anni ’30 era un modo ragionevole per tenersi da questo circolo mortale che è quello dei mercati. Noi oggi da chi dipendiamo? Neanche da delle banche. Ma da un meccanismo anonimo chiamato mercato che è peggio di qualunque dittatura: perché un dittatore puoi sperare di abbatterlo, questo è un meccanismo che si autoprotegge. La reazione della leadership mondiali alla crisi è stata, immettendo nuovo denaro, come drogare il cavallo già dopato sperando che faccia ancora qualche passo. Fare una nuova Bretton Woods o non farla è un’ipotesi perfettamente irrilevante.


Come mai un’analisi del genere viene spesso banalizzata additandola come “complottismo”?


Perché non si vuole ammettere di non aver capito un cazzo. E allora il complotto è il modo migliore per rimuovere questo fatto. Mi sono talmente stancato che il mio interesse principale oggi si chiama Afghanistan.


È l’unico antidoto?

Ci sono alcune correnti di pensiero americane come il bioregionalismo, il neocomunitarismo che parlano di un ritorno graduale e ragionato, limitato a forme di autoconsumo e di autoproduzione che passano necessariamente per il recupero della terra e il ridimensionamento drastico dell’apparato industriale e finanziario. Il discorso di fondo sarebbe riportare l’uomo al centro e spedire economia e tecnologia nella parte marginale che hanno sempre avuto. Per questo scelgo l’Afghanistan, perché è composto da uomini che hanno vissuto e vivono avendo in testa altri valori.

mercoledì 30 gennaio 2013

Empatia cercasi disperatamente!

L'empatia è la capacità di comprendere lo stato d'animo altrui; l'empatia ci permette di capire cosa è meglio o peggio per gli altri e di conseguenza ci consente di inter-agire tra più soggetti e di convivere, preservandoci e costruendo una comunità.
In base al nostro comportamento e all'invio di certi segnali, il riscontro altrui, positivo o meno, sarà la base per il successivo comportamento, costruttivo o distruttivo. E la natura umana quasi sempre conduce alla convivenza, alla sopportazione, al dialogo (o forse è sempre
stato così e ora non siamo più molto in grado di farlo..). 


Il concetto di empatia può e deve essere applicato anche alla natura.

La premessa è che siamo organismi viventi in un contesto vivente. E la nostra evoluzione, le prove, la perseveranza, lo studio, ci hanno consentito di vedere e capire gran parte dei cicli naturali.
Oggi sappiamo che senza la comparsa dei vegetali non saremmo mai potuto esserci, che l'ossigeno è prodotto dalla respirazione di questi, che deriviamo dall' evoluzione di organismi meno evoluti, che prima camminavamo su quattro zampe.
E sappiamo che le api impollinano i fiori, che il letame è un ottimo concime organico, che l'agricoltura intensiva riduce la fertilità del suolo e che l'allevamento intensivo è un pericolo per i pascoli e l'inquinamento.
E ancora sappiamo che il petrolio è un inquinante terribile e il suo uso genera co2, che di
conseguenza la temperatura globale sta aumentando, i ghiacciai si stanno sciogliendo, che
il nostro amato pianeta è in grande sofferenza.

Lo sappiamo. Sappiamo molto, moltissimo. E non è poco.
 

Ma allora.. 
La nostra empatia verso il pianeta in cui viviamo dove è finita?

La nostra empatia c'è. E' solo sommersa e soffocata da altro.
L'uomo negli ultimi secoli è stato rapito totalmente dai suoi pensieri di dominio totalitario sulla natura.
Ha a lungo vissuto (e tutt'ora continua a farlo) con l'ossessione di dominarla, poterla comandare e usare a piacimento.
L'uomo si è trasformato da ingranaggio del ciclo naturale a unico attore. In nome del proprio benessere e del progresso, egoistico e incapibile per gli altri animali, ha trasformato forse irreversibilemente la realtà per costruire case, fabbriche,..e poi strade, aeroporti, banche, discoteche.
Ora l'uomo emancipato pensa alla finanza, ai soldi, alla politica, al sesso.
 

Il mondo, l'ambiente, la natura, sono lì, alla finestra, e mandano i loro segnali di allarme e sofferenza.
Saremo in grado di usare la nostra empatia prima che sarà troppo tardi?

martedì 29 gennaio 2013

Il piacere e il progresso: due miti inesistenti



Il piacere e il progresso sono i due cavalli di battaglia (i miti) delle moderne società "avanzate".

Il regno della tecnologia e della possibilità teorica infinita di ridurre sempre di più la fatica delle attività umane a favore di quelle "robotizzate", soddisfacendo non più solo i bisogni primari (mangiare, dormire, bisogni fisiologici), ma i "nuovi" bisogni è il regno che ormai accoglie tutti, vittime e favorevoli della direzione intrapresa.
Il lavoro umano, fino a qualche generazione fa lavoro solo fisico (agricoltura, allevamento, legna, costruzioni,..), ora trova capovolto il rapporto fatica-soddisfazione.

I cicli naturali dicono che seminando si raccoglie. La semina è preparazione del terreno, è protezione delle piante, attesa durante la crescita e poi raccolta. E' un processo che comporta fatica. Ed è ripagata dal frutto della pianta, nutrimento e fonte di energia per la vita. L'interdipendenza permette la nascita e lo sviluppo di entrambi i processi. 
Per l'allevamento è lo stesso e così per tutti i cicli biologici.


Ora l'uomo è catapultato in un sistema diverso. I concetti di preparazione, semina, attesa e raccolta sono vecchi e sepolti. C'è già il prodotto pronto per essere consumato ed non ha più senso faticare per averlo.

E così i bisogni da dover soddisfare cambiano e diventano la ricerca del soddisfacimento del piacere
Il piacere è il nuovo misuratore della qualità della propria vita. Più si ha più si è felici e più si può dire che si sta vivendo decentemente. Andare alle terme, un bel massaggio, andare a prostitute sono i piaceri fisici del nuovo millennio che rendono più felici e rilassati, e perchè no, annullano momentaneamente i problemi. Dopo tutto, unti e straunti, sbattacchiati a destra e sinistra da mani abilissime non può che rendere lontanissimi e inesistenti la fame, l'aids, le guerre, per buttare qualche nome così.
Ma il bagno, il massaggio, l'atto sessuale finiscono. E la vita e le sue questioni irrisolte e dolorose tornano ad affollare la mente e il corpo. L'insoddisfazione, a braccetto con i sensi di impotenza e di vergogna (per aver pensato ingordamente solo a stessi), dilaga. Sigarette e alcol cercano di allietare il disastro..ma niente, niente da fare.

Una vera grandissima fregatura questa idea in cui siamo caduti. Scambiare il progresso per il poter avere tutto e non essere soddisfatti nell'averlo con facilità. Il seppellire la moralità di fronte alla soddisfazione di un qualcosa che soddisfazione non dà, se non per un attimo illusorio.

Il progresso va rivisto
La voglia di "piacere", in questi termini, è da stanare.
Occorre tornare a seminare, a fare fatica. Solo così si esce da un imbuto che relega a essere
ingranaggi di una macchina che tanto dà e il doppio prende, una gioia concede e dieci ne chiede.

sabato 26 gennaio 2013

La tv è la finzione

Dopo la moda è il turno della televisione.
Si, perchè se la moda è la finzione, la tv non è certo da meno.
Ormai è molto difficile trovare qualcosa di decente (quasi impossibile) da vedere sul
piccolo schermo.
Già, perchè i palinsesti abbondano di trasmissioni con vallette semi nude, con applausi
annessi facili e gratuiti
, e ben poco da poter imparare e memorizzare.
 

Si parla del nulla.
 

O meglio, temi che meriterebbero attenzione sono trattati con sufficienza, per fare audience e non per dibattito, crescita.
Si va dalla politica (o forse finta politica), passando per lo sport, i giochi, la musica,.. nessun campo la scampa.

Nei programmi i presentatori sono sempre gli stessi, gli ospiti d'onore idem, le veline sono sempre svestite, gli applausi abbondanti e finti, i sorrisi sempre sprecati.
I telegiornali parlano delle solite notizie. 7 canali nazionali e le notizie sono sempre le stesse. E' possibile? Certo, perchè tutto è controllato e monopolizzato. Tutti sanno ma nessuno spiffera insomma.

Le trasmissioni politiche seguono lo stesso copione. Destra, sinistra, fascismo, comunismo,..
parole, parole, parole,..bla bla bla..e conta più il vestito del parlamentare di turno di quello che dice o promette. Bhè si, perchè si promette e si mette la faccia. Ma tanto ormai è facilissimo prendere in giro tutti: la metà dormono davanti all tv, i restanti sono a commentare il vestito o gli interventi di chirurgia estetica recenti.
E i break? i consigli televisi? Le pubblicità?
Spesso partono con volume maggiorato, supportate dalle solite canzoni che si sentono ovunque, con l'obbiettivo di sempre: vendere. Quale miglior modo se non farlo su soggetti rembambiti davanti a uno schermo?!
 

Il tutto è agghiacciante. Il principale mezzo di informazione, quasi gratuito (il canone è la tassa per il possesso della tv), è sotto scacco, tra interessi economici, politici, indifferezza generale e menefreghismo (due tette e una bella macchina in pubblicità e tutto va più che bene!). La tv formato 2013 non ha personalità, tanto meno moralità e concretezza.
E' il nulla, il nulla a visione nazionale e mondiale.
E consuma corrente. Particolare indifferente, ma non troppo. Perchè continuare a guardarla?

Miele o zucchero? Miele! Ma poco..

Il miele e lo zucchero sono le due principali sostanze usate per dolcificare.
Sono comparabili tra loro, ma hanno caratteristiche diverse, in primis per la natura,  animale per il miele e vegetale per lo zucchero.


Il miele è prodotto dalle api (operaie), principalemente della stirpe mellifera; queste succhiano nettare o melata dalle piante e li trasportano all'arnia, ove li rigurgitano sotto forma di miele (il processo avviene nella sacca melarica grazie all'aggiunta di acqua che rende possibile il processo). Il miele ha colore, densità e consistenza diversi a seconda delle piante visitate.


Lo zucchero è invece prodotto dalla canna da zucchero o dalla barbabietola da zucchero. Il primo è stato scoperto intorno al V secolo a.C., mentre il secondo si è sviluppato più recentemente, intorno all'epoca di Napoleone. In entrambi i casi lo zucchero
presente nelle piante viene lavorato e raffinato e il prodotto finale consiste nei granuli
di colore giallastro (canna) o biancastro (barbabietola) comunemente presenti a tavola.
 

Miele e zucchero si assomigliano come caratteristiche nutritive, ma hanno alcune differenze importanti. Lo zucchero ha una struttura molecolare più semplice e viene scisso e assimilato in fretta come glucosio. Il miele contiene vitamine e carboidrati, ha una struttura molecolare più complessa (è digerito più che assimilato), oltre a possedere colore e sapore differenti dallo zucchero e addirittura tra le varie varietà. E' perciò più completo, più dolcificante e rende il medesimo risultato a quantità inferiori.

Il discorso va però visto in natura ecologica. Per la produzione dello zucchero sono
coltivate enormi aree
, principalmente in Brasile e India per quello di canna e in Europa
(Francia) per quello da barbabietola. Tutto ciò rende insostenibile il processo. Il miele ha bisogno solo di arnie e delle piante per la produzione. Campi selvatici e frutteti permettono alle api di avere nettare e melata per fare tutto. Ultimamente l'uso di composti chimici e anti parassitari sta mettendo molto in difficoltà gli apicoltori, così come il proliferare della varroa, la cui lotta non dà ancora i risultati sperati.


La conclusione è che il miele è più sostenibile è più nutrizionale dello zucchero. Ma c'è
il però. Il però è che occore cambiare il moderno ab-uso dei dolcificanti. In Europa la media
annua di consumo è di 32 kg a testa di zucchero (24 per l'Italia). Le conseguenze sono
l'obesità, il diabete, tutta una serie di disfunzioni e malattie conseguenti, oltre ai danni ecologici, di inquinamento e di uso di campi altrimenti utilizzabili per altri scopi. 

Perciò meglio consumare miele, ma in quantità basse e molto minori da quelle odierne di zucchero.

giovedì 24 gennaio 2013

La moda è la finzione

Seguire la moda significa uniformarsi al modo di agire e di comportarsi di un insieme di persone, significa pensare e sognare di far parte di un gruppo, spesso a discapito della ragione e dei propri princìpi.
 

La moda dell'abbigliamento (scarpe, abiti, intimo,...) è uno dei principali pilastri dell'economia attuale.
Spesso si dimentica che codesta moda non segue il volere delle persone, bensì è imposta
dall'alto
, da stilisti, manager e creatori di marchi: è un gran giro di soldi. E il farne parte alimenta la catena.
La gente si raffigura nella moda (ripeto, creata dalle elìte) e sceglie determinati prodotti
poiche si sente "libera" nel farlo. La realtà dice che ahimè è l'esatto opposto, vale a dire
è schiava, costretta a scegliere tra un ristretto gruppo di prodotti, obbligata a farlo per rimanere nel giro e continuare a "essere qualcosa".
Il tutto tra armadi pieni, voglia continua di acquisti per non rimanere mai fuori dal giro, sfruttamento della manodopera sottopagata che nella stragrande maggioranza dei casi produce i prodotti della moda.
Questo discorso vale anche per altri campi: mi compro la 500 perchè sono il tipo ideale che la
guida, la golf perchè sono uno che sa spingere sull'accelleratore, il telefono marchiato
dolce & gabbana perchè fa stile,..


Chiaro, non è facile (è quasi impossibile) stare fuori dal giro delle mode.
Però la conoscenza di come stanno e come vanno le cose può farci pensare e agire in maniera
più consapevole circa i nostri acquisti.
Per esempio, circa il vestiario, può farci rinunciare alle firme e ai marchi "che contano",
smettendo di riempire le tasche dei proprietari di queste, preferendo abiti o scarpe "anonimi", acquistando nei mercati locali e non nei grandi stock, acquistando capi usati, personalizzando il tutto come più ci piace.
Ognuno ha e deve avere la propria moda, il proprio stile. Ma questo è puramente personale
e deve continuare a esserlo. Ognuno ama dei colori, uno stile più sportivo o più elegante.

Con i piedi per terra e scelte ponderate, etiche e studiate possiamo sentirci più noi e più in sintonia con le nostre scelte, più liberi di quanto non lo siamo ora.
Per gli altri campi il discorso è il medesimo: usare la ragione, smetterla di farci guidare, smetterla di essere pedine nelle mani dei boss del marketing e della globalizzazione.
In più usare i criteri ecologici, ambientali e di sostenibilità per rendere duraturi e meno dannosi i nostri acquisti. 


Consiglio a tutti la canzone sul tema dei Duff, "Finzione", dall'ultimo album "Ci sono gente che non stanno bene".

L'acqua? Del rubinetto!

L'acqua è l'elemento essenziale della nostra vita. Già, senza mangiare qualche gorno si campa..ma senza acqua no.
E insomma, nella nuova società globalizzata che valorizza i colori e i sapori, l'acqua non è più semplicemente il liquido che sempre ci ha "solo" dissetato e rinfrescato. L'acqua ora è molto di più. E' gusto, quantità di bollicine, retrogusto, minerali presenti e in che quantità.
E per questo fa migliaia di chilometri, su tir, sotto sole, neve e vento in contenitori di plastica (la famosa sigla pet) super dannosi all'ambiente, costosi da produrre e smaltire.
 

Ma ti pice di più la leggermente frizzante o la naturale? L' effervescente o l'acqua panna?
 

Un secondo. Ma ne vale realmente la pena?
Pensiamoci bene..la risposta è no. Decisamente no.
Non perchè è ridicolo essere tutti sommelier dell'acqua (anche se un pò lo è!)..è una questione etica e ecologica. Per un cavillo egoistico inquiniamo il nostro pianeta, in misura spropositata rispetto a quanto si guadagna..sempre se di qualche guadagno si può parlare.

Perciò bisogna tornare indietro, tornare a essere umili, dimenticare i "lussi" del cittadino globale.
 

L'acqua un tempo sgorgava nei campi, in sorgenti fresche. Veniva bevuta sul luogo, o traportata alla bene e meglio, o veniva incanalata. Era buona, la vera acqua buona.
Ecco, oggi le cose non sono più così. Ci sono gli acquedotti, l'acqua si muove direttamente dalle falde sotterranee e giunge nelle nostre case. 

Le amministrazioni pubbliche hanno l'obbligo di monitorare la qualità dell'acqua dela rete e di bloccarla in caso di non potabilità. Perciò abbiamo dai nostri rubinetti la risposta sul cosa fare e come agire. A impatto zero abbiamo la fonte del nostro bisogno primario.
In molte zone dell'Africa e dell'Asia se lo sognano e all'ordine del giorno ci sono guerre e scontri tribali per il possesso delle po che falde rimaste. 

E noi mandiamo tutto all'aria con presunzione e arroganza. Investiamo i nostri soldi in altre maniere: per la mannutenzione delle la tubature e dei rubinetti, per  l'applicazione dei filtri per il miglioramenteo della qualità dell'acqua. Ma non giochiamoci l'ambiente e il futuro per cose da irresponsabili.

lunedì 21 gennaio 2013

La società senza limiti

La società odierna è la società senza limiti, che ha voluto abolire i limiti e che fa del suo cavallo di battaglia l'abolirne sempre di più in futuro.
La globalizzazione ha eliminato innanzitutto i limiti territoriali. Le barriere naturali o i confini che in un tempo non troppo remoto separavano gli stati ora sono superati e vecchi, poiche il mercato è allargato al mondo intero.
Ne hanno risentito i limiti culturali. Le lingue, le razze, le etnie, il cibo, il modo di vestirsi, un tempo caratteristiche distintive di un nucleo di cittadini, ora tendono a omologarsi. Nel mondo globale si parla inglese, cinese, spagnolo, russo e poco altro, si mangia al Mc Donald's e si indossano le all star.
E sono stati spazzati via i limiti economici. I capitali viaggiano senza limiti ovunque, nascono e svaniscono in men che non si dica. Il mercato locale non esiste più, il mondo è un mercato gigante a cielo aperto.
I limiti ecologici, che l'uomo ha voluto non vedere, hanno reso e stanno rendendo il tutto non sostenibile. Il superamento della soglia di rigenerazione (delle falde, della fertilità del terreno, dell'assorbimento del carbonio dell'atmosfera, dei combustibili fossili) è solo l'ultimo abbattimento dei limiti operati, contro la natura e a favore dell'ideologia globale.

La storia ha sempre dimostrato che tutte le civiltà si sono evolute in presenza di limiti. Pregredire in presenza di limiti significa avere un freno su quello che si può fare, scegliere cosa fare tra progetti fattibili/sostenibili, limitare l'impronta distruttiva e permettere il futuro alle gerezazioni successive, senza presunzione e ingordigia. Procedere senza limiti è come viaggiare su un campo minatoo essere in guerra contro tutto e tutti. Tutto giustifica tutto e tutto distrugge tutto.
Ed è così che la cosa più urgente è tornare a vedere e darsi dei limiti. Le comunità devono essere rivalutate nell'ottica locale, i mercati devono tornare a essere principalrmente locali, le sfruttamento della Terra non può essere maggiore del tasso di rigenerazione (occore frenare la deforestazione, lo sfruttamento dei combustibili fossili e delle falde). Solo così il futuro potrà tornare a essere un futuro, non un presente verso il baratro.

Consiglio a tutti l'ultima opera di Serge Latouche, dal titolo "Limite".

sabato 19 gennaio 2013

Mattatoio, storie di ordinaria brutalità


Gli allevamenti industriali ospitano diverse specie di esseri viventi e tra queste è l’uomo la vera bestia. Nei mattatoi si utilizzano i cosiddetti “storditori”, bastoni rigidi e lunghi un metro. Gli operatori li ficcano su per il culo o giù per la gola sia a maiali che alle mucche.

Si spera che la nascita del primo Master Post Laurea sui Diritti degli Animali Possa cambiare le cose. 

Le dichiarazioni qui riportate sono tratte dal libro Slaughterhouse, scritto dall’investigatrice Gail Eisnitz, capo della Humane Farming Association. Gail ha intervistato numerosi operai che lavorano nei mattatoi bovini, ovini e suini.


Racconti Brutali




“I maiali si agitano facilmente. Se li pungoli troppo possono avere un infarto. Se sul ripiano trovi un maiale che se l’è fatta addosso, che ha un infarto o che rifiuta di muoversi, prendi un gancio da macellaio, glielo agganci nel culo e trascini il maiale ancora vivo. Un sacco di volte il gancio lacera la carne. A volte ho visto dei prosciutti completamente squarciati. Ho anche visto uscire fuori i visceri. Se il maiale crolla davanti al ripiano, gl’infili il gancio nelle guance e lo trascini così. Oppure glielo infili in bocca. Nel palato. E sono ancora vivi.”

“Certi maiali in mattatoio mi vengono vicino e mi strofinano il muso contro come fossero dei cuccioli. Due minuti dopo li devo ammazzare a suon di sprangate. Questi maiali finiscono nella cisterna bollente e quando toccano l’acqua cominciano ad urlare e a scalciare. A volte si agitano talmente tanto da schizzare l’acqua fuori dalla cisterna…. Prima o poi muoiono affogati. C’è un braccio rotante che li spinge in basso, non hanno modo di uscire fuori. Non sono sicuro se muoiano prima affogati o prima ustionati, ma ci mettono qualche minuto per smettere di dimenarsi.”

"Potrei raccontare migliaia di storie di ordinario orroreDi animali, ad esempio, rimasti con la testa intrappolata nei cancelli; l’unico modo per tirarli fuori di lì è tagliare loro la testa mentre sono ancora vivi.

“Ho visto animali messi in ceppi, appesi, accoltellati e spellati mentre erano ancora vivi. Troppi da contare, troppi da ricordare. E’ un processo continuo. Ho visto manzi incatenati guardarsi intorno dopo che erano stati sgozzati. Ho visto maiali (che si supponeva fossero stati storditi) alzarsi sul nastro trasportatore su cui dovevano dissanguarsi. Dopo che erano stati sgozzati. Ne ho visti altri che cercavano di nuotare nella vasca d’acqua bollente.”

“Ho visto dei tipi prendere dei manici di scopa e infilarli nel culo delle mucche semplicemente per divertirsi”

“A volte ai manzi spezziamo le ossa quando sono ancora vivi. Quando li sposti e loro rimangono incastrati sulla soglia, allora li spingi finché non gli si strappa la pelle e il sangue finisce sull’acciaio e sul cemento. Gli si spezzano le zampe… E il manzo grida con la lingua di fuori. Lo trascinano finché non gli scoppia il collo”

“Una volta ho impugnato il mio coltello, che è molto affilato, e ho affettato la punta del naso di un porco, come se fosse mortadella. Il maiale per qualche secondo sembrava impazzito. Poi si è seduto e ha iniziato a fissarmi come inebetito. Allora ho preso una manciata di sale e gliel’ho messo sul moncone sanguinante. Allora sì che il maiale è andato fuori di testa, sfregava il naso dappertutto. Io avevo ancora un po’ di sale in mano, e gliel’ho infilato su per il culo. Quel povero porco non sapeva più da che parte girarsi.”

Gail Eisnitz, nel suo libro, sottolinea più volte l’inettitudine degli ispettori addetti a controllare il trattamento degli animali. Negli stabilimenti i controlli sono inesistenti e neanche gli operatori sanno dire se è presente un incaricato in azienda.





Racconti di anti-igienicità

Ogni giorno vedevo polli neri, polli verdi, polli che puzzavano, polli coperti di escrementi. Si potrebbe pensare che polli in queste condizioni vengano buttati via, invece vengono tenuti nella catena di lavorazione. Ho visto con i miei occhi carne marcia, lo si capisce dal fetore. Questa carne viene mescolata con carne fresca e venduta per fare omogeneizzati. Chiedevano a noi di mescolarla, e così poteva essere venduta. Si vedevano i vermi dentro la carne.

“Dopo che sono stati appesi, a volte i polli cadono nella canalina di scolo che corre lungo la linea. Lì dentro finiscono scarafaggi interiora, parti malate, feci e sangue. Gli operai vomitano in quella canalina…. Gli addetti masticano e sputano in continuazione tabacco per terra… A volte ci cagano anche…. I supervisori della Perdue ci dissero di raccogliere i polli caduti nella canalina e renderli nuovamente disponibili”

Nei mattatoi non mancano gli insetti, un ispettore sanitario intervistato disse: “Una volta puntammo una torcia in un buco da cui andavano e venivano scarafaggi: ce ne erano così tanti che brulicavano, che non si vedeva il muro”.

Per non parlare dei manzi e dei cavalli malati, quasi in putrefazione che finiscono nella catena di lavorazione delle carni fino ad arrivare sulle tavole dei consumatori.


Gli animali sono essere senzienti 

Tutti i vertebrati provano emozioni, sono sensibili e socievoli

Le galline, ad esempio, amano la televisione e la musica, uno studio condotto da un ricercatore britannico ha dimostrato come le galline sono in grado di utilizzare leve ed interruttori per regolare la temperatura atmosferica a loro piacimento.

I maiali sanno giocare ai videogames e secondo i test condotti sono più intelligenti dei cani e dei bambini di 3 anni


Le mucche provano eccitazione e i bovini, come dimostrato dai ricercatori della Bristol University, Gran Bretagna, coltivano amicizie e provano rancore

I pesci sono molto sensibili al dolore.


Gli animali da allevamento, vivono in condizioni pietose e subiscono elevate torture psicofisiche: gli animali sentono le grida e le urla degli altri simili che vengono macellati e sono terrorizzati. Capiscono che saranno uccisi e sono sconvolti. 
Alle mucche da latte, quando vengono sottratti i piccoli, queste prendono a calci le pareti della stalla per la rabbia e per il senso di impotenza, le mucche gridano letteralmente di dolore.

venerdì 18 gennaio 2013

Elogio della bicicletta

La bicicletta è il mezzo di locomozione a propulsione muscolare costituito da un telaio, due ruote allineate e un sistema meccanico di distribuzione della potenza su una ruota. 
Nata a metà 1800 in francia, è ora alla portata di tutti, ma spesso sottovalutata e denigrata.
In reatà la bicicletta è (per ora) l'unico mezzo di locomozione a impatto totalmente 0, vale a dire non genera nell'atmosfera emissioni nocive di nessun tipo. 
E' inoltre il mezzo più comodo per gli spostamenti brevi ma non fattibili a piedi, soprattutto in città, ma anche nei paesi. E l'utilizzo è molto comodo: si parcheggia ovunque (senza pagare nulla tra l'altro) e non crea traffico (in una strada a due corsie passano benissimo più di cinque biciclette insieme). Inoltre le moderne bici da strada sono provviste di cestini porta-spesa, campanello, diversi tipi di velocità, luci anteriore e posteriore, il che semplicizza e migliora i loro utilizzo (chiaro che poi il peso, la grandezza delle ruote e la grandezza delle corone anteriori e dei pignoni posteriori dei cambi possono migliorare di molto le prestazioni, ma a meno di non vivere in cima a una montagna il suo utilizzo è spesso molto più comodo dell'automobile.
Il problema sicurezza è risolvibile con l'utilizzo dei caschetti protettivi, accendendo le luci di sera e usando il campanello. Le velocità limitate, va comunque detto, permettono l'arresto in brevissimo tempo e limitano di molto le possibilità di danni gravi a persono, animali, o cose.
In Italia, il vero problema circa l'uso delle biciclette, è la mancanza di piste ciclabili. Spesso è pericoloso procedere a lato della carreggiata con automobili che sfrecciano a pochi metri e non lo è di meno il procedere sui marciapiedi, ove il rischio di collisione con i pedoni può causare incidenti.
I paesi leader in Europa (e anche nel mondo) circa l'utilizzo della bicicletta, e perciò da prendere come esempio, sono la Germania, i Paesi Bassi e il Belgio. Lì le bici sono di qualità, a basso prezzo e dei veri e propri investimenti, grazie a un sistema di piste ciclabili costruito per ottimizzarne l'utilizzo.

Consiglio infine la lettura del libro "Elogio della bicicletta" di Ivan Illich, da cui il nome del post.


Il dramma senza voce del riscaldamento globale

Brutte notizie per il nostro pianeta. La NASA ha rilasciato gli ultimi dati sull’andamento del riscaldamento globale aggiornato con l’anno appena concluso. Nessuna notizia confortante, anzi, il 2012 risulta essere il 9° anno più caldo da quanto sono cominciate le rilevazioni, nel lontano 1880.


La temperatura media registrata nel 2012 è stata di 14.6 °C, circa 0.6 °C in più rispetto alla media del secolo passato e 0.8 °C dal 1880. Gli ultimi 12 anni sono stati tra i 14 più caldi mai registrati. Molto emblematico è il video pubblicato sul sito della Nasa, che evidenzia molto bene con il cambio di colori questo incremento di temperatura nei vari anni: si parte da una situazione di celeste-azzurro che ricopre quasi tutto il globo, per finire ad un rosso intenso maturato soprattutto dagli inizi di questo secolo. 
Questo aumento non fa di certo bene al pianeta. L'innalzamento medio di temperatura ha provato quella "estremizzazione" delle stagioni che stiamo vivendo negli ultimi anni: ad esempio, l'estate 2012 negli Stati Uniti è stata una delle estati più calde dalla metà del XX secolo. New Scientist per l'occasione ha prodotto una mappa del mondo interattiva, dove toccare con mano i record di temperatura avvenuti sin dal 1880.
Gli scienziati concordano sul dire che questo fenomeno crescerà ulteriormente, soprattutto a causa delle sempre più crescenti emissioni di gas serra nell’aria, soprattutto anidride carbonica prodotta da combustibili fossili. Insomma, se non si interverrà per controllare e mettere un freno alla produzione di CO2, i danni potrebbero non essere più riparabili: l’incremento di CO2 è passato da 285 parti per milione nel 1880 alle attuali 390 parti per milione.

Articolo disponibile al seguente http://www.tzetze.it/2013/01/riscaldamento-globale-i-dati-nasa-mostrano-variazioni-drammatiche.html
Per saperne di più: http://it.ibtimes.com/articles/41330/20130118/riscaldamento-globale-nasa-incremento-temperatura.htm#ixzz2IK2LMVO8

mercoledì 16 gennaio 2013

Gli allevamenti intensivi



Gli allevamenti intensivi sono allevamenti dove gli animali, mucche, pecore, capre, galline, tacchine o maiali che siano, sono allevati in modo intensivo, in piccoli spazi e in gran numero, senza accesso all'esterno, quasi sempre chiusi in gabbia tutta la vita.

A differenza di come si è sviluppato il concetto di allevamento per la razza umana (ognuno fino a qualche decennio fa aveva una bestia, che era portatrice di un valore economico e non solo, e che per tutto era rispettata e trattata in modo conseguente), oggi, nel regno dei profitti, l'animale è un ingranaggio della macchina.
Ed è così che in capannoni infiniti si allevano centinaia (o migliaia) di animali, costretti a condizioni da lager, imbottiti di ormoni della crescita e di antibiotici. Questi crescono come body builder e vengono macellati prestissimo, dopo una breve vita che li ha relegati come slot machine dell'industria alimentare.

La carne prodotta da questi metodi è molto meno ricca di sostanze nutritive, così come il latte e le uova
Inoltre vi sono incredibili quantità di sostanze tossiche, dai residui delle medicine, ai batteri di salmonella ed escherichia coli.
Da non sottovalutarsi è poi il problema dello smaltimento dei rifiuti del processo. Le defecazioni sono spesso fiumi infiniti di feci, e vengono buttati ove l'azienda può: in fosse scavate nel terreno, in fiumi,..e spesso le falde acquifere sono contagiate, con seri rischi per la salute degli abitanti vicini alla imprese, ma non solo.
E in tutto ciò nulla sembra voler far cambiare le cose. La richiesta di carne, uova e latte è in continuo aumento (così come l'obesità, le malattie cardiache, i cancri) e nessuno sembra poter contrastare il devastante impatto sulla salute e sull'ambiente di questo tipo di attività. Multe irrisorie vengono imposte alle aziende, che con un sorriso liquidano il tutto e incassano milioni di euro.

Con maggior consapevolezza occorre farsi un esame di coscienza e chiedersi se ne vale la pena. E agire di conseguenza. (Io personalmente sono vegetariano ma non vegano, vale a dire consumo formaggio e uova, ma non carne). 
Il consiglio principale è di rivolgersi ai piccoli produttori, che trattano gli animali come meritano e come si è sempre fatto, boicottando i marchi che pensando solo ai profitti e se sbattono della salute e della salute del nostro Pianeta.

Libri da leggere riguardanti il tema sono Il dilemma dell'onnivoro di Michael Pollan e Se niente importa. Perchè mangiamo gli animali? di Jonathan Safran Foer.

lunedì 14 gennaio 2013

I Gruppi di Acquisto Solidale (GAS)

Cosa sono i Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S.)?
Un gruppo d’acquisto e' formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro.


Si ma... perché si chiama solidale?
Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarieta' come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarieta' che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a colore che - a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze - subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo.


Perché nasce una G.A.S.?
Ogni GAS nasce per motivazioni proprie, spesso però alla base vi è una critica profonda verso il modello di consumo e di economia globale ora imperante, insieme alla ricerca di una alternativa praticabile da subito. Il gruppo aiuta a non sentirsi soli nella propria critica al consumismo, a scambiarsi esperienze ed appoggio, a verificare le proprie scelte.


Come nasce un G.A.S.?
Uno comincia a parlare dell’idea degli acquisti collettivi nel proprio giro di amici, e se trova altri interessati si forma il gruppo. Insieme ci si occupa di ricercare nella zona piccoli produttori rispettosi dell’uomo e dell’ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli... e si parte!


Criteri solidali per la scelta dei prodotti
I gruppi cercano prodotti provenienti da piccoli produttori locali per avere la possibilita' di conoscerli direttamente e per ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto. Inoltre si cercano prodotti biologici o ecologici che siano stati realizzati rispettando le condizioni di lavoro.


Una rete
I gruppi di acquisto sono collegati fra di loro in una rete che serve ad aiutarli e a diffondere questa esperienza attraverso lo scambio di informazioni. Attualmente in Italia sono censiti circa 900 Gas.

Il testo è preso dal sito http://www.retegas.org
Qui troverete tutte le altre info, i GAS più vicini a voi, come entrare a farne parte..e molte molte altre notizie utili!

venerdì 11 gennaio 2013

La lotta alla crisi

Nei tempi in cui siamo, tra caos economico e politico, occorre fare chiarezza, cercare di capire, per poi agire di conseguenza.
Non è facile analizzare sta crisi; e pensare da dove e come sia arrivata sembra un'impresa.
Invece la questione è semplice: un'elite della finanza mondiale ha deciso che la sua ricchezza era in pericolo di fronte alla democrazia economica del benessere del dopo guerra e ha deciso, tramite speculazioni finanziarie e marchingegni economici simili, di provocare bolle finanziarie e la crisi vera e propria.  In questo modo si è assicurata molti dei soldi disponibili, lasciando in ginocchio il resto della gente.
Lo spread, il debito pubblico,..sono tutte invenzioni di questo gruppo di truffaldini per manipolare e tenere in silenzio il popolo, tenere nascosto il saccheggio in atto verso l'Italia.

Cosa fare?
Scappare da sta Europa che ci sta rubando soldi e dignità, finchè si è in tempo tornare alla nostra moneta, riacquistare il potere del nostro stato, rubatoci dall?Europa e dalla Bce. E poi.. boicottare i prodotti delle multinazionali, spendere intelligente nei cicuiti locali dei venditori e produttori locali, spendere meno e meglio, con rispetto verso la natura, ignorata dal sistema economico, ma che si sta ribellando ai nostri abusi.

Fondamentale è informarsi e lottare. 
Consiglio il sito MEMMT (Modern Money Theory)

e il sito personale di Paolo Bardard
http://www.paolobarnard.info

lunedì 7 gennaio 2013

Promemoria di gennaio!

Gennaio, il primo mese dell'anno.
Cosa fare?

Circa l'orto -> si seminano cipolle, aglio (in montagna c'è chi lo fa molto prima) e sedano rapa; si lavora il terreno, si sistemano i bancali in vista della primavera, si aggiustano gli impianti.
Circa le piante da frutto -> si pota, si innestano le nuove, si pulisce il terreno, si riparano eventuali impianti.

La cosa più importante? Seguire il calendario lunare.

Con luna crescente si semina e si raccoglie.
Con luna calante si trapianta e si lavora la terra.

E poi..la legna, le manutenzioni, si puliscono le ultime canale di scolo lasciate indietro..e se ci sono animali si continua con le attività di tutto l'anno!