La riserva frazionaria è la percentuale dei depositi bancari che per legge la banca è tenuta a detenere sotto forma di contanti o di attività facilmente liquidabili.
Se la percentuale di riserva è pari al 2%, a fronte di 100 euro di nuovi depositi la banca deve tenere 2 euro in attività liquide o facilmente liquidabili, mentre può impiegare (ovvero prestare) i restanti 98 euro.
Secondo Gianfranco Venturi sarebbe l’errata definizione della moneta come unità di conto (e non come bene reale) che ha generato nella mente umana la possibilità della moneta come “essenza immaginaria”, come bene che non ha bisogno di essere scambiato realmente per svolgere la sua funzione.
In base a questo concetto di moneta (come essenza immaginaria) il sistema bancario, tramite la riserva frazionaria, ha creato la moneta virtuale (creata dal nulla e non garantita da alcuna riserva di moneta reale) che rappresenta, insieme al Signoraggio, una colossale truffa ai danni del Popolo.
La riserva frazionaria è la percentuale dei depositi bancari che per legge la banca è tenuta a detenere sotto forma di contanti o di attività facilmente liquidabili.
Oggigiorno, tale coefficiente di riserva si basa su alcune passività della banca, in particolare depositi e titoli: un coefficiente di riserva del 2% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili fino a due anni; un coeff. di riserva del 0% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili oltre i due anni.
Inoltre, anche nel sistema SEBC vale ciò che in Italia esisteva già dal 1990, ossia la mobilizzazione della riserva: l'obbligo di riserva richiede che la banca mantenga una riserva media giornaliera, calcolata nell'arco di un mese, almeno pari all'ammontare di riserva dovuto. È dunque possibile, con la mobilizzazione della riserva, movimentare l'intera riserva purché a fine giornata il conto riserva/regolamento (il conto su cui la banca mantiene le proprie riserve presso la Banca Centrale) non presenti saldi negativi.
Ad esempio, ipotizzando una banca con 1000 euro di depositi con scadenza 12 mesi, essa ha l'obbligo di tenerne 20 come riserva (ossia il 2% di 1000) e può prestarne un massimo di 980. Tali 980 euro possono poi diventare depositi della stessa o di un'altra banca, ed ipotizzando che rimangano anch'essi depositi con scadenza 12 mesi, 19,6 euro dovranno rimanere in riserva (2%) ed un massimo di 960,4 euro potranno essere prestati, e così via.
Tale meccanismo crea denaro dal nulla in quanto i depositi continuano ad esistere come denaro, anche se in alcuni casi vincolati nell'utilizzo immediato. Da quei 1000 euro di depositi iniziali, il sistema bancario nel suo complesso può prestare quindi, attraverso il passaggio depositi-prestiti-depositi sopra accennato, un massimo di 50.000 euro (una semplice serie geometrica: 1.000x(1+0,98+0,98*2+0,98*3+...) ).
Se tale calcolo di creazione del denaro dal nulla da parte del sistema bancario è vero in un sistema monetario statico, non lo è però in un sistema monetario dinamico. Infatti quei soldi nella realtà si muovono velocemente nel sistema, e quindi lo stesso medesimo denaro può in poco tempo, divenendo deposito di diversi depositanti o di diverse banche, permettere la creazione di denaro non solo una volta, ma molte volte. Potenzialmente, infinite volte. Ciò significa che la creazione di denaro reale non è solo di 50 volte, ma è ben superiore. E tanto maggiore è la velocità di circolazione della moneta, tanto maggiore sarà la moneta creata.
La creazione di moneta nel sistema monetario odierno basato su riserva frazionale, quindi, non ha sostanzialmente alcun limite, a differenza di quanto ufficialmente dichiarato. E la riserva frazionaria quindi, oggigiorno peraltro quasi inesistente, è in realtà uno strumento fittizio di limitazione della creazione di moneta dal nulla (strumento di politica monetaria restrittiva). Ed altrettanto fittizia è la base monetaria (denaro emesso dalla Banca Centrale) come strumento di politica monetaria restrittiva: tolto infatti il denaro iniziale emesso dalla Banca Centrale (una qualsiasi quantità positiva, anche un infinitesimo), per il meccanismo sopra descritto se ne può creare all'infinito attraverso le banche ordinarie.
Tale concetto non è sovente compreso in quanto si tende a ragionare in modo statico, e non dinamico; ed a considerare la creazione di moneta scritturale come la risultante del solo coefficiente di riserva obbligatoria, senza considerare la velocità di circolazione della moneta.
In sostanza, il sistema bancario può produrre a costo zero quantità illimitate di "denaro" dal nulla – denaro con cui sottrae unilateralmente potere d'acquisto al mercato e ai soggetti diversi dalle banche stesse, incontrando in questa produzione solamente il limite della credibilità del denaro stesso che essa va creando, nel senso che il sistema bancario può immettere solo la quantità di nuovo "denaro" creditizio, che il mercato, nel corso del tempo, può e vuole assorbire.
Proprio per questa ragione, affinché la gente e il mercato non perdano fiducia nel denaro bancario, i suddetti meccanismi di moltiplicazione della massa monetaria dal nulla non vengono resi noti, anzi spesso vengono negati.
Viene incoraggiata la convinzione che le banche siano tenute a osservare rigorosi limiti di riserva e che guadagnino onestamente sulla forbice tra tassi attivi e tassi passivi. E che le Banche Centrali sorveglino e garantiscano che l'offerta di credito non sia eccessiva e non causi inflazione, mentre le forti tasse servirebbero (anche) a drenare l'eccesso di denaro circolante.
Quanto sopra comporta anche che l'ammontare della massa monetaria effettiva è incontrollabile, indefinito, perché esso dipende da fattori arbitrari o, più esattamente, potestativi.
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