mercoledì 16 gennaio 2013

Gli allevamenti intensivi



Gli allevamenti intensivi sono allevamenti dove gli animali, mucche, pecore, capre, galline, tacchine o maiali che siano, sono allevati in modo intensivo, in piccoli spazi e in gran numero, senza accesso all'esterno, quasi sempre chiusi in gabbia tutta la vita.

A differenza di come si è sviluppato il concetto di allevamento per la razza umana (ognuno fino a qualche decennio fa aveva una bestia, che era portatrice di un valore economico e non solo, e che per tutto era rispettata e trattata in modo conseguente), oggi, nel regno dei profitti, l'animale è un ingranaggio della macchina.
Ed è così che in capannoni infiniti si allevano centinaia (o migliaia) di animali, costretti a condizioni da lager, imbottiti di ormoni della crescita e di antibiotici. Questi crescono come body builder e vengono macellati prestissimo, dopo una breve vita che li ha relegati come slot machine dell'industria alimentare.

La carne prodotta da questi metodi è molto meno ricca di sostanze nutritive, così come il latte e le uova
Inoltre vi sono incredibili quantità di sostanze tossiche, dai residui delle medicine, ai batteri di salmonella ed escherichia coli.
Da non sottovalutarsi è poi il problema dello smaltimento dei rifiuti del processo. Le defecazioni sono spesso fiumi infiniti di feci, e vengono buttati ove l'azienda può: in fosse scavate nel terreno, in fiumi,..e spesso le falde acquifere sono contagiate, con seri rischi per la salute degli abitanti vicini alla imprese, ma non solo.
E in tutto ciò nulla sembra voler far cambiare le cose. La richiesta di carne, uova e latte è in continuo aumento (così come l'obesità, le malattie cardiache, i cancri) e nessuno sembra poter contrastare il devastante impatto sulla salute e sull'ambiente di questo tipo di attività. Multe irrisorie vengono imposte alle aziende, che con un sorriso liquidano il tutto e incassano milioni di euro.

Con maggior consapevolezza occorre farsi un esame di coscienza e chiedersi se ne vale la pena. E agire di conseguenza. (Io personalmente sono vegetariano ma non vegano, vale a dire consumo formaggio e uova, ma non carne). 
Il consiglio principale è di rivolgersi ai piccoli produttori, che trattano gli animali come meritano e come si è sempre fatto, boicottando i marchi che pensando solo ai profitti e se sbattono della salute e della salute del nostro Pianeta.

Libri da leggere riguardanti il tema sono Il dilemma dell'onnivoro di Michael Pollan e Se niente importa. Perchè mangiamo gli animali? di Jonathan Safran Foer.

Nessun commento:

Posta un commento