Diverso spesso è uguale a ignoto.
E l'ignoto, o il non ben conosciuto, potrebbe non essere piacevole, ma anzi, far paura, generando emozioni e sentimenti negativi, come l'ansia e il senso di insicurezza dovuto alla messa in discussione della propria identità ed esistenza.
Inoltre, gli esseri umani hanno bisogno di appartenere a un gruppo.
Per consolidare la propria appartenenza e il proprio ruolo nel gruppo, si può arrivare a identificare il "diverso" come estraneo, come un nemico.
La paura dell'estraneo può portare ad attaccare e combattere chiunque sia diverso da sè, a consolidare la propria appartenenza a un gruppo o a una comunità, riconfermando di conseguenza la propria identità ed esistenza, il proprio ruolo e potere.
Atteggiamenti mentali, meccanismi...l'unica soluzione è studiarli, capirli e imparare a usarli (come strumento di crescita personale e sociale)
Gli atteggiamenti di odio sono generalmente basati sulla paura.
Provengono da meccanismi primitivi di sopravvivenza di temere tutto ciò che ci sembra diverso.
Le persone dovrebbero essere coscienti di questi meccanismi, dovrebbero sentirsi emotivamente competenti, preoccupandosi delle proprie emozioni positive, ma anche di quelle negative.
La capacità di mettere in discussione le nostre emozioni ci permette di comprendere meglio le nostre radici e chi siamo.
Conoscere meglio chi siamo, le emozioni che proviamo e i comportamenti che mettiamo in atto in situazioni specifiche, ci aiutano ad individuare strategie per far fronte a situazioni stressanti.
I nostri atteggiamenti, verso chi è diverso da noi, si manifestano in due vie: in maniera esplicita (quella che dichiariamo apertamente) o in maniera implicita (dove inconsciamente ci affidiamo a degli stereotipi, anche se crediamo di comportarci in modio equo).
Questi diversi tipi di atteggiamenti sono dovuti all'evoluzione della corteccia celebrale, una struttura complessa che ha il ruolo di regolare le emozioni ed è sensibile all'educazione, alle nuove informazioni e al ragionamento. Grazie a questa area del sistema nervoso, noi siamo agenti capaci di valutare razionalmente, di esprimere decisioni e ragionamenti.
Possiamo, nonostante ciò, mettere in atto reazioni instintuali.
Oltre alla consapevolezza: dare un nome alle emozioni
Per arrivare a una piccola conclusione, occorre dare un nome alle emozioni se le si vuole usare.
Essere consapevoli delle nostre emozioni non è sufficiente. Occorre conoscerle, dargli un nome ed esprimerle correttamente.
Essere consapevoli dei nostri pregiudizi consci e inconsci e delle emozioni ad essi correlati è essenziale per iniziare a conoscere meglio noi stessi e gli altri.
Conoscere chi siamo, con le nostre emozioni positive e negative, ci aiuta a riconoscere gli altri, come esseri umani che utilizzano l'empatia come competenza per instaurare il dialogo.
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