lunedì 3 marzo 2014

Calotta polare e innalzamento dei livelli del mare: attenzione.


Il livello globale del mare sta crescendo ad un tasso di poco più di 3 millimetri all’annoa causa sia dello scioglimento dei ghiacci che dell’espansione dell’acqua marina provocata dal global warming. Ma i ricercatori hanno anche scoperto che i futuri aumenti di perdita di massa della calotta della Groenlandia e dell’Ice Sheet dell’Antartide occidentale rischiano di aumentare in modo significativo il tasso globale di innalzamento del livello del mare, mentre i cambiamenti della calotta della Groenlandia daranno un contributo sempre più dominante.

Una ricerca sui ghiacciai montani di tutto il mondo, pubblicato su Science e che esclude proprio le calotte e le banchise di Groenlandia ed Antartide, si basa sulle osservazioni da due satelliti della Nasa ed ha contribuito a risolvere le differenze nelle stime su quanto i ghiacciai stiano scomparendo velocemente e contribuiscano all’innalzamento del livello del mare. Il nuovo studio, che ha coinvolto 16 ricercatori di 10 Paesi, ha trovato che i ghiacciai montani, depositari dell’1% di tutto il ghiaccio terra, durante il periodo di studio, dal 2003 al 2009, hanno perso una media di 259 miliardi di tonnellate di massa all’anno, facendo così salire il livello degli oceani di 0,7 mm all’anno. Secondo la Nasa «Questo è pari a circa il 30% dell’aumento globale totale osservato del livello del mare durante lo stesso periodo e corrisponde al contributo combinato al livello del mare a partire dagli ice sheets della Groenlandia e dell’Antartide».
Secondo la ricerca tutte le regioni glaciali tra il 2033 e il 2009 hanno subito perdite di massa, ma i cali più grandi dei ghiacciai si sono avuti nel Canada Artico, in Alaska, lungo la costa della Groenlandia, nelle Ande meridionali e nell’Himalaya. Invece i ghiacciai periferici dell’Antartide, piccoli corpi glaciali non collegati alla calotta di ghiaccio principale, hanno contribuito poco all’aumento del livello del mare.

Lo studio si basa su un’altra ricerca del 2012 che utilizzava solo i dati di Grace e che aveva trovato che il calo dei ghiacciai era inferiore alle stime ricavate dalle misurazioni terrestri. 
Le stime attuali prevedono che tutti i ghiacciai montani del mondo contengano abbastanza acqua da poter far aumentare il livello del mare di ben 60 centimetri. Per fare un confronto, l’intera calotta glaciale della Groenlandia, ha il potenziale per contribuire a  far aumentare il livello del mare di ben 6 metri e la calotta antartica addirittura di circa 60 metri.

Tad Pfeffer, un glaciologo dell’università del Colorado Boulder, chiosa: «Dato che la massa globale di ghiaccio dei ghiacciai è relativamente piccola in confronto alle enormi distese di ghiaccio che coprono la Groenlandia e l’Antartide, le persone tendono a non preoccuparsi. 
Ma è come un piccolo secchio con un buco enorme sul fondo: non può rimanere acqua per molto tempo, appena un secolo o due, ma finché c’è ghiaccio in quei ghiacciai, è un importante contributo all’innalzamento del livello del mare».

Documenti trapelati e visionati dalla Associated Press hanno rivelato le profonde preoccupazioni tra i politici per l’assenza di riscaldamento globale nel corso degli ultimi anni. La Germania [NATO] ha chiesto che i riferimenti al rallentamento della fase di riscaldamento siano cancellati, sostenendo che un arco di tempo di soli 10 o 15 anni è ‘ingannevole’ e ci si dovrebbe concentrare su decenni o secoli.
L’Ungheria [NATO] è preoccupata che la relazione del Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico potrebbe fornire munizioni per i negazionisti del cambiamento climatico di origine antropica.
Il Belgio [NATO] contesta l’uso del 1998 come anno di partenza per le statistiche, dato che è stato eccezionalmente caldo e suggerisce di utilizzare 1999 o il 2000, per ottenere una curva più rivolta verso l’alto.
La delegazione degli Stati Uniti [NATO] ha sollecitato gli autori del rapporto a dar conto della mancanza di riscaldamento utilizzando l’ipotesi principale, quella secondo cui il riscaldamento è in calo perché più calore viene assorbito dagli oceani, che si sono riscaldati.

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