giovedì 28 febbraio 2013

La religione della foresta



Le foreste sono sorgenti d'acqua e serbatoio di biodiversità che si fa modello di democrazia, insegnandoci come lasciare spazio agli altri mentre traiamo sostentamento dalla trama della vita.
La pace della foresta è venuta in soccorso all'evoluzione intellettuale dell'uomo.
La sua cultura ha alimentato la cultura della società indiana, nata dalla foresta e influenzata dai tanti processi di rinnovamento della vita e della loro continua interazione, da specie a specie, di stagione in stagione, vuoi che colpiscano la vista, l'udito o l'olfatto. 
Il principio unificato dell'unità nella diversità, del pluralismo democratico, è così diventato il principio della civiltà indiana.
In tutte le tragedie umane, la natura resta al suo posto, a dimostrazione della sua funzione suprema: dispensare la pace dell'eternità alle emozioni umane.

Le citazioni sono tratte dall'opera di Tagore La religione della foresta.
Parole sante. Parole che sembrano lontane anni luce dal mondo in cui viviamo.

E pensare che noi discendiamo dalle foreste.
La nostra storia ci dice che siamo nati nelle foreste africane, o meglio che qui ci siamo differenziati dall'ultimo stadio evolutivo, cioè siamo passati da scimmia a uomo.  
Nelle foreste abbiamo iniziato a alzarci in piedi e ad acquistare la posa eretta.
In seguito, l'espansione verso la savana africana e la conseguente alta temperatura ci ha  fatto perdere il pelo e ci ha fatto acquisire i caratteri di cui ora ci vantiamo come "unici" della nostra specie.
Nelle foreste i nostri avi, abili raccoglitori, trovavano da vivere giorno per giorno, stagione per stagione, come citato da Tagore. In esse trovavano rifugio, convivevano con gli altri animali e con le piante. 
Chiaro, i pericoli c'erano ed erano numerosi, ma le piccole comunità indigene erano preparate ad affrontarli e superarli.

Ora le foreste, da ambiente in cui vivere o con cui convivere, sono merce del Mercato.
Le industrie del legno e della carta traggono ingenti profitti dall'abbattimento delle specie forestali e incentivano il rimboschimento di determinate piante, quali il pino, il tek, l'eucalipto.
Il tutto finanziato dai programmi della Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale, e alla faccia della biodiversità e delle funzioni uniche che sono le foreste possono darci e dare al Pianeta.
Le foreste sono il polmone verde, ci danno l'ossigeno per respirare, fissano il terreno, proteggono l'erosione del suolo, permettono la creazione delle falde acquifere.
Sono un bene e un diritto di tutti.
Il rischio legato alla loro diminuzione è il rischio di catastrofi incombenti sul nostro futuro.
E' il rischio di alluvioni, di innalzamento della temperatura globale, di diminuzione di precipitazioni, di impoverimento delle riserve idriche.

Solo un diverso approcio al tema forestale può (e deve) farci cambiare la rotta.
La cultura della foresta va riscoperta e coltivata. Il rapporto con quello che ci sta intorno deve tornare a essere il più importante. I concetti di equità e moderazione devono tornare i nostri cardini; già, proprio come la foresta, che ci fa godere dei frutti, ma ci impedisce l'accumulazione e lo sfruttamento intensivo.
Il tutto per il nostro bene e la nostra libertà. 
Tornare a conoscere, apprezzare e amare la natura e la sua forza, da cui dipendiamo totalmente, è l'unico modo per preservare il nostro futuro e garantirlo ai nostri figli. 


Rabindranath Tagore, chiamato talvolta anche con il titolo di Gurudev, è il nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur (রবীন্দ্রনাথ ঠাকুর, रवीन्द्रनाथ ठाकुर) (Calcutta6 maggio 1861 – Santiniketan7 agosto 1941), è stato un poeta,drammaturgoscrittore e filosofo indiano.
Poeta, prosatore, drammaturgo e filosofo indiano di lingua bengalese, nacque a Calcutta nel 1861 e morì a Santi Neketan, nel Bolpur, nel 1941. Mentre Gandhi, con la disobbedienza civile, organizzò il nazionalismo indiano sino a ricacciare in mare gli inglesi, Tagore si propose di conciliare e integrare Oriente ed Occidente.
Opera difficile, cui egli era preparato dall'esempio di suo nonno che nel 1928, fondando ilSodalizio dei credenti in Dio, integrò il monoteismo cristiano ed il politeismo induista.
Esercitò un enorme fascino anche sul mondo occidentale, che lo premiò col Premio Nobel per la letteratura nel 1913. Fu il primo nobel letterario non occidentale nella storia del premio. Creò una scuola d'arte e di vita, La Visva Bharati University, che portò avanti fino alla fine della sua vita. Tagore è stato tradotto praticamente in tutte le lingue europee risultando forse l'autore di origini bengalesi più noto in Occidente. Le sue opere sono state pure, quasi tutte, tradotte in italiano. Inoltre fece costruire strade, ospedali e anche una scuola, la quale è a tutt'oggi un'università.

mercoledì 27 febbraio 2013

Ogm? No grazie.



Un organismo geneticamente modificato (OGM) è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, che consentono l'aggiunta, l'eliminazione o la modifica di elementi genici.
Con il termine Organismo Geneticamente Modificato (OGM) si intendono soltanto gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica.
Gli OGM vengono spesso indicati come organismi transgenici: i due termini non sono sinonimi in quanto il termine transgenesi si riferisce all'inserimento, nel genoma di un dato organismo, di geni provenienti da un organismo di specie diversa. 

Uno dei settori principalmente interessato dallo studio e dalla creazione di OGM è quello alimentare. Sui cereali si è soffermata l'attenzione (mais ma non solo), per incrementare le rese diminuendo le spese (sulla carta), anche in direzione della continua crescita demografica e di richiesta di risorse alimentari.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Affatto.

Così, lo sviluppo di piante geneticamente modificate per uso alimentare, è stato affiancato dalla comparsa di nuovi rischi, in particolare ambientali e per la salute. 
Un elenco di potenziali rischi da tenere in considerazione prima di diffondere nell'ambiente un OGM comprende: rischi ambientali relativi a cambiamenti nell'interazione tra pianta  modificata e ambiente biotico, tra cui persistenza e invasività, induzione di resistenza negli insetti infestanti cui le piante sono resistenti, interazioni con organismi non-target (ad esempio, effetti su api e altri insetti non infestanti, con conseguenze sulla biodiversità); possibili rischi per la salute umana o animale, tra cui effetti tossicologici causati da proteine sintetizzate dai geni inseriti, o tossicità di costituenti diversi dalle proteine, allergenicità, cambiamenti nel valore nutritivo e trasferimento di resistenza agli antibiotici.
Oltre ai rischi ambientali e per la salute, valutabili attraverso la ricerca scientifica, l'introduzione di organismi geneticamente modificati (in particolare nel settore agroalimentare) può avere potenziali conseguenze economiche e sociali sullo sviluppo delle aree ad economia agricola in cui vengono coltivati.
Altro oggetto di dibattito è il problema delle sementi. Alcune varietà di piante sono state geneticamente modificate in modo da essere "sterili" e non produrre più sementi, e obbligare gli agricoltori ad acquistarle ogni anno a caro prezzo da produttori di OGM, che hanno il brevetto e operano in monopolio.

Il tema OGM è di grande attualità, e presenta l'approcio classico del Mercato, anche verso questioni che di puramente economico presentano ben poco. Profitti e dominio sulla natura, con il contributo dell'ipocrisia tipica (di voler risolvere il problema della fame del mondo, di pensare al benessere di tutti, di aver come obbiettivo un pianeta di ricchezza e prosperità), cozzano contro i princìpi che regolano i cicli naturali, gli ecosistemi, l'evoluzione naturale, di cui tra l'altro siamo un risultato.
Sfidare queste leggi è contro natura, contro la nostra stessa natura. 
E non va dimenticato che la natura è infinitamente più forte di quanto possiamo solo osare immaginare (si pensi ai terremoti, agli uragani, agli tzunami). 
Il nostro approcio verso di essa dovrebbe perciò essere di convivenza, di rispetto, di ascolto e di valorizzazione di pratiche sostenibili, come è giusto che sia quando si parla di beni comuni, quali l'ecosistema, le piante, la famiglia o la comunità. 
Inoltre, dovremmo se mai lottare per limitare i danni causati di pratiche sbagliate, non promuovere e incentivare su azioni che si sa già sono dannose.
Occorre eliminare sul nascere il pericolo sugli OGM. Non perdere tempo in sfide impossibili e concentrare sforzi e risorse sulla permacultura, sulle rotazioni, sugli orti senergici, sul biologico, su sistemi che valorizzano la forza vivente delle natura, non quella distruttiva.
Questo è l'unico modo per preservare la fertilità del terreno e la biodiversità, aumentando la lotta alla desertificazione all'impoverimento del suolo, che insieme alla carenza idrica sarà una delle più grandi minacce che incombono sul nostro prossimo futuro.

martedì 26 febbraio 2013

La kewra di Ganjam, un caso indiano come tanti


La pianta di kewra costituisce la ricchezza primaria della comunità del distretto di Ganjam (India), composta da circa 25 mila persone.
La kewra è una pianta rara, la cui fragranza aromatica distillata dai fiori è molto richiesta,
e la raccolta e la distillazione dà lavoro a migliaia di abitanti.
La kewra è un cespuglio spinoso che cresce selvatico sulla fascia costiera del Ganjam e viene piantata come barriera di protezione intorno ai campi agricoli e alle coltivazioni di orchidee. I suoi fiori sono molto aromatici e vengono distillati per ottenere profumo, essenza e assoluto. In generale si ottengono dai 15 ai 20 grammi di assoluto per 10000 fiori e sul mercato 300.000 rupie al chilo. L'essenza di kewra è molto richiesta sia sul mercato nazionale indiano che sul estero. Essa viene usata per aromatizzare il paan masada (un miscuglio di foglie di tabacco e spezie da masticare), sorbetti, dolci, bastoncini d'incenso, medicinali, etc. e il distillato viene venduto nei paesi dell'Asia occidentale per la profumeria. 
La coltivazione di kewra non necessita di investimenti nè di cure specifiche. Le piante mature possono essere spostate facilmente senza particolari danni alle gemme e alle radici. Il fiore cresce spontaneamente e ha bisogno di acqua pochi mesi all'anno. Il fiore non necessita di concime, ma le piante vecchie, cioè di cinque o più anni, devono essere potate ogni dodici mesi per crescere in verticale. La kewra fiorisce tre volte all'anno e il periodo massimo di crescita è tra agosto e settembre. Ciascuna pianta può dare circa 200 fiori l'anno, e al momento ciascuno di essi costa circa 4,5 rupie (in alcuni casi possono diventare fino ad 8).
La kewra è la base di tutte le attività economiche della regione. Nella Chhatarpur Block Kewra Union esistono 65 unità di distillazione, di cui 62 operative. Il numero minimo dei fiori lavorati è tra i 200.000 e i 250.000, mentre per le distillerie più grosse si arriva ai 2 milioni di fiori l'anno.
Nei villaggi della zona la kewra è chiamata "oro". La lavorazione, durante il periodo di fioritura, coinvolge praticamente tutta la popolazione. Nessun fiore è sprecato e tutti i germogli sono comprati dal distillatore. Le unità di distillazione sono principalmente di proprietà dei commercianti, danno lavoro in media a cinque-venti persone e ciascun lavoratore prende 40-50 rupie al giorno (che arrivano a 80 al culmine della fioritura). Ogni unità di distillazione ottiene il combustibile (principalmente foglie secche di kewra, cocco, banana, cocco e altre piante) dalle zone circostanti grazie agli appaltatori. Un quintale di combustibile costa 150 rupie e la lavorazione di 1000 fiori ne richiede circa 3 quintali. Il combustibile viene raccolto anche dalle donne e venduto direttamente ai distillatori o ai mediatori. In breve, gli abitanti dei villaggi ricavano denaro dalla kewra in vari modi: per i fiori, per il combustibile e per la lavorazione. L'assoluto di kewra è molto costoso perchè da 400-500 fiori ne vengono estratti solo 10-12 grammi. Più o meno 500 fiori danno 12 litri di acqua di kewra. 
Non solo il fiore, ma anche i rami, le radici e le foglie di kewra hanno un valore economico.
La fibra estratta dalle radici aeree della piante viene usata per produrre corde vendute per lo più negli stati dell'Andhra Pradesh e del Tamil Nadu. Tra le popolazioni autoctone c'è chi usa le radici di kewra come spazzolino da denti. Queste radici, che spuntano dal gambo della pianta, possono raggiungere i due-tre metri di lunghezza e un diametro di 40-50 cm e oltre. Più di duemila persone della zona si guadagnano da vivere producendo corde. I rami vengono usato come sostegni nelle piccole capanne riservate al bestiame. Le foglie vengono impiegate anche nella produzione di reti resistenti, materassi, cappelli, ceste di fiori, borsellini, borse, cartellette e altri articoli per la casa.
La produzione a domicilio su piccola scala che si sta diffondendo nella zona trae sufficienti benefici da questa biorisorsa perenne e dà lavoro alle persone. Inoltre le foglie secche e i gambi vengono utilizzati come combustibile dagli abitanti locali e venduti alle unità di distillazione. I cespugli di kewra contribuiscono anche a stabilizzare l'ecosistema della zona, tenendo sotto controllo l'erosione del suolo nei terreni agricoli e stabilizzando le dune di sabbia lungo la costa. Queste piante fungono anche da efficaci barriere contro i cicloni e le piogge intense. La coltivazione di kewra, pertanto, è un dono della natura per gli abitanti  di questa regione e per l'ecologia locale; deve essere salvaguardata per motivi sia economici sia ecologici. Questa specie in pericolo, però, rischierebbe l'estinzione se venisse messo in atto il piano di industrializzazione previsto per quest'area.

Il post è tratto dall'opera "Fare pace con la terra" di Vandana Shiva
L'elogio della kewra e dell'economia locale introducono l'epilogo amaro della favola d'altri tempi del Ganjam.
Già, perchè il Mercato ha deciso di mettere le mani su 2000 ettari nel Ganjam per la costruzione di un'acciaieria; sotto il nome dell'azienda TISCO e con l'appoggio del governo corrotto del distretto vorrebbe dare inizio agli espropri forzati, magari aumentando i profitti mettendo sotto marchio la kewra.
Per ora la resistenza popolare riesce a far slittare l'inizio dell'acquisizione vera e propria, ma non è detto che il governo non voglia utilizzare esercito e arresti nel prossimo futuro per sistemare la questione.

Questo è solo uno dei casi della lotta per la terra e contro il Mercato dell'India, terra splendida e di cultura millenaria, il cui popolo vede minato il futuro dall'ingresso prepotente e sconsiderato della globalizzazione e del capitalismo.

lunedì 25 febbraio 2013

Il combustibile fossile della transizione: il metano


Tra i combustibili fossili, il metano sembra attualmente essere quello che vedrà un crescente utilizzo nel prossimo futuro, grazie alla sua relativa abbondanza e grazie al fatto di essere relativamente "pulito "

La sua molecola è costituita da 4 atomi di idrogeno e uno di carbonio (CH4): bruciando, è l'idrocarburo che libera la minor quantità di carbonio per questo è meno dannoso per l'ambiente.
Produce emissioni di CO2 inferiori del 25% rispetto alla benzina, del 16% rispetto al Gpl, del 30% rispetto al diesel e del 70% rispetto al carbone. La sua capacità di formare ozono è inferiore del 80% rispetto alla benzina e del 50% rispetto a gasolio e Gpl. 
Inoltre, le emissioni della combustione non contengono residui carboniosi, benzene e polveri ultrasottili PM10, a differenza di benzine e gasolio. Tra tutti i combustibili fossili, il metano è sicuramente il più "ecologico". 
Si prevede che il suo utilizzo sia destinato ad aumentare grandemente nel prossimo futuro.
Le riserve di gas naturale di origine "geologica" sono stimate sufficienti per 59 anni e sono in massima parte concentrate nelle regioni del Golfo Persico.
Quantità decisamente minori vengono attualmente ricavate dai prodotti di scarto della produzione zoo-agricola, con l'utilizzo di digestori anaerobi che permettono di produrre metano dai liquami animali. Altre piccole quantità si possono ricavare dal metano autoprodotto nelle miniere di carbone dismesse, che sfruttano il gas prodotto naturalmente e nel contempo ne impediscono la dispersione nell'ambiente.

Gli idrati di metano potrebbero essere la fonte di energia del futuro
Un metro cubo di idrati di metano può contenere da 160 a 180 m3 di metano gassoso. Si calcola che sui fondali marini e nelle zone di permafrost siano presenti più di 100.000 milioni di miliardi di metri cubi di metano, intrappolati sotto forma di idrati. Alcune stime valutano in 5 x 1013 m3 le "riserve" contenute nel permafrost dell'Alaska e della Siberia e in 5-25 x 1015 m3 quelle contenute nei fondali oceanici. 
La quantità sfruttabile potrebbe quindi essere di almeno due ordini di grandezza superiore rispetto alla quantità di metano presente sul pianeta e fornirebbe circa il doppio dell'energia ricavabile da tutti i depositi di combustibili fossili oggi conosciuti.

domenica 24 febbraio 2013

Le corporazioni assolutamente da boicottare


Questa è la lista delle 10 corporazioni più pericolose a livello mondiale.

1. Chevron
Sono diverse la grandi compagnie petrolifere che starebbero in questa lista, ma la Chevron merita un posto d'eccezione. Tra il 1972 e il 1993 la Chevron (allora Texaco) ha riversato 18 miliardi di galloni di acqua tossica nei boschi tropicali dell'Ecuador senza intervenire minimamente, distruggendo i mezzi di sussistenza degli agricoltori locali e facendo ammalare le popolazioni indigene. 
Nel 1998 la Chevron ha contaminato anche gli Stati Uniti, la città di Richmond (California) ha querelato la compagnia per smaltimento illegale di sostanze inquinanti senza aver effettuato il trattamento delle acque reflue, contaminando così le forniture di acqua. Lo stesso è accaduto nello New Hampshire nel 2003. 
La Chevron è stata responsabile della morte di diversi nigeriani che hanno protestato contro l'impresa per la sua presenza e per lo sfruttamento del delta nigeriano. La compagnia ha pagato la milizia locale conosciuta per i suoi abusi contro i diritti umani, per mettere a tacere le proteste, fornendo loro perfino elicotteri e barche. I militari aprirono il fuoco contro i manifestanti, e rasero poi al suolo i loro villaggi. 

2. De Beers
Questa impresa non bada a spese, e finanzia, appoggia e crea autentiche guerriglie e dittature 
del terrore per poter continuare a ottenere, attraverso lo sfruttamento di bambini e adulti, la pietra preziosa. 
In Botswana, De Beers è stata accusata per la "pulizia" delle terre da cui estrae i diamanti, e per il trasferimento forzato dei popoli indigeni che vivevano li da migliaia di anni. Pare che il governo abbia tagliato le forniture d'acqua, minacciato, torturato e impiccato pubblicamente i dissidenti. 
Per non parlare della sua quasi totale assenza di responsabilità verso l'ambiente, degli inesistenti diritti dei lavoratori, delle vite umane, e delle sue campagne sudice e maschiliste. 

3. Philip Morris
Philip Morris è il più grande produttore di sigarette degli Stati Uniti e del mondo. È ormai noto che le sigarette causano cancro nei fumatori, e difetti di nascita nei bambini di madri che fumano durante la gravidanza. Il fumo di sigaretta contiene 43 cancerogeni conosciuti e più di 4.000 sostanze chimiche, incluso il monossido di carbonio, la formaldeide, il cianuro di idrogeno, l'ammoniaca, la nicotina e l'arsenico. 
La nicotina, sostanza chimica che costituisce il principale elemento psicoattivo nel tabacco, da dipendenza psicologica. Fumare aumenta la pressione arteriosa, danneggia il sistema nervoso  centrale e la costrizione dei vasi sanguigni. Le cicche di sigarette sono uno dei principali inquinanti che i fumatori buttano via quotidianamente e sono lenti a degradarsi. Molti di questi filtri si fanno strada nel terreno o nell'acqua, dove i loro componenti chimici si comportano come vere sanguisughe. 
Il tabacco contamina la terra con gli estesi ettari di monocoltura, cosparsi quotidianamente con agrotossici, e anche la sua produzione industriale inquina (si utilizzano, infatti, enormi quantità di carta, cotone, cartone, metallo, combustibili ...), il suo consumo inquina l'atmosfera, danneggia chi le compra e chi sta loro vicino. Le sue cicche impiegano anni a degradarsi disperdendo nel terreno e nell'acqua un'enorme quantità di sostanze tossiche. 

4. Coca-Cola
La bevanda preferita del mondo o "il latte del capitalismo", accumula querele e sanzioni in diversi paesi a causa delle gravi contaminazioni, delle cattive pratiche lavorative e per l'uso di acque non autorizzate. 
Nella fase di produzione, la compagnia utilizza quasi tre litri di acqua per ogni litro di prodotto finito. Le acque di scarto sono costituite da sostanze inquinanti che la multinazionale deposita in luoghi protetti, come accadde in Colombia, situazione per la quale fu multata nell'agosto scorso dalla Segreteria Regionale per l'Ambiente del municipio di Bogotá. È stato dimostrato che la compagnia aveva scaricato acque residuali nell'Humedal de Capellanía, nella zona di Fontibón. 
Il fatto è considerato un attentato contro un'area di speciale importanza e protezione ecologica. 
Il processo di inquinamento dell'Humedal de Capellanía iniziò con la scadenza del permesso di riversamento concesso alla multinazionale per cinque anni e con la non autorizzazione della Segreteria per l'Ambiente a rinnovare tale permesso. Successivamente, grazie a dei sopralluoghi tecnici, è stato verificato lo stato della rete fognaria di Coca-Cola e la realizzazione di discariche industriali, chiaramente non autorizzate. 
Una situazione molto simile si è verificata in India nel 2005, dove un migliaio di manifestanti hanno marciato per chiedere la chiusura dello stabilimento vicino Varanasi. Denunciavano che tutte le comunità vicine agli stabilimenti di imbottigliamento Coca-Cola stessero subendo l'espropriazione delle loro terre e l'inquinamento delle falde acquifere. 
Analisi tossicologiche hanno dimostrato la presenza di alte percentuali di pesticidi vietati come il DDT e, da "buoni vicini", hanno distribuito i loro scarichi industriali ai contadini di Mehdigani dicendo che sarebbero serviti da "concime". Il risultato è che oggi quei suoli sono sterili. 
Come se non bastasse, la bevanda in questione, oltre a consumare acqua in eccesso, non apporta nessun elemento nutritivo, anzi, contiene alte concentrazioni di zucchero, uno dei fattori che maggiormente contribuisce all'obesità che colpisce sempre di più le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, generando inoltre, problemi dentali. L'effetto dissetante è dato dall'acido fosforico. 
Inoltre, la Coca-Cola è stata espulsa da diverse università (Atlanta, Toronto, California, Irlanda, Berlino); le bottiglie di plastica di Coca-Cola non sono di materiale riciclato, ma di plastica vergine; guida potenti gruppi di potere, si è opposta al trattato di Kyoto attraverso le sue lobby US Council for International Business e la Business Round Table, è riuscita a far modificare regolamenti nell'Unione Europea attraverso l'American Chamber of Commerce, è la fondatrice dell'International Life Science Institute che influenza molto la Fao e la Oms; la Coca-Cola contiene prodotti transgenici. 
La prossima volta che compri una bevanda, ricorda l'inquinamento degli Humedales, l'uso non autorizzato di acque sotterranee, la violenza ecc. 

5. Pfizer
Come se la massiccia sperimentazione su animali non fosse già abbastanza straziante, Pfizer ha deciso di utilizzare i bambini nigeriani come fossero porcellini d'India. Nel 1996 la casa farmaceutica andò a Kano, in Nigeria, a testare un antibiotico sperimentale nel terzo mondo, per combattere malattie come il morbillo, il colera e la meningite batterica. 
Diedero trovafloxacina a circa 200 bambini. Decine di loro morirono nell'esperimento, mentre molti altri svilupparono malformazioni fisiche e menomazioni mentali. Pfizer può vantarsi anche di essere tra le prime dieci compagnie statunitensi responsabili dell'inquinamento atmosferico. Per non parlare degli incentivi milionari che fornisce ai medici e ai governi affinché prescrivano i suoi "farmaci". 

6. McDonald's
Ogni anno migliaia di bambini consumano il fast food ("cibo veloce") di un'impresa responsabile della deforestazione dei boschi, dello sfruttamento dei lavoratori, e della morte di milioni di animali: McDonald's. 
Strategie di marketing abilmente architettate hanno permesso l'espansione di McDonald's in 40 paesi, dove l'empatica immagine di Ronald McDonald e il suo Happy Meal, vende ai bambini il gusto per il cibo rapido, associandolo a un'idea di allegria. Questa pubblicità ha avuto un grande successo in diverse parti del mondo, contribuendo agli alti tassi di obesità infantile. 
L'alimentazione che propone questa impresa è totalmente carente di sostanze nutrienti. 
Inoltre, questo cibo è conosciuto in tutto il mondo come "cibo spazzatura", e non è un caso che riceva questo nome. 
Gli hamburger e i "nuggets" offerti da McDonald's provengono da animali mantenuti in condizioni artificiali per tutta la loro vita: privati di aria libera e luce solare, vengono ammucchiati al punto da non poter allungare le zampe o le ali (nel caso dei polli), rimpinzati di ormoni per accelerare la crescita e di antibiotici per arrestare le molteplici infezioni alle quali sono esposti a causa delle insalubri condizioni che genera il sovraffollamento. 
I polli vengono fatti ingrassare al punto che le zampe non sono più in grado di reggere il loro peso. Per la concessione del franchising, McDonald's acquista a basso prezzo terreni che prima ospitavano boschi tropicali e li deforesta per consacrarli all'allevamento. Offre salari minimi ai suoi dipendenti, approfittando delle minoranze etniche e assumendo minori. 
I prodotti di McDonald's, con il loro alto contenuto di grassi, zuccheri e sale, contribuiscono al sovrappeso dei bambini, alla resistenza all'insulina e al conseguente Diabete di Tipo 2. Ah, vi avevo detto che è stata una delle finanziatrici della campagna di George W. Bush? 

7. Nestlé
Neslté e la sua enorme distesa di crimini contro l'uomo e la natura, come la massiccia deforestazione nel Borneo - l'habitat degli orango è stato seriamente compromesso - per coltivare la palma da olio, l'acquisto di latte dalle fattorie confiscate illegalmente da un despota in Zimbabwe. La Nestlé iniziò a provocare gli ambientalisti con le sue ridicole affermazioni che l'acqua imbottigliata è "ecologica", da li in poi la sua sinistra rete di controllo e distruzione è andata dipanandosi. 
Nestlé ha condotto campagne a livello mondiale per convincere le madri dei paesi in via di sviluppo a utilizzare il suo latte per neonati al posto del latte materno, senza fornire le informazioni sui possibili effetti negativi. Pare che Nestlé abbia assunto donne vestite da infermiere per portare gratuitamente il latte in polvere in questi paesi, latte che viene spesso mischiato con acqua contaminata. I mezzi di informazione non hanno parlato dei bambini morti di fame perché, una volta finito il latte, le loro madri non potevano permettersi di comprarne altro. 

8. British Petroleum
Chi potrebbe dimenticare l'esplosione, nel 2010, di una piattaforma petrolifera nella costa del Golfo del Messico, che causò 11 morti oltre alle migliaia di uccelli, tartarughe marine, delfini e altri animali, distruggendo la pesca e l'industria del turismo della regione? 
Questo non è stato il primo crimine contro la natura commesso dalla Bp. 
Tra gennaio del 1997 e marzo del 1998, Bp ha provocato la bellezza di 104 fuoriuscite di petrolio. Tredici lavoratori della squadra di perforazione morirono nel 1965 durante un'esplosione, 15 in un'esplosione nel 2005. Ancora nel 2005, un traghetto che trasportava lavoratori della compagnia, naufragò provocando la morte di 16 di loro. Nel 1991, la Epa (Agenzia ambientale degli stati Uniti) menzionò la Bp come l'impresa più inquinante degli Stati Uniti. 
Nel 1999 la compagnia fu accusata di uso illegale di sostanze tossiche in Alaska, poi, nel 2010, di aver immesso pericolosi veleni nell'aria, in Texas. Nel luglio 2006 gli agricoltori colombiani ottennero un accordo con la Bp dopo averla accusata di ricorrere a un regime di terrore portato avanti dai paramilitari del governo colombiano che proteggevano l'oleodotto di Ocensa. Non c'è modo di far agire correttamente la Bp. 

9. Monsanto
Monsanto, è l'impresa che ha creato e sostiene gli alimenti geneticamente modificati, gli ormoni della crescita per i bovini, l'avvelenamento con prodotti agrotossici. La lista di Monsanto include: la creazione dei semi "suicidi" (Terminator), brevettati allo scopo di generare piante che non producono semi, costringendo così gli agricoltori a ricomprarli ogni anno; l'istituzione di lobby che etichettino con la dicitura "libero da ormoni" il latte e il latte artificiale per neonati (questa dicitura si trova anche se il bovino ha ingerito ormoni della crescita, un comprovato agente cancerogeno); così come un'ampia gamma di violazioni ambientali e della salute umana associate all'uso dei veleni Monsanto - soprattutto l'Agente Arancio. 
Tra il 1965 e il 1972 la Monsanto ha riversato illegalmente tonnellate di residui altamente tossici nelle discariche del Regno Unito. Secondo l'Agenzia per l'Ambiente, trent'anni dopo, i prodotti chimici stavano ancora contaminando le falde acquifere e l'aria. 
Monsanto è nota per aggredire i propri agricoltori che invece afferma di "sostenere", come quando denunciò un agricoltore facendolo incarcerare per aver conservato i semi del raccolto di una stagione per piantarli la stagione seguente. 

10. Vale
La miniera Vale, transnazionale brasiliana presente in 38 paesi, è la più grande impresa di sfruttamento di minerali dell'America Latina e la seconda a livello mondiale. Tra i vari meriti, spicca quello di aver partecipato allo sviluppo della centrale idroelettrica di Belo Monte, situata ad Altamira, in Brasile. 
Il progetto, infatti, ha colpito il fiume Xingú, la principale fonte di sostentamento della regione, causando un drastico cambiamento nel paesaggio amazzonico e nella vita di migliaia di popolazioni che vivono lungo le sponde di uno dei principali fiumi del Brasile. 
A Carajás, nella regione brasiliana di Pará, numerose famiglie sono state sgomberate, hanno perso le loro case e ognuno ha qualche parente morto a causa della costruzione della linea ferroviaria realizzata dall'impresa, denunciata anche per le pessime remunerazioni e condizioni di lavoro dei propri impiegati. 
Le conseguenze del modo di agire della miniera non si limitano solo al Brasile. Nella regione di Tete, in Mozambico, un'intera popolazione è stata cacciata dalla sua terra affinché l'impresa potesse portare avanti lo sfruttamento del carbone. In cambio l'impresa ha costruito un insediamento in cui le case e i servizi pubblici non sono sufficienti a garantire le condizioni basilari per lo sviluppo della popolazione. 

Esistono purtroppo molte altre corporazioni che si sono guadagnate tutto il diritto di essere presenti in questa lista, come la Samsung, la Tepco, la Barclays, la Microsoft, la Intel,  la Sony.

Per l'utilizzo di regimi oppressivi, l'imposizione di salari e condizioni inumani, per i danni ambientali, i test sugli animali, gli armamenti e la commercializzazione irresponsabile ecco una piccola lista delle corporazioni che si distinguono per non rispettare le regole.

ABBIGLIAMENTO: Nike, Reebok, Adidas, Benetton, Chicco
ACQUA MINERALE: Claudia, Giara, Giulia, Limpia, Lora Recoaro,
Pracastello, Sandalia, Tione,Perrier, Vittel, Acqua Vera, San
Bernardo, S. Pellegrino, Panna, Levissima, Pejo, Ulmeta (NESTLE’),
Ferrarelle, Igea, Antica Fonte, Boario, Fausta, Vitas (DANONE)
ALIMENTARI: Milkana, Gradina, Rama, Maya (UNILEVER)
ANIMALI: Friskies, Buffet (NESTLE’)
BENZINA: Shell, Esso, Agip, Totalfina-Elf, Monsanto
BEVANDE: Nescafè, Nesquik, Nestea, Orzoro, Belte’, Chino’, Mirage,
Nestea, One-o-one, S.Bitter (NESTLE’), Coca Cola, Sprite, Fanta,
Pepsi, San Pellegrino
CIOCCOLATO: Perugina, Baci, Nestlè (NESTLE’)
CONSERVE: Berni, Condipasta, Condiriso (NESTLE’)
COSMETICI: Atkinson (UNILEVER), L’Oreal, Lancome (NESTLE’), Johnson &
Johnson, PalmoliveCREME: Leocrema, Cutex (UNILEVER)
DADI PER BRODO: Maggi (NESTLE’)
DENTIFRICI: Durban’s, Benefit, lose-up, Pepsodent, Mentadent
(UNILEVER), Colgate, Johnson & Johnson
DETERSIVI: Coccolino, Omo, Bio Presto, Svelto, Vim, Cif, Lysoform,
Surf (UNILEVER)
DOLCI: Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality Street,
Toffee, Polo, Rowntree, Motta, Alemagna, Nesquik, Fruit Joy, Fruttolo
(NESTLE’), Marmellata Althea (UNILEVER), Ritz, Oro Saiwa, Oro Ciok,
Crackers Premium Saiwa, Cipster, Biscotti Tuc, Pansaiwa, Urrà,
Biscotti Vitasnella, Dolcezze del mondo, Le Frolle, Wafer Saiwa,
Biscotti Prince (DANONE-Saiwa), Mulino Bianco (Barilla)
FORMAGGI: Locatelli (NESTLE’)
GELATI: Algida, Carte d’Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di
Ranieri (UNILEVER), Motta, Alemagna, Antica Gelateria del Corso
(NESTLE’)
MAIONESE: Calve’, Mayo’, Top down (UNILEVER)
OLIO: Bertolli, Dante, Friol, Maya (UNILEVER), Sasso (NESTLE’)
PASTA: Buitoni, Pezzullo (NESTLE’), Barilla
PROFUMI: Fabergè, Brut 33 (UNILEVER)
SALUMI: Vismara, King’s (NESTLE’)
SAPONETTE: Lux, Dove, Rexona (UNILEVER)
SHAMPOO: Clear, Elidor, Axe, Denim, Dimension, Dove, Timotei
(UNILEVER), Palmolive, Johnson & Johnson
SPAZZOLINI: Gibbs (UNILEVER)
SURGELATI: Findus, Genepesca, Igloo (UNILEVER), Surgela, Mare Fresco,
La Valle degli Orti (NESTLE’)
TE’: Lipton, TE’ati (UNILEVER)
YOGURTH E AFFINI: Yogurth Danone, Vitasnella, Actimel, Danito,
Danette (DANONE)
VARI PRODOTTI: Vallelata Galbani, Mozzarella Santa Lucia, Galbanino,
Bel Paese, Certosa(DANONE – Gruppo Galbani), Kodak, Mitsubi

sabato 23 febbraio 2013

chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna agli insegnanti, chi non sa insegnare agli insegnati fa politica




La società del Mercato, della monetarizzazione di tutto (anche del superfluo, dell'inutilità, dello svago e del divertimento) è contro tutto ciò che limita il giro di denaro
Le attività che non creano giro di soldi sono da considerarsi "sovversive", e il massimo deve essere fatto per limitarle e (questo è il sogno) sopprimerle.
In quest'ottica tutto (o quasi) è bene sia delegato a un terzo. Questo avrà un compenso, che girerà a un altro per un'altra attività, e così via, alimentando e favorendo la circolazione del dio soldo e l'espansione dell'economia.
Il gioco è costruito attorno alla professionalizzazione, sinonimo di incapacità (o impossibilità) di svolgere la stessa attività da parte di un comune mortale, ignorante o volontariamente esclusosi dal gioco.
Il paradosso è il dover sempre essere "costretti" a chiamare questo terzo: un elettricista per cambiare una lampadina, un imbianchino per pitturare un muro, un idraulico per sostituire una guarnizione di un rubinetto, un meccanico per cambiare una ruota, un giardiniere per piantare una piantina, un piastrellista per cambiare una piastrella, e gli esempi potrebbero essere infiniti.

Partiamo da un presupposto: il Mercato ci vuole così
Ci vuole dipendenti da lui, costretti a pagare per tutto, e ci da l'illusione di essere al centro dei giochi (poichè se abbiamo il contante noi dettiamo apparentemente legge), quando la realtà ci vede vittime.
Ci vuole fragili, ignoranti, pigri e restii a imparare nuove cose, nonchè sperimentare e apprendere.

Tra le cose più belle e emozionanti della vita c'è l'imparare, l'apprendere. Sbagliando, certo, ma riprovando, esercitandosi con audacia fino a riuscirci. 
Il tutto leggendo, ampliando le nostre conoscenze, studiando.
La passione, la voglia di fare e di riuscirci permettono di non abbattersi e superare gli ostacoli iniziali e dell'apprendimento.
Ed è così che si può imparare a fare di tutto: cucire, cucinare, riparare qualsiasi cosa, sistemare il giardino, fare l'orto, costruire un muro, costruire la propria casa (persino gli impianti). Non ci sono limiti allo studio e all'applicazione.
La vera questione è il crederci. Credere che sia utile sapere. Essere convinti che il fai da te sia fondamentale e non un'inutilità.
Perchè fare da se significa fare per tre (i proverbi insegnano!), significa sbattere la testa, mettersi in moto, capire e risolvere. Fare da se significa apprendere nuove cose e saper in futuro rispondere a certi problemi sprecando meno tempo e meno denaro, significa provare soddisfazione, investire le proprie energie per fare cose utili, emanciparsi, elevarsi allo stato mistico dell'"essere capaci".
Fare da se significa fare meglio, evitare sprechi di tempo e soldi, e poter investire questi in altro.
D'altronde, chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna agli insegnanti, chi non sa insegnare agli insegnati fa politica.

venerdì 22 febbraio 2013

La deriva dei giovani



"E continuano a cercare qualche cosa che non c'è,
una vita di successo da comprare e vendere.
Giovani crescono, ma non si trovano,
cos'è sorridere? Non lo ricordano..
costretti a esprimere emozioni in formato gotico.."

Queste citazioni del grande Totonno sono emblematiche del momento in cui si trovano i giovani, vale a dire le generazioni che rappresentano il futuro e che si troveranno a gestire (e cercare di risolvere) i problemi (enormi) che la società attuale sta lasciando loro in eredità.
Il loro futuro si preannuncia grigio, duro, molto duro.

Dei giovani non si parla mai
Sono un peso, una zavorra per il Mercato, che vuole i suoi interessi e non ha tempo (e soldi) per soffermarsi sull'educazione, sulla formazione, sulla professionalizzazione dei nuovi arrivati. Il tutto e subito non ha risorse da sprecare (si noti bene che sarebbe investire) sul futuro.
D'altro canto la scuola, colei che dovrebbe educare, formare e preparare al lavoro, è succube e vittima del Mercato. Crea piccoli marines, addestra a non replicare, ma a sopportare, a umiliarsi, a fare senza mettere in discussione.
All'asilo non si "insegna" più a giocare. Anzi, si insegna a contare e studiare già a bambini di 4 o 5 anni. 
Bambini che le famiglie non hanno più tempo di accudire e far crescere, visti gli interessi professionali e gli impegni; bambini che stanno all'asilo come un impiegato sta in ufficio. 
Potrebbero prendere uno stipendio e tutto sarebbe al bacio.
Ma allora perchè le famiglie fanno un figlio? Perchè fa figo?
La domanda è vile, decisamente bastarda (come d'altronde è la sorte dei bambini della società del Mercato del giorno d'oggi). 
In realtà credo che rimangano nella maggior parte dei casi il coronamento di un rapporto e l'inizio di un nuovo percorso.
Quello che non esiste più, dissolto dalla smania di emancipazione (femminile) e di progresso è il concetto di educazione.
I bambini sono sballottati come pacchi fin da piccoli (dai nonni, dalle baby sitter) e crescono ai margini della società, anzichè come perni. I genitori sono fieri di "liberarsene", abbandonandoli al loro destino all'asilo, alla scuola, al loro lavoro, e persino nei baby club dei villaggi vacanze (già, pure in vacanza si trovano impegni a cui non si può rinunciare).

E l'alcolismo, la droga, il sesso, escono prepotenti.
Chiaro, come potrebbero non interessare la vita di piccoli naufraghi alla deriva in un mondo più grande di loro?
Le pressioni a cui sono esposti i giovani di oggi sono enormi. Così come la solitudine e la mancanza di supporto. 
Gli sfoghi escono principalmente durante il periodo dell'adolescenza, quando la smania di imitare e voler appartenere alla società degli adulti (che li ripudia, li tradisce e li ignora) prendono il sopravvento. In questo periodo nelle scuole, nelle prime uscite pomeridiane e serali iniziano a uscire i primi sintomi del disagio: sigarette, alcool, rapporti sessuali.
Il tutto tra l'indifferenza generale, ove la realtà cerca di essere contrastata da qualche legge fasulla e facilmente raggirabile (il divieto di vendere sigarette e alcool ai minori, l'obbligo di uso nelle macchinette della tessera sanitaria).

Insomma il problema viene trattato, ma dalla parte sbagliata.
Non a monte, sulle cause, sul perchè, ma sul come arginarlo.
Bhè, così è chiaramente più semplice liberarsi la coscienza e fingere che la realtà non sia così catastrofica.
La crescita successiva, il prologo, vede i nuovi "vecchi" giovani di fronte al Mercato e alla società costruita su di esso. I reduci di una guerra che già ha distrutto numerose personalità 
(con il primo rapporto sessuale in alcuni casi alle elementari), polmoni e fegati, si trovano al cospetto della constatazione dell'impossibilità di emanciparsi, di costruire il proprio futuro, di coltivare i propri sogni.
Qui sesso, droga e alcool sono "aiutati" da psicofarmaci, ansiolitici, antidepressivi, Psichiatri e psicologi cercano di arginare la situazione, di curare casi impossibili, bulli della peggior specie, disastrati senza arte ne parte.

Uno scenario da incubo. Lo scenario del progresso.
Questo è quello che stiamo coltivando e offrendo ai nostri figli.
Un esame di coscienza, un piccolo esame di coscienza, dovrebbe farci capire l'immoralità e il non futuro del nostro sistema.
Dovrebbe farci capire che i giovani sono il futuro, non un peso. Sono la cosa più bella, non una zavorra.
Guardare un giovane è, e deve essere, una goduria, una soddisfazione. Ora gli occhi di un giovane sono un peso morale di un'infanzia bruciata in nome di un fine irrealizzabile e autodistruttivo.
Riflettere e cambiare devono diventare gli imperativi.
Tornare a gioire e giocare con i bambini, tenerli in famiglia il più possibile, diminuire gli orari di scuola e asilo, lavorare meno, insegnargli come si vive (se ancora si è capaci di vivere), i valori, che le droghe e l'acool sono uguali a morte, che il sesso va vissuto con i passi giusti (secondo coscienza e non per dimostrare qualcosa), che la moda è la finzione, di non seguire sempre e solo la massa, che il futuro è una meraviglia, che la vita è una meraviglia, che la natura è una meraviglia, che gli animali sono come noi, che le piante ci nutrono, che i fiori e le api sono la vita.
Questo bisogna tornare a fare. 
Sembra difficilissimo, in realtà è la cosa più naturale che ci sia.