Il falso mito del calcio
Il latte non è essenziale per assumere calcio, anzi i prodotti caseari peggiorano la salute delle ossa.
I Paesi del mondo in cui si beve più latte hanno statisticamente più osteoporosi e fratture del bacino.
Di pari passo con l’aumento del consumo di latte/latticini e di calcio aumentano anche i fattori di rischio per l’osteoporosi e le fratture ossee.
Più latte e latticini si assumono, più si hanno perdite ossee.
Ci sono eccellenti fonti vegetali di calcio che non provocano acidosi metabolica; anzi, sono alcalinizzanti e aiutano la salute delle ossa. I broccoli, il cavolo, gli altri ortaggi a foglia verde, i semi di sesamo, il tahini, il tofu con aggiunta di calcio e i latti vegetali e succhi di frutta fortificati hanno quantità adeguate di calcio che soddisfano il fabbisogno giornaliero.
Il fattore in assoluto più importante per la salute delle ossa è il movimento. Per aumentare e mantenere la densità ossea, è necessario porre sotto tensione le ossa regolarmente.
Anche la vitamina D ha un importante ruolo nella salute delle ossa. Indipendentemente dalla quantità di calcio che si consuma, per assorbirlo serve la vitamina D. Oltre il 90% della popolazione mondiale ha livelli di vitamina D insufficienti o carenti.
La caseina e i prodotti caseari
La caseina, la principale proteina del latte, provoca dipendenza psicologica ed è un potente promotore del cancro.
Inoltre i prodotti lattiero-caseari contengono ormoni, allergeni, lattosio, grassi saturi, colesterolo e pesticidi: tutte sostanze che possono causare nel tempo seri problemi di salute.
Producono alti livelli di grassi saturi e colesterolo, note cause di aterosclerosi e cardiopatia arteriosclerotica (ASHD).
Il lattosio
Il lattosio è uno zucchero contenuto nel latte che viene scisso nell’organismo ottenendo un altro zucchero, il galattosio.
A sua volta, il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi.
Secondo uno studio condotto dal dr. Daniel Cramer (e collaboratori) a Harvard, quando il consumo di latticini eccede quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel sangue e può danneggiare le ovaie femminili.
Alcune donne possiedono livelli di questi enzimi particolarmente bassi e il consumo regolare di derivati del latte può triplicare in loro il rischio di sviluppare cancro ovarico.
Il latte e le malattie correlate
I tumori della mammella e della prostata sono stati messi in relazione con il consumo di derivati del latte, correlazione presumibilmente riferibile, almeno in parte, ad aumentati livelli plasmatici di un composto denominato Insulin-like Growth Factor (IGF-I).
Questo fattore, isolato nel latte vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumino regolarmente latticini .
Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono presenti nel latte vaccino.
Uno studio recente mostra come soggetti maschili che presentino elevati livelli di IGF-I avrebbero un rischio quattro volte maggiore di sviluppare cancro prostatico, quando confrontati con i soggetti nei quali i livelli di questo fattore sono bassi.
Un ulteriore studio realizzato dal National Cancer Institute, dal National Institute of Health e dal World Cancer Research Fund condotto su 52.795 donne dimostra che:
- consumare 1/3 di tazza di latte bovino al giorno aumenta del 30% la possibilità di sviluppare il cancro al seno;
- consumare 1 tazza di latte bovino al giorno aumenta del 50% le probabilità di sviluppare il cancro al seno;
- consumare 2-3 tazze di latte bovino al giorno aumenta dell”80% le probabilità di sviluppare il cancro al seno.
“Quello che è molto chiaro è che chi beve latte e mangia formaggi si ammala di più di cancro alla prostata." "La mia personale raccomandazione è di andare piano con i latticini, perchè i latticini non servono a niente". E i malati di tumore che hanno alti livelli nel sangue di fattori di crescita, come IGF1, che è stimolato dal consumo di latte, hanno una prognosi peggiore” (Franco Berrino).
Inoltre “I latticini contribuiscono significativamente ad elevare il contenuto di colesterolo e grassi nella dieta – è spiegato sul sito della SSNV – e le diete ad elevato contenuto di grassi, soprattutto grassi saturi, possono aumentare il rischio di parecchie malattie croniche, comprese le malattie cardiovascolari”.
Infine, “studi epidemiologici in diversi Paesi dimostrano la presenza di una forte correlazione tra l’uso di latticini e l’incidenza di diabete insulino-dipendente“.
Un'overdose proteica
Il latte vaccino, dovendo servire ai vitelli, che hanno una velocità d’accrescimento fisico notevolmente superiore a quella umana (raddoppiano il proprio peso dopo appena 47 giorni dalla nascita, mentre il neonato umano lo raddoppia in 180 giorni), contiene dal 3,5% al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte umano. Tale notevole quantità di proteine nel latte di mucca costituisce, quindi, una autentica overdose proteica per un essere umano.
Si è cosi accertato che quando le proteine superano il normale fabbisogno del mammifero che assume un determinato latte, l’eccesso determina un sovraccarico per il fegato e le reni, che hanno il compito di eliminare i prodotti del metabolismo proteico.
Bibliografia
Le informazioni sono tratte dalle seguenti opere:
Mills M. - Fattori promotori del cancro nel latte
Barnard N. - Ciò che l’industria del latte non vuol farti sapere
Berrino F. - 4 pilastri della nutrizione
Campbell T. C. - The China study
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