sabato 19 gennaio 2013

Mattatoio, storie di ordinaria brutalità


Gli allevamenti industriali ospitano diverse specie di esseri viventi e tra queste è l’uomo la vera bestia. Nei mattatoi si utilizzano i cosiddetti “storditori”, bastoni rigidi e lunghi un metro. Gli operatori li ficcano su per il culo o giù per la gola sia a maiali che alle mucche.

Si spera che la nascita del primo Master Post Laurea sui Diritti degli Animali Possa cambiare le cose. 

Le dichiarazioni qui riportate sono tratte dal libro Slaughterhouse, scritto dall’investigatrice Gail Eisnitz, capo della Humane Farming Association. Gail ha intervistato numerosi operai che lavorano nei mattatoi bovini, ovini e suini.


Racconti Brutali




“I maiali si agitano facilmente. Se li pungoli troppo possono avere un infarto. Se sul ripiano trovi un maiale che se l’è fatta addosso, che ha un infarto o che rifiuta di muoversi, prendi un gancio da macellaio, glielo agganci nel culo e trascini il maiale ancora vivo. Un sacco di volte il gancio lacera la carne. A volte ho visto dei prosciutti completamente squarciati. Ho anche visto uscire fuori i visceri. Se il maiale crolla davanti al ripiano, gl’infili il gancio nelle guance e lo trascini così. Oppure glielo infili in bocca. Nel palato. E sono ancora vivi.”

“Certi maiali in mattatoio mi vengono vicino e mi strofinano il muso contro come fossero dei cuccioli. Due minuti dopo li devo ammazzare a suon di sprangate. Questi maiali finiscono nella cisterna bollente e quando toccano l’acqua cominciano ad urlare e a scalciare. A volte si agitano talmente tanto da schizzare l’acqua fuori dalla cisterna…. Prima o poi muoiono affogati. C’è un braccio rotante che li spinge in basso, non hanno modo di uscire fuori. Non sono sicuro se muoiano prima affogati o prima ustionati, ma ci mettono qualche minuto per smettere di dimenarsi.”

"Potrei raccontare migliaia di storie di ordinario orroreDi animali, ad esempio, rimasti con la testa intrappolata nei cancelli; l’unico modo per tirarli fuori di lì è tagliare loro la testa mentre sono ancora vivi.

“Ho visto animali messi in ceppi, appesi, accoltellati e spellati mentre erano ancora vivi. Troppi da contare, troppi da ricordare. E’ un processo continuo. Ho visto manzi incatenati guardarsi intorno dopo che erano stati sgozzati. Ho visto maiali (che si supponeva fossero stati storditi) alzarsi sul nastro trasportatore su cui dovevano dissanguarsi. Dopo che erano stati sgozzati. Ne ho visti altri che cercavano di nuotare nella vasca d’acqua bollente.”

“Ho visto dei tipi prendere dei manici di scopa e infilarli nel culo delle mucche semplicemente per divertirsi”

“A volte ai manzi spezziamo le ossa quando sono ancora vivi. Quando li sposti e loro rimangono incastrati sulla soglia, allora li spingi finché non gli si strappa la pelle e il sangue finisce sull’acciaio e sul cemento. Gli si spezzano le zampe… E il manzo grida con la lingua di fuori. Lo trascinano finché non gli scoppia il collo”

“Una volta ho impugnato il mio coltello, che è molto affilato, e ho affettato la punta del naso di un porco, come se fosse mortadella. Il maiale per qualche secondo sembrava impazzito. Poi si è seduto e ha iniziato a fissarmi come inebetito. Allora ho preso una manciata di sale e gliel’ho messo sul moncone sanguinante. Allora sì che il maiale è andato fuori di testa, sfregava il naso dappertutto. Io avevo ancora un po’ di sale in mano, e gliel’ho infilato su per il culo. Quel povero porco non sapeva più da che parte girarsi.”

Gail Eisnitz, nel suo libro, sottolinea più volte l’inettitudine degli ispettori addetti a controllare il trattamento degli animali. Negli stabilimenti i controlli sono inesistenti e neanche gli operatori sanno dire se è presente un incaricato in azienda.





Racconti di anti-igienicità

Ogni giorno vedevo polli neri, polli verdi, polli che puzzavano, polli coperti di escrementi. Si potrebbe pensare che polli in queste condizioni vengano buttati via, invece vengono tenuti nella catena di lavorazione. Ho visto con i miei occhi carne marcia, lo si capisce dal fetore. Questa carne viene mescolata con carne fresca e venduta per fare omogeneizzati. Chiedevano a noi di mescolarla, e così poteva essere venduta. Si vedevano i vermi dentro la carne.

“Dopo che sono stati appesi, a volte i polli cadono nella canalina di scolo che corre lungo la linea. Lì dentro finiscono scarafaggi interiora, parti malate, feci e sangue. Gli operai vomitano in quella canalina…. Gli addetti masticano e sputano in continuazione tabacco per terra… A volte ci cagano anche…. I supervisori della Perdue ci dissero di raccogliere i polli caduti nella canalina e renderli nuovamente disponibili”

Nei mattatoi non mancano gli insetti, un ispettore sanitario intervistato disse: “Una volta puntammo una torcia in un buco da cui andavano e venivano scarafaggi: ce ne erano così tanti che brulicavano, che non si vedeva il muro”.

Per non parlare dei manzi e dei cavalli malati, quasi in putrefazione che finiscono nella catena di lavorazione delle carni fino ad arrivare sulle tavole dei consumatori.


Gli animali sono essere senzienti 

Tutti i vertebrati provano emozioni, sono sensibili e socievoli

Le galline, ad esempio, amano la televisione e la musica, uno studio condotto da un ricercatore britannico ha dimostrato come le galline sono in grado di utilizzare leve ed interruttori per regolare la temperatura atmosferica a loro piacimento.

I maiali sanno giocare ai videogames e secondo i test condotti sono più intelligenti dei cani e dei bambini di 3 anni


Le mucche provano eccitazione e i bovini, come dimostrato dai ricercatori della Bristol University, Gran Bretagna, coltivano amicizie e provano rancore

I pesci sono molto sensibili al dolore.


Gli animali da allevamento, vivono in condizioni pietose e subiscono elevate torture psicofisiche: gli animali sentono le grida e le urla degli altri simili che vengono macellati e sono terrorizzati. Capiscono che saranno uccisi e sono sconvolti. 
Alle mucche da latte, quando vengono sottratti i piccoli, queste prendono a calci le pareti della stalla per la rabbia e per il senso di impotenza, le mucche gridano letteralmente di dolore.

1 commento: