Dal 26 febbraio 2024, per un'intera settimana WWF lancia la campagna Meat free week, ovvero un insieme di azioni concrete per ridurre il nostro impatto ambientale e migliorare la nostra salute.
Il contenuto della proposta è di fare una settimana senza mangiare carne.
Gli allevamenti intensivi...
In Europa più dell’80% della carne proviene da allevamenti intensivi.
In Italia addirittura l’85% dei polli e oltre il 95% dei suini sono allevati intensivamente, e quasi tutte le vacche da latte non hanno accesso al pascolo libero.
L'impatto sull'ambiente è devastante, come quello sulla nostra stessa salute.
In Italia infatti si registra la maggiore resistenza agli antibiotici in Europa, proprio a causa dell’eccessivo utilizzo di medicinali veterinari negli allevamenti.
...distruggono il pianeta e la nostra salute
Gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause del cambiamento climatico, responsabili del 16,5% delle emissioni globali di gas serra (cifra paragonabile agli effetti dell’intero settore dei trasporti, considerando treni, macchine, aerei e camion) e del 60% delle emissioni dell’intero settore agroalimentare.
Gli allevamenti intensivi consumano fino al 10% dell’acqua dolce del Pianeta e fino al 30% delle terre non coperte dai ghiacci.
Altro annosa questione è la deforestazione provocata dall’aumento, a livello globale, della domanda di carne: il 60% delle foreste pluviali (in Amazzonia questa percentuale arriva al 70%) viene abbattuto proprio per ottenere pascoli e per coltivare grandi quantità di vegetali (soprattutto soia e cereali) destinati all’alimentazione animale.
Tutto ciò cauda la perdita di habitat e specie selvatiche e l'aumento dell’effetto serra responsabile del riscaldamento globale.
Circa le condizioni di vita degli animali negli allevamenti intensivi sono spesso pessime, con luoghi sovraffollati, luce artificiale e spazi di movimento ridotti (se non nulli).
In ultimo l’insostenibilità degli allevamenti intensivi è evidente anche dal punto di vista di efficienza nutrizionale: nonostante il 77% dei terreni agricoli mondiali sia dedicato all’allevamento, questi generano solo il 18% delle calorie e il 37% delle proteine totali consumate dalla popolazione mondiale.
Perché la proposta di una settimana senza carne
Se si passasse a una dieta senza carne a livello globale si ridurrebbe del 76% l’uso del suolo legato all’alimentazione, del 49% le emissioni di gas serra legate all’alimentazione, del 49% l’eutrofizzazione (ossia l’eccesso di nutrienti, in particolare composti dell’azoto e del fosforo, nell’acqua e nel suolo) e del 35% l’uso di acqua blu e verde insieme.
I benefici sarebbero inoltre anche sanitari: se la dieta vegetariana fosse adottata a livello mondiale entro il 2050, porterebbe a una riduzione della mortalità globale fino al 10%, evitando circa 7 milioni di morti all’anno, mentre il veganismo farebbe salire questa stima a 8 milioni.
È studiato infatti che l’aspettativa di vita potrebbe aumentare fino a dieci anni in seguito al passaggio a diete più sane. Dunque, perché non provare!”.
Fonti
https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/al-via-la-meat-free-week-promossa-dal-wwf/
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