Continuando e ampliando il tema dell'articolo di ieri di Massimo Fini, occorre fare un piccolo salto indietro prima di poter analizzare il presente.
La rivoluzione industriale, con la comparsa delle fabbriche, delle catene di montaggio, con lo sviluppo della tecnologia e dell'automazione, ha portato indubbiamente un miglioramento delle condizioni economiche e sanitarie, permettendo la sconfitta di malattie prima di allora inarrestabili e aumentando la speranza di vita media.
Dall'altro lato ha anticipato i temi che oggi regnano le nostre vite.
L'uomo, unito nel mito del denaro, ha iniziato a lavorare per produrre e spendere soldi, contro il precedente pensiero del vivere "aiutandosi" con i soldi. Il processo, va ribadito ancora una volta contro i principi della fisica e della natura, è stato inarrestabile e irreversibile e continua nei tempi odierni.
E i veri problemi, appena percettibili all'inizio, sono e stanno diventando sempre più evidenti.
A discapito della propria libertà e del proprio tempo, la razza umana si è immischiata in un gioco più grande di lei, ove le promesse libertà si stanno trasformando in schivitù.
La schiavitù in causa non è quella di un tiranno o di un popolo invasore. E' bensì quella di un mercato, diventato globale, che detta le sue leggi e che nessuno può contrastare.
L'abbandono dell'auto-produzione del cibo, degli abiti, dell'energia, ha consegnato la vita in mani ai soldi. Basta pagare e si può avere tutto.
Quello che non si vede o non si vuol vedere è che così la libertà economica e di scelta diminuisce drasticamente. La forza del singolo all'interno del mercato diventa irrisoria. La voce in capitolo si annulla, impotente al cospetto del potere dei soldi.
Non si può che passare la vita a pagare bollette.
Questo ultimo tema è spesso la lamentela principale: ma devo passare la vita a pagare le bollette? Che aumentano sempre per di più? No! Non lo farò!
Bhè, continuando così è inevitabile farlo, e non ci sono vie d'uscita.
L'aumento continuo delle bollette è il dramma del mercato, così come la crisi odierna.
E sono solo il preludio di un sistema al collasso, ingovernabile.
Perchè il mercato, ora diventato finanza e banche, padrone della politica e del sistema, è una macchina divoratrice, costruita da noi per divorare soldi e divorare la nostra libertà.
E' ridicola la richiesta di libertà in un sistema costruito per metterla in
discussione e eliminarla.
L'apoteisi è l'aver di fronte una megamacchina (alla Latouche) senza faccia, un
mostro senza testa, capace di annientare ricchi e poveri, manager e operai.
Ma le uscite ci sono. Eccome. Bisogna solo cambiare la nostra testa, la mentalità
e modificare gli stili di vita.
Il denaro deve tornare a essere il mezzo di aiuto per cui è stato creato e non
il fine, l'auto-produzione deve tornare a essere il modello economico di base,
la produzione di energia deve diventare (o meglio tornare a essere) auto-produzione.
Così avremo voce in capitolo nel mercato, saremo gli artefici e i gestori del mercato, torneremo a avere voce in capitolo e peso specifico, con più libertà, meno stress, meno incubi e più tempo libero.
La rivoluzione industriale, con la comparsa delle fabbriche, delle catene di montaggio, con lo sviluppo della tecnologia e dell'automazione, ha portato indubbiamente un miglioramento delle condizioni economiche e sanitarie, permettendo la sconfitta di malattie prima di allora inarrestabili e aumentando la speranza di vita media.
Dall'altro lato ha anticipato i temi che oggi regnano le nostre vite.
L'uomo, unito nel mito del denaro, ha iniziato a lavorare per produrre e spendere soldi, contro il precedente pensiero del vivere "aiutandosi" con i soldi. Il processo, va ribadito ancora una volta contro i principi della fisica e della natura, è stato inarrestabile e irreversibile e continua nei tempi odierni.
E i veri problemi, appena percettibili all'inizio, sono e stanno diventando sempre più evidenti.
A discapito della propria libertà e del proprio tempo, la razza umana si è immischiata in un gioco più grande di lei, ove le promesse libertà si stanno trasformando in schivitù.
La schiavitù in causa non è quella di un tiranno o di un popolo invasore. E' bensì quella di un mercato, diventato globale, che detta le sue leggi e che nessuno può contrastare.
L'abbandono dell'auto-produzione del cibo, degli abiti, dell'energia, ha consegnato la vita in mani ai soldi. Basta pagare e si può avere tutto.
Quello che non si vede o non si vuol vedere è che così la libertà economica e di scelta diminuisce drasticamente. La forza del singolo all'interno del mercato diventa irrisoria. La voce in capitolo si annulla, impotente al cospetto del potere dei soldi.
Non si può che passare la vita a pagare bollette.
Questo ultimo tema è spesso la lamentela principale: ma devo passare la vita a pagare le bollette? Che aumentano sempre per di più? No! Non lo farò!
Bhè, continuando così è inevitabile farlo, e non ci sono vie d'uscita.
L'aumento continuo delle bollette è il dramma del mercato, così come la crisi odierna.
E sono solo il preludio di un sistema al collasso, ingovernabile.
Perchè il mercato, ora diventato finanza e banche, padrone della politica e del sistema, è una macchina divoratrice, costruita da noi per divorare soldi e divorare la nostra libertà.
E' ridicola la richiesta di libertà in un sistema costruito per metterla in
discussione e eliminarla.
L'apoteisi è l'aver di fronte una megamacchina (alla Latouche) senza faccia, un
mostro senza testa, capace di annientare ricchi e poveri, manager e operai.
Ma le uscite ci sono. Eccome. Bisogna solo cambiare la nostra testa, la mentalità
e modificare gli stili di vita.
Il denaro deve tornare a essere il mezzo di aiuto per cui è stato creato e non
il fine, l'auto-produzione deve tornare a essere il modello economico di base,
la produzione di energia deve diventare (o meglio tornare a essere) auto-produzione.
Così avremo voce in capitolo nel mercato, saremo gli artefici e i gestori del mercato, torneremo a avere voce in capitolo e peso specifico, con più libertà, meno stress, meno incubi e più tempo libero.
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