mercoledì 19 febbraio 2014

Oltre la medicina convenzionale (III° parte): l'iridologia


L'iridologia è un sistema di analisi basato sullo studio dell'iride dell'occhio
Analizzando l'iride di una persona, si può infatti determinare l'esistenza di un problema non solo relativo a qualche apparato o funzionalità del corpo, ma anche alle funzionalità mentali della persona. Osservando attentamente l'iride dell'occhio si può determinare se un organo è malato e la gravità del processo in corso.


La storia dell'iridologia

L'iridologia è nata in Ungheria nel tardo XIX secolo, ma già in passato si trovano tracce di studi sull'iride. 
Il primo testo che descrive le caratteristiche riflesse sull'iride è la Chiromantica Medica del fisico Meyens. 
Nelle medicine antiche vi sono i primi rudimenti di iridologia: nella cultura egizia l'occhio è per l'uomo ciò che il sole è nel sistema solare, da qui il culto per l'occhio di Horus. 
Nei papiri medici dell'antico Egitto (1500 a.C.) compaiono riferimenti all'analisi dell'occhio in relazione con le malattie. 
Nella tradizione medica cinese l'osservazione dell'occhio e dell'iride era utilizzata in senso diagnostico, legando le varie zone dell'iride e della sclera agli elementi costitutivi dell'uomo secondo agopuntura. 
In alcuni documenti mesopotamici risalenti al 669 a.C. si fa cenno alla presunta relazione esistente tra la variazione del colore dell'occhio con le malattie epatiche o con la vicinanza della morte. 
L'iridologia moderna nasce con la pubblicazione della prima topografia iridea nel 1886 sulla rivista Homeopätische Monatsblätter del Dottor Ignatz von Peczely; il primo testo pubblicato dallo stesso autore nel 1880, Scoperte nel regno della natura e arte di guarigione; secondo una tradizione del 1837, von Peczely all'età di dieci anni catturò un gufo nel giardino della sua casa in Ungheria, nel tentativo di fuggire dalla mano del suo predatore il gufo si ruppe una zampa e von Peczely notò immediatamente che gli si era formata una macchia nell'iride nel punto della posizione che nel grafico dell'iride corrisponde alla gamba; questo segno colpì molto il giovane Peczely il quale a distanza di tempo notò un fenomeno simile in un'iride umana, in seguito ai suoi studi di medicina divenne noto come "il medico che poteva formulare una diagnosi osservando gli occhi". 
Nello stesso periodo un altro ricercatore, il Reverendo svedese Nils Liljequist pubblica le prime osservazioni sulla variazione del colore delle iridi a seguito dell'assunzione di chinino e di iodio, nell'opera On Oegendiagnosen descrive in dettaglio le osservazioni del colore dell'iride dopo l'assunzione protratta di sostanze chimiche; il suo interesse per l'iride iniziò nel 1864 quando notò alcune alterazioni di colore nelle sue stesse iridi. 
Una cosa interessante è che i due ricercatori disegnarono una mappa iridologica simile pur non essendo a conoscenza l'uno del lavoro dell'altro. 


L'iride e l'analisi iridologica

La parola iride deriva dal greco e significa arcobaleno per la sua colorazione o aureola perché è considerata come un'aureola che circonda la pupilla, è la sua pigmentazione che conferisce all'occhio il colore che lo caratterizza.
L'iride è una carta topografica che riproduce, nel suo piccolo, tutta la mappa del corpo umano, la sua anatomia, le sue funzioni: un minuscolo archivio in cui sono trascritti la salute dei nostri organi. 
Attraverso i segni che si manifestano sull’iride, si possono rilevare situazioni infiammatorie, che verranno “registrate” indicandoci su quali organi sono localizzate; si possono rilevare i cambiamenti dello stato di salute che possono dipendere dagli eventi stressanti vissuti nella propria vita, sia attuali che trascorsi; si possono rilevare gli accumuli di scarti metabolici nell’organismo, le predisposizioni legate alla propria costituzione, le capacità reattive agli eventi esterni, intervenendo nella prevenzione dei disturbi.
L'iridologia si basa sull'osservazione di un organo (l'occhio), unico, non ricoperto da membrane opache, nel pieno svolgimento delle sue funzioni biologiche.
L'analisi dell'iride effettuata con l'iridoscopio permette di stabilire le predisposizioni di alcune parti dell'organismo ad ammalarsi. Alcuni segni caratteristici dell'iride, ma anche della pupilla e della sclera, indicano le debolezze congenite o acquisite che possono poi sfociare in disturbi o malattie. È un esame indubbiamente utile in quanto consente d'intervenire a livello preventivo. 
In particolare l'analisi iridologica permette di valutare il quoziente energetico, la capacità reattiva, l'entità del sovraccarico tossinico, la capacità di eliminazione dei residui metabolici, l'equilibrio psico-neuro-endocrino, lo stato di sofferenza di un organo. 
L'iridologia è un metodo di valutazione del "terreno" e non come metodo diagnostico in senso convenzionale in quanto nella pratica clinica non sempre l'esame rivela il segno correlato alla patologia in atto.


Lo studio iridologico

L'irdologia si basa sullo studio di tre pilastri: terreno individuale, mappe iridologiche e segni iridologici.
Secondo la teoria dell'iridologia, le iridi si distinguono in tre gruppi principali: linfatiche, ematogene, miste, originando tre tipi di costituzioni principali distinte poi in successivi sottogruppi. 
Nella costituzione si prende in considerazione il colore di fondo dell'iride.
Nelle disposizioni si analizzano le fibre connettivali che costituiscono la trama.
Nelle diatesi si analizzano la presenza di colorazioni aggiunte al colore.


Nella mappa di Jensen si sono individuate 166 cosiddette aree, 80 nell'iride destra e 86 in quella sinistra. Per identificare meglio le specifiche zone si considera la mappa che corrisponde ad un'iride come il quadrante di un orologio, ad esempio l'area corrispondente al cervello occupa la posizione tra le 11 e le 13, i polmoni e la cassa toracica sono alle 3 nell'iride sinistra, le gambe alle 6. 
Le aree si configurano sia in senso circolare che radiale, cioè vi sono cerchi concentrici divisi in spicchi, lo schema della mappa è asimmetrico, complessivamente il grafico corrisponde alle zone anatomiche in cui si trovano gli organi e le diverse parti del corpo, ad esempio il cervello alla sommità, il piede in basso, i polmoni orizzontalmente fuori dalla circonferenza dell'iride, l'area delle viscere è più all'interno, la pelle è verso l'esterno. 
Vi è un'ulteriore suddivisione empirica in sette zone come aiuto per la localizzazione dei segni iridologici.
Una lacuna in iridologia è un termine che indica un tessuto irideo aperto; le fibre dell'iride si allontanano una dall'altra determinando una forma a mandorla più o meno larga, in tal modo si può vedere il tessuto sottostante di colore più scuro.
Esistono varie forme di lacune con diverso significato a seconda della loro forma e grandezza: lacuna ad asparago, lacuna a becco, lacuna chiusa, lacuna aperta.

martedì 11 febbraio 2014

Le mestruazioni: un'emorragia davvero patologica e necessaria?


Le mestruazioni sono o non sono indispensabili alla donna? E ancora, la razza umana femminile è "nata" con le mestruazioni o queste si sono evidenziate a seguito di una o più modifiche dello stile di vita, riguardanti per esempio l'alimentazione?  E’ davvero "normale" che l’ovulo non fertilizzato sia espulso del corpo femminile tramite un'emorragia?

Il mestruo, cioè la perdita di sangue, non si bene cosa sia e da cosa dipenda. Si può però, dopo attente considerazioni, affermare che sia un metodo "escogitato" dal corpo (e dalla natura) per evitare l'intossicazione del corpo femminile, e per favorirne la pulizia. Il mestruo è quindi un'escamotage per mantenere la donna fertile e per proteggere la sopravvivenza della specie (umana).
Quindi, se non venissero più fornite le tossine all'organismo femminile le mestruazioni potrebbero sparire?
Ci sono numerosi casi che dimostrano di si.
Innazittutto va detto che ciclo ovarico e ciclo mestruale sono due cose diverse.
Quando la donna va in menopausa è perchè il corpo si è saturato nel corso del tempo di una sostanza viscosa e densa (muco), prodotta dal corpo spesso in risposta a cibi cotti e iperproteici: l’endometrio passa quindi da uno stato emorragico ad uno stato atrofico.
Considerando quindi il mestruo un processo di pulizia, è chiaro che la sua attività provochi dolori e fastidi da disintossicazione del corpo. La donna avversa a questa idea potrebbe attribuire la colpa alla vecchiaia o al trascorrere del tempo, non concentrandosi su uno dei fattori principali: l'alimentazione.
Viene quindi a mancare con le mestruazioni, la vitale pulizia mensile del corpo, in risposta all’insulto ricevuto da cibi inadatti alla razza umana.
Ecco perchè da quel momento in poi molti sintomi peggiorano a meno che non si faccia sport e si sia attenti all’alimentazione.
Gli animali selvatici non hanno mestruazioni, ma sono soggetti al periodo stagionale degli accoppiamenti, una o due volte l’anno. Consideriamo inoltre che non esistono animali selvatici obesi, mentre gli animali domestici oltre ad esser sovrappeso tendono a presentare ciclo abbondante. Chissà cosa c’è nelle scatolette per cani/gatti e quanti processi di cottura e raffinazione hanno subito? Ma andiamo avanti.
Il pensiero che il ciclo coincida con le mestruazioni è da debellare. Prendiamo per esempio le donne incinte e il famoso concetto "la donna non ha piu’ le mestruazioni durante la gravidanza”.
Non è proprio così. 
Il sangue della donna in dolce attesa non rischia di intossicare quello del feto. 
Difatti la placenta ha origine fetale e il passaggio di scarti nel sangue al massimo avviene dal bambino verso la mamma e non viceversa.
La placenta si comporta da filtro di tossine per il feto.
Purtroppo in alcuni casi il filtro non basta a causa dell’alimentazione materna così lontana dalla nostra vera natura di essere umano… e ce ne rendiamo conto quando ci troviamo di fronte alle tristi patologie/problematiche neonatali.
La lettura di molti fenomeni fisiologici sia piu’ semplice di quanto abbiamo creduto fino ad oggi, nel momento in cui vengono rispettate le leggi della natura.


Alcune frasi storiche riguardanti l'argomento

Arnold Ehret:
“I grassi di ogni genere, compreso il burro ordinario, sono innaturali e quindi non dovrebbero essere consumati” 
(pag.99 Il sistema di guarigione della dieta senza muco). 
“Se il corpo femminile viene perfettamente pulito con questa dieta, il ciclo mestruale scompare. (….) Ognuna delle mie pazienti ha riportato che le sue mestruazioni diminuivano sempre di più con intervalli di due, tre e quattro mesi ed infine svanivano completamente, e quest’ultima condizione veniva sperimentata da chi aveva fatto un perfetto processo di eliminazione con questa dieta. Le emicranie, i mal di denti, il vomito e tutti gli altri cosiddetti “disturbi della gravidanza” svaniscono. I parti indolori, con latte abbondante e molto dolce, e bambini che non piangono mai, bambini che sono puliti in modo differente dagli altri, sono fatti meravigliosi che ho appreso da una donna che è diventata madre dopo aver vissuto con questa dieta.” (pag.149 Il sistema di guarigione della dieta senza muco).

Ludovici
"Le mestruazioni derivano in larga misura dalle diete super–proteiche a base di carne, propagandate dalla civiltà moderna, che, come Charles Watson ha dimostrato, tendono a causare uno stato infiammatorio della mucosa uterina. Perciò una dieta tendente fruttariana/crudista riduce la quantità di tossine, l’infiammazione mestruale ed anche la pressione sanguigna, favorendo così la diminuzione e l’eliminazione della risultante emorragia uterina."

Herbert Shelton, igienista alimentare:
“Non è difficile collegare l’emicrania alla funzione mestruale, alla congestione pelvica e ad altre condizioni anormali degli organi riproduttivi” (pag.206 Il digiuno può salvarti la vita)

John Robbins:
“La malattia esiste solo quando è necessaria e dura finchè ce n’è bisogno.” 
"Molti credono di dover mangiare carne per avere ferro a sufficienza. [...] Contrariamente alle insinuazioni dell’industria bovina, però, i vegetariani non sono soggetti a carenza di ferro più di chi mangia carne. (pag.199 John Robbins Sani fino a 100 anni).

George Starr White, autore di “The emancipation of women”:
"Le mestruazioni sono patologiche e innaturali. Niente più della dieta influenza il flusso mensile di una donna. A volte, colei che ha un flusso molto abbondante può curarsi completamente riducendo la dieta e vivendo di cibi crudi. Spesso, quando passa dal cibo cotto a quello crudo, i cicli di tale donna saltano uno o due mesi, ma non deve per questo preoccuparsene.”

Ludovici:
“La deduzione dei medici e dei ginecologi che si sono onestamente chiesti quale fosse la causa originaria delle mestruazioni, anzichè accettare supinamente l’attuale punto di vista medico e di diffonderlo, conclude che le mestruazioni sono ereditarie (intere generazioni di abitudini sbagliate hanno prodotto donne sempre più deboli, rendendo sempre più difficile risolvere questa condizione). Le mestruazioni nascono specialmente come una condizione tossica del sangue e della conseguente irritazione catarrale cronica della mucosa uterina, che diventa periodicamente emorragica a causa della debolezza cronica dei capillari. Questi ultimi sono incapaci di contenere la pressione sanguigna nell’utero, dopo che il concepimento non si è instaurato” (Man, an indictment, Ludovici)

Wendy Harris e Nadine Forrest Mac Donald
“Le mestruazioni, al pari della leucorrea, sono una condizione di malattia anziché di normalità, come comunemente si intende; e che pertanto vanno sottoposte a regime ed a rettifica dietetici. Quando si permette alle mestruazioni di continuare indisturbate, si favorisce dopo una certa età, lo sviluppo di proliferazioni patologiche nell’utero. Per questa ragione, giunte per lo più ai 35 anni di età, il 20% delle donne è affetto da miomi uterini (tumore del tessuto muscolare)[...]”. 
"Dopo la menopausa l’infiammazione passa dallo stato emorragico a quello atrofico (stato che comporta la diminuzione del volume dell’affezione tumorale per insufficienza di nutrimento); e questa è l’età in cui il cancro all’utero è molto diffuso. Ho visto masse cancerose decrescere fino a metà in base solo ad una dieta fatta di frutta e verdura”.
"Si conoscono numerosi casi di donne che hanno partorito parecchi figli senza per questo aver mai avuto mestruazioni. Una signora, poi, soggetta a mestruo da adolescente, sposò un uomo che aveva cambiato il suo regime di vita in un altro di autentico stile naturale. La donna condivise con lui il suo stile salutista, divenne anch’ella un perfetto esempio di salute vivente e cessò pertanto di mestruare. In seguito ebbe tre figli, tutti partoriti in assetto naturale e senza dolori, e non ebbe più mestruazioni. Nessuna funzione corporea dovrebbe essere accompagnata da emorragia. La perdita di sangue è sempre un fatto anormale.”
(Wendy Harris e Nadine Forrest Mac Donald)

sabato 1 febbraio 2014

Solfiti si o solfiti no?


L'anidride solforosa (E220) ed i solfiti (E221 e E228) sono conservanti antimicrobici, antienzimatici ed antiossidanti utilizzati per evitare l'insorgere di muffe, lieviti e batteri, nonché per preservare il colore dei cibi e proteggerli dall'imbrunimento.
A seconda della concentrazione, l'anidride solforosa ed i solfiti possono esibire proprietà batteriostatiche (impediscono la crescita dei microrganismi) o battericide (ne provocano la morte).
L'anidride solforosa è un gas e può essere utilizzata come tale o in forma liquida, mentre i solfiti si presentano come polveri stabili, fortemente reattive in ambiente acquoso. Nel linguaggio comune, all'interno del termine solfiti vengono raggruppati l'anidride solforosa ed alcuni suoi sali inorganici (solfiti, bisolfiti e metabisolfiti) impiegati come additivi per la preparazione e la conservazione degli alimenti: E220 (Anidride solforosa); E221 (Solfito di sodio); E222 (Bisolfito di sodio); E223 (Metabisolfito di sodio); E224 (Metabisolfito di potassio); E225 (Solfito di potassio); E226 (Solfito di calcio); E227 (Bisolfito di calcio); E228 (Potassio solfito acido).
Cibi ricchi di solfiti sono il vino (normalmente ne contiene più il bianco rispetto al rosso e il dolce rispetto al secco), l'aceto di vino, il sidro, la birra, i succhi di fruttale gelatine, la frutta disidratata, la frutta secca (soprattutto quella pelata), la frutta candita, la frutta glassata, i frutti di mare, i gamberi e gli altri crostacei, il baccalàla verdura conservata (liofilizzata, essiccata, surgelata, sott'olio, sott'aceto, ecc.), i funghi secchi, l'uvetta e i prodotti a base di carne come hot dog ed hamburger. 
Per legge, l'impiego di solfiti negli alimenti carnei è fortemente limitato in quanto riducono notevolmente la biodisponibilità della tiamina (vitamina B1).
L'ADI (dose giornaliera di assunzione accettabile) dell'anidride solforosa è stata fissata in 0,7 mg/kg/die. In generale nei paesi sviluppati l'intake giornaliero non supera i 20 mg.


La sensibilità ai solfiti

Negli individui sani, alle dosi comunemente impiegate nell'industria alimentare, l'anidride solforosa è considerata un additivo sicuro; si tratta infatti di un composto naturale, prodotto anche dal nostro organismo durante il metabolismo di alcuni amminoacidi e facilmente inattivato dai sistemi di detossificazione endogeni (grazie agli enzimi solfito-ossidasi che la trasformano nell'innocuo solfato). 
Nonostante questa sicurezza d'uso, l'anidride solforosa ed i solfiti possono arrecare qualche problema, talvolta grave, alle persone per così dire "sensibili".
Il biossido di zolfo, o anidride solforosa, è un gas dall'odore acre e pungente che si sviluppa quando si brucia lo zolfo. I solfiti, dal canto loro, reagiscono con gli acidi sviluppando biossido di zolfo, che ha appunto proprietà sbiancanti, battericide, ma anche fortemente irritanti. Va comunque detto che, una volta aggiunti al prodotto alimentare, i solfiti tendono a combinarsi irreversibilmente con alcuni suoi componenti, divenendo in gran parte inattivi, quindi non soggetti ad evaporazione.
Il contatto dei solfiti alimentari con l'acidità gastrica genera una certa quantità di anidride solforosa, che rappresenta uno dei gas più efficaci nell'indurre attacchi di broncospasmo nei soggetti asmaticiSono particolarmente esposti al rischio di subire questo genere di reazioni anche le persone allergiche all'aspirina. In generale, si stima che i solfiti causino problemi a circa lo 0,05-1% della popolazione (a seconda delle fonti e dei dosaggi), con un rischio sensibilmente maggiore per gli individui asmatici (nei quali la prevalenza può raggiungere il 5%). In questo contesto viene usato il termine sensibilità poiché non si può parlare di vera e propria allergia, ma di un'intolleranza che scatena sintomi pseudoallergici, tra cui il caratteristico "cerchio alla testa" (a cui contribuisce ovviamente anche l'alcol). Oltre alle emicranie benigne bisogna aggiungere il già ricordato rischio di crisi asmatiche (broncospasmo), ma anche di orticaria, nausea, vomito, sudorazione intensa, vampate di calore e ipotensione. I sintomi si manifestano generalmente entro 15-30 minuti dall'ingestione.
Proprio per la potenziale attività similallergenica dei solfiti e dell'anidride solforosa, i produttori alimentari sono ormai da qualche anno obbligati a dichiarare in etichetta la presenza di queste sostanze; in particolare, tale obbligo vige qualora la concentrazione di anidride solforosa nell'alimento superi i 10 mg/L o i 10 mg/kg.